Riflesso

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25 Ottobre del 1970. Prefettura di Yamanashi. Villa Sakurada.
12 anni prima.

Gli ultimi preparativi erano stati ultimati, quella che un tempo era stata la loro casa, a breve sarebbe rimasta vuota, e loro dovevano rifugiarsi altrove, verso un nuovo rifugio.
Minho non aveva mai provato attaccamento alle cose, era consapevole che prima o poi tutto sarebbe scivolato via dalle sue mani, disgregandosi nel tempo e diventando polvere; lui era una delle poche eccezioni che non ne avrebbe risentito il peso, rimanendo immutabile, ed immortale, per sempre; eppure il senso di malinconia era riemerso all'improvviso, e prima di salpare verso la Corea con gli altri, aveva chiesto di rimanere ancora qualche minuto a dare i suoi ultimi saluti a quello che era stato il suo rifugio.
Un fruscio sopra la testa lo fece distogliere dai suoi pensieri, e la figura, ormai famigliare di Jisung, si palesò a fissarlo con occhi curiosi.

-Cosa stai facendo lassù? Non dovresti essere già partito?-

Non aveva fatto caso alla sua presenza, ormai talmente abituato ad essa che gli sarebbe parso strano se non ci fosse stata.

-Sono sgattaiolato via, volevo prendere un ricordo degli alberi di Jinko prima di andare.-

Un sorriso spuntò sulle labbra di Minho mentre lo guardava muoversi tra i rami dorati della pianta. I ciuffi dei suoi capelli non erano chiari come il giallo delle foglie, tuttavia non brillavano certo di meno sotto il sole del pomeriggio. Si guardava intorno in cerca di qualsiasi cosa potesse portare via con sé, quando un movimento attirò la sua attenzione; come un falco, era corso velocemente ad afferrare l'animale, che ignaro del pericolo, era saltato fuori dalla sua tana nel terreno. Il vampiro gli era balzato addosso in un secondo, e la preda spaventata non poteva fare altro che tremare tra le sue mani.

-Minho guarda!-

Era ritornato verso di lui con in mano un tenero coniglio grigio, soffice e spaventato.

-Guarda è uguale a te.-

Il musetto del roditore gli era stato spinto sul suo viso, facendogli strabuzzare gli occhi per lo stupore.

-Cosa dici? Io non sono così.-

Jisung aveva riso di gusto tirando i lati della bocca sempre più in sù.
Era particolarmente felice quando si trattava di stuzzicarlo.

-"Non sei così" come?-

Il tono canzoniero con cui aveva posto quella domanda, contraddiceva l'atteggiamento premuroso che stava avendo nei confronti del coniglietto, accarezzandolo mentre lo teneva al petto, quasi a proteggerlo.
Minho provò a distogliere lo sguardo dal sorriso furbo dell'altro, ma questi lo seguì emettendo una lieve risatina scherzosa, afferrandogli a sorpresa una guancia rosa.

-Aww, ma come puoi dire di non essere: adorabile, soffice e morbidoso quando fai un musetto così carino.-

Le sue gengive stavano subendo, doloranti le dita giocose di Jisung, che imperterrito non aveva smesso un secondo di pizzicargli la pelle tra una risata ed un altra, sempre stringendo il coniglio a se.

-Lee Minho, il nostro coniglietto carino.-

-Ti do tre secondi per finirla.-

Il tono autoritario non ammetteva repliche, e l'altro si era fermato immediatamente facendo un passo indietro soggignando.
Non aveva perso il suo sorriso, probabilmente perché sapeva che da lì a breve Minho si sarebbe vendicato, ma appena aveva provato ad avanzare, pronto a ricambiargli il dispetto, Jisung alzò l'animale come scudo.

Ambrosia | minsung |Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang