La mia storia

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Quando finisco di raccontare la storia di come il mio potere si è generato vedo i volti dei ragazzi emozionati, ma anche leggermente sconvolti. Si alza Kirishima.

"Prof. so che forse è chiedere troppo, ma siamo curiosi di sapere come lei abbia vissuto con questo peso sulle spalle. Da quello che abbiamo capito non ha passato una bella infanzia, vorremmo solo ci raccontasse la sua storia" - non so se accontentarli, ho paura che mi guardino diversamente per la vita che ho avuto prima di venire qui. Guardo Keigo, sembra preoccupato per me, credo voglia sentire anche lui.

"E va bene" - li vedo mettersi comodi sui banchi, pronti ad ascoltare.

Nel villaggio in cui sono nata i poteri erano già stati accettati da tempo, e tutti sapevano della mia capacità di creare ogni tipo di potere. Gli abitanti mi trattavano come un'esclusa perché ero l'unica ad avere una capacità. Dopo l'incidente era nata in me la strana voglia di mangiare anime. Ho sempre cercato di reprimere questo mio desiderio, limitandomi ad andare nel bosco e mangiare le anime di alcuni animali feroci che uccidevo. Poi portavo la carne al villaggio fingendo di averla cacciata io stessa e nessuno sospettava nulla.

Un giorno andai nel bosco perché ormai quella delle anime era diventata una necessità, ma non mi accorsi che mio fratello mi stava seguendo. Penso si fosse insospettito perché la carne che portavo era spesso di bestie enormi ed era difficile credere che una bimba potesse catturare una cosa del genere. Scoprì tutto, spiandomi da dietro un albero. Si spaventò tantissimo, mi corse incontro e mi disse che ero un mostro e che non ero più parte della famiglia. Da quel momento mi trattò in modo freddo.

Un pomeriggio lo sentii parlare con degli amici, raccontava quello che aveva visto nel bosco. Lo affrontai, cercando di convincerli che non era vero, ma ricevetti solo insulti. Provai a scappare tra gli alberi con l'idea di non tornare più. Un uomo, che aveva sentito la conversazione, mi seguii con un fucile. Me lo puntò addosso. Ricordo che mi spaventai così tanto che la mia coda metallica uscì da sola, uccidendolo. Però non ero capace di controllarla, era come se agisse da sola.

Finii che tutto il villaggio scoprì cosa avevo fatto e insieme decisero di cacciare tutta la mia famiglia perché pensavano fosse colpa loro. Una sera tutti i cittadini si raggrupparono fuori dalla nostra porta con armi e torce dicendoci che avremmo dovuto abbandonare la nostra casa o ci avrebbero pensato loro. Mio padre uscì e parlò con la folla dicendo che non l'avevo fatto apposta, promettendo che avrebbe trovato una soluzione. Da quel momento diventarono violenti con me. Come prima soluzione decisero di rieducarmi attraverso punizioni fisiche. Divenni anche una sorta di schiava della mia famiglia: facevo le faccende di casa, dormivo sul tappeto, quando non ero richiesta dovevo stare in un angolo e aspettare, io servivo la cena e poi sparecchiavo e solo dopo potevo mangiare quello che avanzava. Nel frattempo mio fratello venne mandato in una città vicina ma non so a fare cosa, prese la barca e tornò la sera molto tardi. Ancora non so il motivo di questo breve viaggio. La sera stessa mi fecero mangiare con loro, non succedeva da tantissimo tempo. Mi sentii molto stanca subito dopo e mi lasciarono andare a dormire in anticipo.

La mattina dopo mi svegliai nel porto di una città mai vista, avevo solo una valigia e un foglietto in mano con scritto "Dollhouse". Mi guardai intorno ma non vidi ne i miei genitori, ne mio fratello. Provai a chiamarli ma niente. Camminai a caso per la cittadina e trovai una grossa casa di legno, un po' malconcia ma con una grande insegna che riportava il nome scritto sul foglietto che avevo in mano. Entrai, al bancone c'era un uomo rozzo e sporco che mi guardò male. Gli diedi il foglietto e mi disse solo: "Ah sei tu, il ragazzo aveva ragione, sei proprio carina". Non capivo a cosa si stesse riferendo, mi prese la valigia chiedendomi di seguirlo.

"Questa sarà la tua nuova casa. Io sono il padrone, quello che ti dico è legge e non ti conviene disubbidire!" - Ovviamente mi misi a piangere e l'uomo mi tirò uno schiaffo.

"Almeno adesso hai un motivo per piangere" - l'uomo rideva di gusto.

Mi accompagnò in una stanza nella quale c'era un'altra bambina, più o meno della mia età. Non appena lui uscì dalla porta lei venne a presentarsi.

"Ciao io sono Helen, tu chi sei?"

"Ciao io sono T/n, dove siamo?"

"Qui io vivo, mi danno un letto e da mangiare. Ogni tanto arrivano degli uomini e mi danno dei soldi però non sono carine le cose che mi fanno"

"Perché cosa fanno?"

"Mi toccano e mi fanno leccare delle cose che hanno in mezzo alle gambe"

"Se non ti piace perché non vai via?"

"Perché il padrone non mi fa uscire mai. E tu cosa ci fai qui?" - mi limitai ad alzare le spalle.

Andai a letto presto quella sera, avevo tanta paura così Helen dormì con me. La mattina dopo mi svegliai pensando di aver fatto un brutto sogno ma, quando riaprii gli occhi, ero ancora lì. Dopo la colazione il padrone mi prese per mano e mi trascinò in una saletta, dicendo che avevo visite. Pensai fossero i miei genitori, ma si rivelò un adulto che voleva farmi le cose che Helen mi aveva descritto. Fu orribile, ero solo una bambina. Cristo che schifo, mi viene il vomito solo a ripensarci.

Passarono 4 anni, ero cresciuta e comprendevo meglio quello che mi accadeva. Helen era sempre al mio fianco e cercavamo di sostenerci a vicenda là dentro. Origliando una conversazione scoprii che la mia famiglia riceveva i soldi che guadagnavo dagli uomini che venivano alla casa. Non c'è limite allo schifo!

Un pomeriggio il padrone diede a me e Helen delle commissioni da fare. Uscimmo dalla casa, era la prima volta dopo 4 anni. Passammo davanti ad una cartoleria che esponeva i titoli del giornale. Uno degli articoli parlava di una famosa scuola per coloro che avevano i poteri, che potevano imparare ad usarli per poi diventare insegnanti o eroi. Pensai subito che era quello il mio destino. Helen appoggiò sempre questa mia scelta, aiutandomi a studiare. I pochi soldi che guadagnavo, nel corso di 4 anni, erano diventati abbastanza per realizzare il mio sogno. Decisi quindi che sarei scappata per frequentare quella scuola.

La sera pianificai il tutto con Helen. Lei non volle mai lasciare la casa, mi disse che era quello il suo posto ormai e che non sarebbe stata in grado di sopravvivere da sola. Il giorno dopo mi preparai e, con l'aiuto della mia amica, sgattaiolai fuori, dirigendomi verso la stazione. Provai a prendere un biglietto ma mi dissero che, essendo minorenne, non potevo viaggiare da sola. Aspettare i 18 anni senza fare niente non era neanche da considerare. Mi dissero di quest'altra scuola, in cui potevo diventare insegnante. Mi sarei specializzata lì, per poi andare alla Yuei come insegnante e non come allieva.

Usai i miei risparmi e mi iscrissi. Stranamente mi accettarono e mi fecero specializzare nonostante la mia giovanissima età. Presi quindi il treno e arrivai qui.

Senza rendermi conto suonò la campanella che segnava la fine della mia ora con i ragazzi. Guardandoli potevo dedurre che erano rimasti colpiti dal mio racconto, così come Keigo. Quando mi guardò vidi le lacrime agli angoli dei suoi occhi. Le trattenne. Salutai i ragazzi e uscii dalla porta. Quanti ricordi, era da tanto che non pensavo alla mia infanzia. E' da quel giorno che non vedo Helen, ogni tanto mi scrive ma non l'ho più rivista. Mi chiedo se sia ancora alla casa.

Uscendo incontrai Aizawa, aveva una supplenza nella mia classe. Mi chiedo se abbia sentito tutto, speriamo di no. Non voglio fare pena a quello stronzo. Camminavo per il corridoio quando mi accorsi di aver lasciato la borsa in classe. Ma che scema, come ho fatto a non accorgermi. Devo tornare indietro per forza che la borsa mi serve. La porta della 1A era socchiusa. Stavo per bussare quando sentii i ragazzi fare una domanda ad Aizawa di cui ero curiosa di sentire la risposta. Decisi quindi di rimanere nascosta, senza farmi vedere. Hawks aveva deciso di rimanere in classe, penso per parlare con mio fratello dopo aver ascoltato la mia storia.

La casa tra le tue piume - Hawks X ReaderWhere stories live. Discover now