"Finché avrò fiato
nei polmoni, amerò
e anche dopo."

Disse il professore, guardando verso i suoi studenti e sorridendo un poco.

<<Cosa ne pensate ragazzi? Cos'è per voi l'amore?>> chiese Sakunosuke.

Tutti stettero in silenzio e Atsushi iniziò a pensare a quella domanda.

Cos'era per lui l'amore?
Cosa poteva rappresentare, per un ragazzo di sedici anni, quel concetto tanto complicato e astratto?

<<Atsushi, vuoi rispondere tu?>> domandò il sensei, guardando il grigio.

Lui deglutí e, poi, annuì, anche se controvoglia.
Odiava rispondere per primo, specialmente su temi così delicati come l'amore.
E se l'avrebbero preso in giro?

<<Credo che l'amore sia qualcosa di effimero e di difficile da comprendere. Non so bene cosa sia l'amore, io non credo di essermi mai innamorato in vita mia...>> iniziò a dire, ma, poi, si fermò.
Sentiva gli sguardi di tutti i suoi compagni su di sé.

Dopo, però, una cosa gli venne in mente.
Si immaginò il sorriso di Akutagawa e tutte le paure e le preoccupazioni che aveva svanirono.

<<No, forse mi sono innamorato. Comunque, penso che, quando si ama una persona, si provi delle emozioni indescrivibili. Il cuore batte forte, quando si ha la persona amata vicino, le guance si imporporano e si vuole tenere stretti a sé quella persona.>> concluse Atsushi.

"Anche se la si odia." pensó, in fine, nella sua testa.

Per formulare quel discorso, seppure per lui era una cosa alquanto mediocre, aveva pensato a Ryunosuke.

Si conoscevano da tre settimane, eppure i forti sentimenti che aveva provato già dal loro primo incontro gli erano risultati strani.
Era come se si fossero rivisti dopo tanto tempo.
Era come se continuavano ad odiarsi e ad amarsi da un'infinità di tempo, e, ora, dopo anni, si erano finalmente ritrovati.
Tutto ciò pareva ad Atsushi come una lunga corsa attraverso i secoli e non ci stava più capendo niente.

Non sapeva cosa pensare e neanche come agire.
Doveva allontanarlo e lasciarlo perdere, oppure avvicinarlo a sé e dirgli ciò che il suo cuore sentiva?

Tutto questo lo stava mandando nella più totale confusione e ci volle un pugnetto sulla spalla da parte di Kenji per farlo ritornare ai suoi pensieri primari.

Dopo che anche altri suoi compagni esposero i loro pensieri, la lezione continuò normalmente.
Nakajima, per tutta la parte finale dell'ora  non pensò più ad Akutagawa.

Finite le lezioni, Atsushi salutò Naomi e Kenji e si avviò, afflitto, verso l'uscita della scuola.
Notò, con grande dispiacere, che stava ancora piovendo e guardò il suo ombrello mal ridotto.

Sospirò e, poi, si decise a buttarsi sotto la pioggia.
Venne, però, fermato da una mano, che si poggiò sulla sua spalla e lo tenne fermo sotto il portico della struttura scolastica.

Atsushi si girò e i suoi occhi incontrarono quelli celesti di Ryunosuke.

<<Akutagawa?>> chiese il grigio sorpreso, ma non ottenne risposta.
<<Dove pensavi di andare senza un ombrello?>> gli domandò, invece, il corvino, aprendo il suo ombrello e prendendolo per il polso.

Nakajima arrossí all'istante a quel contatto, ma seguì lo stesso il ragazzo.

"È vero! Mi ero completamente dimenticato che abitiamo abbastanza vicini." pensó il minore, mentre il rossore sulle sue gote andava scemando, ma rimaneva ancora un po'.

I due ragazzi camminavano vicini sotto l'ombrello che Akutagawa sorreggeva.
Il corvino aveva lasciato già da un po' di tempo il polso di Atsushi che, invece, guardava ogni tanto il suo profilo.

Il grigio notò, con grande sorpresa, che la spalla destra (quella più lontana da lui) del maggiore si stava bagnando.
Ryunosuke, pur di non farlo bagnare, stava tenendo l'ombrello più che altro sopra a Nakajima.

Il minore arrossí un po', ma, poi, si avvicinò di più ad Akutagawa, che lo guardò sorpreso.
Atsushi gli sorrise e poggiò una mano su quella con cui il corvino sorreggeva l'ombrello.

<<Non ti bagnare tutto per me.>> gli disse, continuando a sorridere dolcemente.
Ryunosuke tacque qualche secondo, ma, poi, sentendo il calore che gli stava procurando la mano del minore, ricambiò il sorriso del grigio.

Voleva proteggere quel sorriso, da tutto e da tutti.
Voleva proteggere quel ragazzo anche dalla pioggia.

La tigre bianca e il drago nero - Shin Soukoku Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu