CAPITOLO 1

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La notte avvolgeva con la sua coperta di stelle la piccola città.Di certo non era una di quelle moderne come ai giorni nostri,trovandoci nel Medioevo,intorno al 1300,ma pareva comunque accogliente.Un bambino di 8 anni se ne stava seduto per terra sulla strada in ginocchio.Continuava a disegnare con una piccola pietra sulla terra,incidendola con forza.Sul suo volto vi era un sorriso immenso,mentre continuava ad incidere segni strani, finché udì dei lamenti.Come un cane,le orecchie del ragazzo si spalancarono cercando di capire da dove provenisse e cambiò immediatamente espressione.Quei lamenti si trasformarono in pianti presto.Scattò in piedi, prendendo da terra due delle 3 pietre appuntite.Erano più che affilate.Infatti,quando si annoiava,egli iniziava ad affilare le pietre.Infondo era un bambino da solo che girava per le città e per i boschi:delle pietre con sé per difendersi gli facevano comodo.Seguí le grida fino ad arrivare in un piccolo spazio tra due case molto più che stretto.In esso vi era un altro suo coetaneo appoggiato al muro.La sua faccia riusciva solo a farsi percorrere da lacrime amare continue."Ehi,che succede?"chiese dolcemente,avvicinandosi sempre di più a colui che piangeva.Alla sua vista,sembrò che si stesse tranquilizzando."Potresti dirmi il tuo nome?"continuò a chiedere.Un filo di voce riuscì a rispondergli:"Mi chiamo Kibou...tu invece?".Lemme lemme,si stavano conoscendo."Il mio nome non é importante,piuttosto che é successo?"il ragazzo preferiva non rispondergli alla domanda su chi fosse,infondo il suo nome in quel momento non contava più di tanto per lui.Kibou si buttò nel suo petto,esplodendo sempre di più in lacrime,la tranquillità che stava riavendo era sparita una volta posta di nuovo la domanda.
Dopo un po',sempre col respiro sul suo petto rispose:"Mi sono perso,non trovo più mia madre e nemmeno casa mia".Il respiro in affanno dello sperduto era molto forte per l'altro,gli sembrava che i due polmoni si fossero uniti,sembrava che stesse respirando con i suoi polmoni,gli aveva trasmesso ad anch'egli un po' di panico."Non ti preoccupare,sono esperto della zona,potrei riportarti a casa,magari tua madre ti starà aspettando nelle vicinanze oppure qualcun'altro ti attende direttamente a casa tua-"prima ancora che potesse finire di parlare,Kibou mise la mano sulla sua.Rubandogli delicatamente la pietra affilata,il ragazzo nel mentre lo lasciò fare.Con quella stessa pietra,Kibou sul muro iniziò a formare vari segni strani.Ben presto iniziò a prendere l'aspetto di una mappa."Io abito qui,vicino alla bottega del vecchio pazzo e nelle vicinanze della Chiesa.Conosco quel posto a memoria,ma non mi sono mai allontanato così tanto senza mia mamma" spiegò.L'altro,che aveva ascoltato e osservato attentamente la posizione,capí immediatamente il posto.Afferrò la sua mano candida e lo invitò a seguirlo.Kibou non esitò.
Entrambi continuavano a correre tenendosi per una mano,mentre nell'altra vi era la pietra affilata.

Bastarono 15 minuti per tornare a casa.Nel cammino,Kibou prestò attenzione alla strada che percorrevano.Ormai erano arrivati e ciò significava che si sarebbero dovuti salutare e darsi un addio."La pietra te la puoi tenere,é un regalo"disse colui che l'aveva aiutato "Portala sempre con te,in caso ti perdessi di nuovo ti potrai difendere".
"Uhm,grazie"ringraziò dolcemente Kibou.Il quale,dopo tanto tempo, mostrò finalmente un sorriso dopo quel lungo pianto."É una fortuna che ti abbia incontrato,spero ci rivedremo"disse allontanandosi lentamente.Ad un tratto si ricordò di un fatto che lo incuriosiva:"Aspetta,non mi hai ancora detto il tuo nome!".Ci volle un attimo di silenzio per sentire la risposta."Non credo di averne uno"rispose un po' cupo.Quella sua cupezza raggiunse anche Kibou.Colui senza nome lo notò e allora cercò di spezzarla:"Scherzavo!Il mio nome é Marco".Ci aggiunse anche una risata un po' bassa a quella frase.Kibou non si preoccupò più d'allora,si allontanò tranquillamente salutando."Mi mancherai"dissero in coro i due.Una volta che Kibou fu entrato in casa,la risata di Marco, lemme lemme si capiva che si trattava in realtà di un pianto.Aveva mentito,non conosceva il suo nome.

Se ne tornò al punto in cui stava disegnando,dove notò che la sua terza pietra che aveva lasciato sul posto,non c'era più.Non ci diede molta importanza,piuttosto continuò a finire il disegno sul suolo.In esso vi era lui che teneva per mano qualcuno,il quale era ancora incompleto.Mancava il volto.Appena si sedette in ginocchio e tornò a fare la sua piccola opera,la completò mettendo gli stessi capelli rossi accessi di Kibou accompagnati da i suoi occhi azzurri e vivaci,infine non poteva mancare quel suo sorriso che non scorderà mai.Ora aveva finalmente il suo primo amico,almeno nella parte di vita che riusciva a ricordare.

Sapeva che prima o poi si sarebbero rivisti.
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ANGOLO AUTORE
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto,visto che questa storia ce l'ho in mente da mesi(da febbraio credo).L'ho scritta molte volte cambiandola sempre,ma questa volta credo che vadi bene,ne sono soddisfatto!
P.S.Questa storia é basata su un mio sogno che non scorderò mai (☞ ͡° ͜ʖ ͡°)☞

Dostali jste se na konec publikovaných kapitol.

⏰ Poslední aktualizace: Apr 30, 2022 ⏰

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