CAPITOLO 8 - 8.3 I guerrieri più forti del mondo

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Heiko, Miu e Kalooy lo imitarono. La scena era così surreale che nessuno osò parlare, neppure quando i principi tornarono ad accomodarsi.

Fu Yumiko che, appoggiata una mano sul braccio di Heiko e l'altra su quello di Namis, si rivolse ai terrestri.

"Spero di potermi esprimere anche a nome vostro quando dico che, per quanto non sia stata una scelta semplice, e altrettanto difficile sarà il percorso che ci attende, non mi scambierei con nessun altro al mondo. Ma su, mangiamo, altrimenti si fredda."

Sayuri si fiondò sul banchetto e Kalooy la seguì al volo, rimproverato da Miu che lo avrebbe voluto più educato nel rispetto del ruolo che ricopriva.

Taiki invece mangiava composto e allungata la mano per prendere un piatto se lo vide soffiare da Watanabe. Il ragazzone gli offrì di servirsi e con timidezza fece al contempo una piccola confessione.

"A essere sincero, Coraggio me lo immaginavo più alto. Ma credo sia reciproco: non ti aspettavi che Pietà fosse un tipo come me, dico bene?"

"S-sì, hai ragione. Avevo tutt'altra idea del tuo aspetto", sorrise Taiki che, spostato il tovagliolo dalle gambe al collo, urtò l'amuleto e lo estrasse da sotto la maglia.

"A proposito di aspetto. Posso vedere il tuo?"

"In verità non ce l'ho più. Superata la prova diventiamo noi stessi la Virtù."

"Ah, non lo sapevo. Sono ancora inesperto su tante questioni. In effetti, anche Eiji non aveva alcun amuleto, però in quel caso la Virtù era in un altro corpo...", rimuginò

"Saggezza, giusto? Com'è stata la sua prova?"

"Gli è stato posto un indovinello, ma si è trattato di una specie di passaggio. Penso tu sappia che prima di lui era stato scelto suo nonno."

Taiki proseguì raccontando di quel momento, della tensione che lui e Miu avevano provato, senza omettere il dettaglio del vento caldo e della luce gialla negli occhi dell'amico.

"Sarà stato emozionante", affermò Watanabe che per far smettere di litigare Kalooy e Sayuri per un involtino, decise di mangiarselo, attirando su di sé le ire di entrambi.

Trovato altro da divorare, i monelli ricominciarono l'abbuffata e Taiki poté continuare.

"La tua prova è stata difficile? Io non so proprio cosa aspettarmi. Forse conoscendo le vostre esperienze potrei farmi un'idea."

Watanabe aveva l'aria imbarazzata.

"Anche in questo caso non so se posso esserti d'aiuto, vedi io..."

"Perché? Guardalo bene", intervenne Kalooy. "Lui è nato per essere il Custode di Pietà. Dai, racconta!"

Quest'ultimo scombinò i ricci del Protettore e lo accontentò.

"È iniziato tutto una notte d'inverno di cinque anni fa. Ricordo che nevicava parecchio e si gelava. Tornando a casa incrociai una signora che raccoglieva le poche cose che possedeva da una panchina. Non avevo molto da offrirle, così le diedi qualche soldo e il mio cappotto. Per ringraziarmi voleva che accettassi il suo foulard, ma ero certo che per lei fosse prezioso e la convinsi a tenerlo. Felice e commossa se ne andò."

"Ripresi la mia strada e dopo pochi metri notai sul manto bianco un bagliore violetto. Era un amuleto mezzo sepolto dalla neve, raffigurante una fenice. Pensando fosse della signora provai a cercarla, ma la tempesta era così fitta che aveva già cancellato le orme. Tentai di rintracciarla il giorno successivo e quello dopo ancora, ma nulla da fare. Denunciai alla polizia lo smarrimento di quel ciondolo e glielo consegnai però, come da prassi, dopo un mese di ricerche infruttuose, me lo restituirono. Lo indossai per un po', magari qualcuno lo avrebbe notato e si sarebbe fatto avanti, ma per paura di perderlo a mia volta, finii col metterlo in un cassetto e dimenticarlo. Questa primavera, radunati degli oggetti per fare beneficenza, l'ho visto e, non so perché, ho sentito il bisogno di metterlo al collo. Fino alla fine della giornata ho sperato che si palesasse la signora, invece..."

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now