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Cammino verso il palco, incantata da una melodia travolgente che chiama il mio corpo e muove le mie gambe. è tutto buio, un'atmosfera tetra e cupa. Mi muovo incosciamente, come se conoscessi la strada da percorrere. Perche? Dove sto andando? O meglio, dove mi sta portando? Salgo le scale, entrando dalle quinte. Mi fermo davanti ad una pesante tenda di velluto rosso, macchiata di una sottile polvere   che assomiglia alla pece. La scosto, mettendo un piede davanti all'altro facendo scricchiolare il legno usurato del  palco. I riflettori illuminano un maestoso pianoforte a coda, su cui era adagiata una rosa rossa. vedo improvvisamente il mondo girare vorticosamente, mi sento risucchiare in un'altra dimensione.
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Non sono più sulla mia poltrona di pelle d'asino, ma piuttosto su uno squallido e obsoleto sgabello nero. Davanti a me c'è un piano forte e sulla mia testa avverto una luce accecante, un riflettore credo. Quindi deduco di non trovarmi più nel mio lussuoso attico ma in un fatiscente e diroccante teatro. Non so perchè questo posto mi sembra familiare. Cerco di trattenerle, ma le mie mani iniziano a comporre, dopo tanti anni quell'orribile cozzaglia di note, odio questa musica, odio questo piano e odio anche questo teatro... ho finalmente capito dove mi trovo, voglio subito andarmene ma sento come delle catene nel cuore che mi obbligano a non scappare e continuare a suonare quelle dannatissime note. Mentre suono avverto una presenza nei dintorni, tuttavia non mi giro, continuo a suonare quella melodia. Per quanto io voglia nn riesco a smettere. Ad un certo punto quelle note iniziano a risuonare come tamburi nella mia testa e improvvisamente tutto diventa oscuro.

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