16. Il grande giorno

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-Signori! Stiamo per arrivare al deposito. Preparatevi alla discesa! – affermò Mason di fronte ai suoi uomini che erano tutti nello stesso elicottero. Finora si erano dimostrati entusiasti di averlo come capo squadra.

Gli elicotteri stavano attraversando in formazione il secco deserto iracheno seguiti da un convoglio a terra composto da una manciata di autocarri blindati. Era la prima missione da capitano di Mason che però riuscì a mantenere sangue freddo e non dimostrava alcun tipo di nervosismo. Era in piedi dietro la cabina di pilotaggio e davanti ai suoi uomini, con una mano teneva il fucile e con l'altra si teneva ad una fettuccia di tessuto rigido sul tetto del velivolo. -Eccolo signore, azimut 30° nord, chiedo il permesso di iniziare la discesa- domandò il primo pilota non appena identificò il deposito: un grosso complesso di tubi e silos in mezzo al deserto. Era molto ben sorvegliato anche se a quella distanza non si poteva appurare nulla.

-Permesso accordato- rispose Mason.

-Andiamo a prendere a calci qualche iracheno- Eddie arringò la squadra che, con quella frase, si caricò di energia. Mason si lasciò scappare una risata insieme agli altri mentre gli AW-101 iniziavano la discesa. Avrebbero perso quota fino a raggiungere un'altitudine che avrebbe evitato loro di essere rilevati dai radar iracheni.

-Ricordatevi il punto di incontro, una volta ripulito il perimetro, il rendez-vous è al cancello principale – sentenziò Mason la cui voce era coperta dal frastuono delle eliche che, ormai vicine al terreno, producevano un rumore ancora più assordante.

Un "sissignore" generale si alzò nella cabina del velivolo. –Charlie a tango mi ricevete- la voce gracchiante della radio di bordo. Il copilota dell'elicottero dei "Men hunters" prese in mano il microfono della radio –Roger Charlie, vi riceviamo, qui tango che succede? –

-Il capitano Mason dovrà designare quattro uomini per l'assalto sul retro del deposito. Sarà la VF-84 a raggiungere la stanza di controllo ed attivare i portelloni d'accesso ai silos del petrolio- il piano era chiaro. I "Men hunters" avrebbero dovuto infiltrarsi nel complesso mentre gli altri avrebbero condotto l'assalto al cancello principale.

-Che ruolo ha il convoglio di terra? – domandò Mason con tono autorevole spuntando con la testa nella cabina di pilotaggio ed intrufolandosi nella conversazione.

-Ruolo di supporto tattico, in caso di difficoltà alcuni automezzi attaccheranno ai fianchi del complesso-

-Roger, passo- sentenziò Mason dopo pochi istanti.

Nel frattempo gli elicotteri i erano fermati in formazione. –Che diavolo succede ora- domandò Jesse.

-Dobbiamo aspettare che il convoglio arrivi per primo, cosi concentreranno il fuoco su di loro- rispose Trevor.

-E non su di noi- aggiunse Eddie. Ci fu un istante di silenzio prima che una forte spintonata annunciasse la ripartenza dell'elicottero. Da lontano si iniziava già a vedere del fumo, ma il rumore degli spari era coperto dal roteante suono continuo dell'elica.

-Merda! – esclamò Brock nel vedere varie colonne di fumo innalzarsi al cielo. Iniziarono a sentirsi i primi rumori di spari ed esplosioni. La festa era iniziata.

-Preparatevi all'atterraggio, non sarà dei migliori- affermò Mason. Sapevano che questa volta c'era veramente la possibilità che qualcuno non sarebbe tornato. Ma conoscevano i rischi.

Le torrette SAM del deposito iniziarono a fare fuoco sugli elicotteri quando ormai erano a praticamente 100 metri scarsi dal complesso. Un razzo colpì l'elica del primo elicottero della fila, facendolo precipitare. Si accasciò a terra senza esplodere ed alcuni soldati riuscirono a cavarsela. –è la squadra di Vargas- affermò secco Brock.

Tutti gli elicotteri iniziarono le procedure di atterraggio. Erano a dieci metri da terra e una volta raggiunti i due, tutti i soldati scesero dagli elicotteri il più velocemente possibile per unirsi agli altri del convoglio che già avevano ingaggiato il combattimento. –Chi viene con me? – esclamò secco Mason. Non serviva aggiungere altro. I suoi uomini, i suoi compagni, hanno capito esattamente cosa intendeva dire.

Ci fu un attimo di esitazione quando ad un tratto si alzò in piedi Eddie. Mason lo guardò con orgoglio, ma subito dopo rivolse lo sguardo verso gli altri. –Me ne servono altri due, altri due uomini- era la prima volta che mostravano veramente di avere paura ed effettivamente era normale. Questo andava ben oltre quello che avevano passato in quelle settimane. Di fuori la guerra infuriava. Si iniziavano a vedere i primi cadaveri da entrambe le parti anche se la maggior parte degli iracheni erano sulle mura del complesso.

Mason guardò Eddie. I due si capirono subito. Non vedendo nessun altro candidato, decisero di andare solo loro due. Con un cenno di mano al pilota l'elicottero si rialzò da terra ed abbandonò la zona calda. Raggiunse indisturbato il retro del complesso. Forse gli iracheni avevano concentrato le loro forze sul cancello principale. Errore da pivelli.

Mason ed Eddie imbracciarono i loro fucili e si diressero verso l'apertura destra dell'elicottero che dava sulle mura dell'edificio. Dovevano agire in fretta prima che le sentinelle rimaste a guardia se ne fossero accorte.

Ad un tratto da gruppo di soldati si alzò Jesse di scatto. Imbracciò anche lui il fucile e raggiunse Mason ed Eddie che erano appena caduti sulle mura. –Non vi lascio soli- esclamò Jesse. L'elicottero doveva lasciare la posizione immediatamente o gli iracheni lo avrebbero sicuramente ingaggiato ed abbattuto. Prima che potesse allontanarsi però Trevor saltò giù ed atterrò con una capriola vicino Jesse mentre il rumore delle pale si disperse nell'aria.

Mentre l'assalto proseguiva, la squadra d'assalto di Mason avanzava tra le linee nemiche silenziosamente, strisciando sotto i tubi ed all'occorrenza accovacciandosi. -Ora, qual è il piano capitano? – domandò quasi bisbigliando Trevor.

The DefenderWhere stories live. Discover now