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questo sogno mi perseguita da molto tempo: *il ragazzo al pianoforte mentre suonava la sua melodia, che ho già sentito e che conosco da tempo, è ormai nella mia testa e non riesco a togliermelo.
Apro gli occhi, mi giro verso destra e vedo l'orario sulla sveglia. 6.54
Sono in panico: tra 15 minuti passa la metropolitana per andare dall'altra parte della città, nella mia bottega vicino a Central park, ma sono ancora nel letto perché non ho sentito la mia sveglia. Mi alzo velocemente, alzo la tapparella, mi giro e... cado per terra dallo spavento. Questa non è la mia stanza. Vado in bagno per sciacquarmi la faccia, ma la situazione non cambia. Non è un sogno.
Mi vedo allo specchio e sono un uomo. I suoi ricci capelli neri mi ostacolano la vista. Alzo il ciuffo e vedo il suo volto. Il suo aspetto fisico m'impaurisce.
Accedo alla sua mente ed ottengo informazioni molto importanti.
È più grande di me di qualche anno ma il suo viso bianco e sciupato lo rendono più vecchio. Parla di rado, e sebbene dotato dei denti più bianchi di tutta la nazione, ride solo se qualcosa lo diverte. Di corporatura massiccia, non è un bell'uomo: eppure, nessuna donna sa stargli lontano.
Guardandolo bene, io già lo conosco. È la sua fama a precedere il nome.
La sua casa è poco fuori New York, abbastanza vicina a Bronx, circondata da un giardino di alte mura, proprio come un'isola.
Questa è una piccola sintesi delle caratteristiche del mio nuovo corpo che ricavo dalla mia mente, che in realtà è la sua, però adesso è la mia, dopo essere stata la sua per molto tempo, ma...
Decido, allora, di uscire dalla "mia" stanza, scendo e mi sento spaesata. Non so dove e come andare da una parte all'altra in questo piccolo paesino in una grande città.
In qualche modo arrivo nel salotto, dove incontro una signora, probabilmente la donna dei servizi. "Buongiorno signor Wright, tutto bene?", mi dice e allora le rispondo con un solo "certo, signora". Riesco ad ottenere alcune sue informazioni: si chiama Ellen Pierson, ha poco più di quarantacinque anni, e lavora per "me" da oltre 7 anni, in seguito alla morte di suo padre che andò su tutti i giornali, segnando una delle pagine più tristi del distretto di Manhattan.
Vado in cucina e decido di prepararmi la mia solita colazione, ma la signora Pierson, stupita, mi chiede il perché lo stessi facendo: mentre lui legge il quotidiano sulla sua poltrona di pelle d'asino, lei tutti i giorni gli prepara la colazione, sempre allo stesso orario, 7.20, per poi finirla alle 7.25 e cominciare a vestirsi per andare a lavoro. Dopo aver finito di fare colazione, si prepara, prende la sua macchina e si dirige presso Wall Street dove si trova la sua azienda, che secondo molti esperti potrebbe divenire, nel campo economico, una delle multinazionali più importanti della storia dell'umanità.
Decido, allora, di seguire la sua solita routine e, dopo circa 35 minuti arrivo nel parcheggio dell'azienda. Dopo aver affidato le chiavi della "mia" macchina, con cui ho avuto non poche difficoltà, ad un signore abbastanza scorbutico, scendo dall'auto, alzo gli occhi e vedo questo enorme palazzo che sembra non finire mai. Entro e vengo accolta con grande clamore, una situazione a cui non sono per niente abituata, lavorando nella mia piccola bottega. Prendo l'ascensore e salgo al 69 piano, dove è situato il mio ufficio, e che corrisponde anche al piano più alto di questo grattacielo. Passo la mia giornata affidandomi a Jackson, a quanto pare.
Arrivano velocemente le 19 e ho appena finito una riunione con altri capi d'azienda di varie metropoli mondiali. Complessivamente è stata una giornata abbastanza complicata per i vari impegni, per le varie persone che ho dovuto incontrare pur non sapendo niente di loro, per questa nuova vita... Ma è proprio questo il punto. Da oggi è iniziata una nuova vita per me? Non potrò mai più tornare alla mia vita di prima? Sarò costretta a dover vivere in un corpo di un uomo, dopo essere stata per tutto questo tempo, una donna?
Ed ecco, che nella mia testa, comincia a riprodursi nuovamente quella maledetta melodia. Pensavo di essermela tolta dalla testa pensando ad altro durante questa giornata ma, niente.
Chiudo gli occhi e cerco di farmi trasportare da questo suono ininterrotto per ottenere delle risposte abbastanza esaustive...
Tuttavia, vedo solamente un posto chiuso al buio, da cui, molto probabilmente, è impossibile uscirne. Decido, allora, di tornare a casa e rilassarmi sul mio nuovo letto e bere un bicchiere di whisky per far sì che tutto questo sia solamente un lungo sogno e che domani mi alzi nella mia stanza per poi recarmi nella mia piccola bottega.
Arrivo, apro la porta e vedo la signora Pierson che si sta preparando per andar via e la saluto. Prendo la bottiglia di whisky e vado su, in camera "mia". Mi sdraio sul letto, chiudo gli occhi e...

SolasWhere stories live. Discover now