Capitolo 3

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Samantha's pov

Arrivata a casa andai in cucina dove trovai mia mamma che cucinava...

"Com'è andata a scuola?" Chiese

"Una merda,come sempre..." dissi sedendomi al tavolo

"Samantha... Almeno quando parli con tua madre,potresti cambiare linguaggio?" Le risi in faccia...Che stronzata

"No... Non cambio per nessuno,nemmeno per te" dissi

"Perchè sei diventata così stronza? Eri così dolce da piccola e-" almeno qualcuno si chiede il perchè...

"Hai detto bene,ERO,da piccola... Ma adesso è tutto diverso... E se sono stronza,ricordati che un motivo c'è... Un motivo c'è per tutto"

"Sei diventata così da quando-" ma la fermai... Non puó continuare...

"No... Non dirlo" scattai

"Allora è per questo motivo..."

"Basta! Cazzo! Basta! Non lo voglio ricordare... Ma poi a te che cazzo frega di me? Se sono diventata stronza e anche colpa tua! E lo sai benissimo!" Urlai

"Mi dispiace Sam-"

"Stronzate! A te non dispiace un cazzo!" Dissi e andai in camera mia...

Quando fa così non la sopporto...

Chi cazzo si crede di essere?

Mi ha rovinato la vita e chiede scusa?

Ma che vada a fanculo!

"Samantha..." Disse mia madre entrando dalla porta...

"Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare?" Dissi acida...

"Fammi parlare-" col cazzo proprio

"No! Nom ti lascio parlare! Vieni con me..." Dissi,più che altro irla arrabbiata.
E la portai in cucina...
"Prendi un piatto" dissi sedendomi sul tavolo...
"Buttalo a terra" ma lei esitó "mamma,buttalo a terra" e si ruppe il mille pezzi... Mi alzai e andai a prendere la colla
"Tieni... Adesso riaggiustalo" dissi

"Ma è impossibile" rise non capendo quello che le volevo far capire

"Non riesci? Quindi se un piatto si rompe,non riuscira a farlo tornare come prima,giusto?"

"È impossibile" disse

"Perfetto... Adesso sai alla perfezione come mi sento... E ricordati che come hai rotto quel piatto... Hai rotto pure me"

Qualche lacrima scese dai suoi occhi,ma poco m'importa...
Andai in camera mia e accesi la musica...

Lo so... Sono stronza...

Harry's pov.

Cazzo quanto era bella.
Avevo due opzioni: dimenticarla o conquistarla.
Nel primo caso non so se cel'avrei fatta, ma daltronde nemmeno nel secondo.
Tornai a casa con il mio motorino nero e rosso.
Avevo l'aria del bad boy: Rayban neri, senza casco, giubbotto in pelle.
A metà strada, giunto al punto dove nessuno mai passava, mi tolsi il giubbo e gli occhiali e mi misi il casco. Arrivai a casa passando dalla solita strada, alla solita ora, con il solito mezzo, senza nessuno. Completamente deserta.
Arrivato a casa aprii la porta di vetro di casa mia e lanciai le chiavi sul tavolo.
Per poco non fecero cadere il vaso in porcellana.
Ci era mancato un soffio.
Urlai:

"Mamma sono tornato!" e corsi in camera mia con lo zaino.

Lo svuotai, riponendo tutti i libri sugli appositi scaffali.
Poi scesi, diedi un bacio a mia sorella Gemma che era sul divano a guardare la tv e mi diressi in cucina, dove apparecchiai la tavola...
Non ero sempre stato così.
Da quando papà se n'è andato da Hoboken,in casa ci siamo solo io mia sorella Gemma e mia mamma Anne.
Mamma uscì dal suo studio e venne in cucina, dove finì lei di preparare il pranzo.
Mangiammo tutti insieme, chiesi a Gemma come era andata la giornata e a mamma se il lavoro provedeva bene come al solito.
Daltronde vivevamo in una villa di vetro in periferia, dove nessuno mai veniva, ma comunque i costi per mantenerla non erano bassi.
Ricevetti da entrambi un sorriso e una risposta positiva.
Finito il pranzo sparecchiai e andai in camera mia a riordinare, fare i compiti assegnati dalla Sprite (odio quella donna) e ad ascoltare la musica.
Quando sono solo, lasciato in pace, posso fare ciò che voglio.
Essere ciò che sono.
E io non sono sono il bad boy che ascolta tutte canzoni rap, ma io amo il pop.
Nel pomeriggio verso le 4 avevo un appuntamento con Luke ai giardinetti abbandonati.
Uscii vestito come a scuola e lo raggiunsi.

"Styles!" mi disse quando mi vide.

"Hemmings" risposi io.

Trascorremmo il pomeriggio a rompere vetri con i petardi, a suonare i campanelli della gente e a rompere auto.
Arrivammo a una villa in centro molto illuminata e facilmente penetrabile.

"Hey Styles, che me dici di farci un giro? Potrebbe essere come amdare al centro commerciale"

Così ci dirigemmo verso la casa. I proprietari erano probabilmente viano partiti per un viaggio.
Ci dirigemmo verso la porta del retro e Luke alzò il tappeto.
Sotto si trovavano le chiavi. Entrammo in casa e prendemmo tutto ciò che trovammo: soldi sotto il etto e nell'armadio, gioielli in oro argento e perle, perfino un cellulare in cucina. Uscimmo e richiudemmo la porta per bene per non destare sospetti.
Arrivai a casa vero le 7, giusto in tempo per preparami e poi andare a mangiare una pizza e poi in disco con Zain.
Mi feci una doccia e mi vestii, quando alle 8 suonò il campanello. Trascorremmo la serata a guardare le fighe in disco, a limonarci qualcuna, ma non ricordo precisamente.
Colpa della vodka.
Arrivai a casa abbastanza sobrio, l'unica cosa è che non riuscivo a inserire la chiave.
Un attimo.
Forse non era la chiave.
Era qualcosa di più...mmm...rettangolare.
Forse è il quaderno di letteratura, stupida Sprite.
Ah ecco le chiavi.
Mi diressi dritto nella mia camera prima di sprofondare in un sonno interminabile.

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Ecco il terzo capitolo!!

lisabrocca

BAD GIRLWhere stories live. Discover now