Quattordici.

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Dopo cena, Kurt e Blaine decisero di fare una passeggiata nel parchetto vicino il ristorante. Camminavano l'uno affianco all'altro, facendo sfiorare appositamente le loro mani. Non volevano dare troppo nell'occhio, infondo erano pur sempre in una piccola città dell'Ohio dove la mentalità era ancora chiusa a certe cose e non volevano rovinarsi la serata per qualche stupido ignorante.
«Dimmi qualcosa di te che nessuno sa» disse Kurt fermandosi difronte al piccolo laghetto artificiale del parco, si poggiò sulla ringhiera con i gomiti e guardò per un secondo la luna riflettersi nell'acqua, poi alzò lo sguardo su Blaine.
«Qualcosa di me che nessuno sa? -domandò e Kurt annuì mentre Blaine si morse il labbro con fare pensieroso- Beh mi piace cantare» disse poi sorridente.
«Non vale, questo già lo so» ribatte Kurt facendo ridere il riccio.
«E oltre a cantare mi piace anche suonare il piano, da piccolo ho preso lezioni e credo di cavarmela» raccontò poi e Kurt strabuzzò gli occhi.
«Tu cosa? Pretendo di sentirti suonare il piano Anderson!» affermò assottigliando gli occhi e puntandogli un dito contro. Blaine rise per poi annuire.
«Va bene Hummel, farò tutto quello che vuoi -rise ancora spingendolo leggermente con la spalla- Ora però voglio sapere qualcosa su di te che nessuno sa»
«Okay ma.. promettimi di non prendermi in giro» disse guardandolo attentamente.
«Non lo farei mai, Kurt» rispose con tono serio guardandolo negli occhi, Kurt annuì poi sospirò prima di iniziare a parlare.
«Come già sai, mia madre è morta quando io avevo solo otto anni ma eravamo molto uniti -iniziò a parlare e Blaine gli strinse di nascosto la mano, Kurt abbozzò un sorriso per poi spostare lo sguardo verso il laghetto- Ogni sera, prima di andare a letto parlo con lei e le racconto la mia giornata. E mi piace pensare che ovunque lei sia ora, mi stia ascoltando. Forse sembrerà stupido, ma mi fa sentire vicino a lei» confessò tenendo lo sguardo fisso sul lago. Blaine gli strinse ancora la mano e poi lo fece voltare delicatamente verso di lui.
«Non penso affatto che sia stupido, Kurt. Anzi la trovo una cosa molto dolce» gli sorrise e Kurt fece lo stesso e in quel momento avrebbe davvero voluto baciarlo. Le sue labbra non erano mai state tanto invitanti come lo erano in quel momento e i suoi occhi illuminati dalla fioca luce dei lampioni e delle stelle erano davvero incantevoli. Ma non lo fece, non lo fece perché non erano soli in quel parco. Così si limitò a sorridergli e allungò una mano verso di lui, stringendo la sua come a dirgli "Vorrei tanto baciarti in questo momento" e Blaine ricambiò la stretta facendogli capire che anche lui avrebbe voluto baciarlo.
«Sai, gli ho parlato anche di te» confessò poi riprendendo a camminare al suo fianco e tornando verso la macchina.
«Di me? Davvero? -chiese incredulo Blaine e Kurt annuì, certo che aveva parlato di lui, come avrebbe potuto non parlare a sua madre di lui- E cosa.. cosa le hai detto?» 
«Le ho detto che c'è un ragazzo, forse un po' troppo basso -scherzò e Blaine lo spinse di nuovo facendolo ridere- Dicevo, le ho detto che c'è un ragazzo un po' basso ma con dei ricci adorabili e degli occhi incantevoli -disse arrossendo e Blaine sorrise continuando a camminare al suo fianco- che riesce a rendermi incredibilmente felice»

E quando furono finalmente lontano da occhi indiscreti, Blaine fece quello che aveva voluto fare per tutta la serata. Si avvicinò alle labbra e lo baciò. E poi Kurt lo invitò a scendere, perché non voleva ancora salutarlo e poi era ancora presto e il giorno dopo sarebbe stata domenica. E Blaine lo baciò di nuovo in risposta. Quello che Kurt non si sarebbe aspettato era che suo padre fosse ancora sveglio ad aspettarlo e che avesse assistito a quella piccola scena tra loro due.
Blaine si allontanò da Kurt imbarazzato solo quando sentì Burt schiarirsi la voce alle loro spalle per richiamare la loro attenzione.
«Papà» esclamò Kurt sorpreso per poi sorridere quando vide Blaine arrossire.
«Kurt, Blaine -disse con un tono serio che fece quasi spaventare Blaine- Non credi che sia ora di tornare a casa?» domandò poi guardando solo il riccio. Blaine deglutì per poi annuire.
«Si.. io, ecco io stavo andando -balbettò imbarazzato- Buonanotte Kurt -disse lasciandogli un timido bacio sulla guancia- Buonanotte» disse poi verso Burt prima di tornare verso l'auto.
«Blaine -lo richiamò poi Burt prima che potesse salire in auto- Che ne dici di venire domani da noi a pranzo? Vorrei conoscere meglio il ragazzo di mio figlio» gli disse poi sempre con tono autoritario. Blaine annuì di nuovo, all'improvviso gli sembrava difficile parlare. Aveva già conosciuto Burt, ma il contesto era completamente diverso.
«Io.. si, ci sarò signor Hummel» disse poi.
«Pensavo che avessimo superato la fase del signor Hummel» disse poi Burt dopo che il figlio gli lanciò un'occhiata gelida per il modo in cui stava guardando il suo ragazzo. E poi alla fine a Burt, Blaine era sempre piaciuto, ma stava facendo il duro solo perché aveva scoperto quella mattina stesso che quel ragazzo adesso non era solo il migliore amico del suo figliastro, ma stava anche frequentando suo figlio.
«No.. io.. Buonanotte Kurt, buonanotte Burt» disse di nuovo prima di salire il auto e andare via.
«Dovevi proprio farlo? -domandò innervosito Kurt quando rimase solo con suo padre. E se ora Blaine si fosse spaventato? Certo Blaine conosceva già la sua famiglia, conosceva Carole da ancora prima di lui, ma si frequentavano da poco ed era ancora troppo presto per le presentazioni ufficiali.- Che bisogno c'era di invitarlo a pranzo?»
«Non è la prima volta che quel ragazzo si ferma a pranzo da noi -rispose tranquillamente Burt rientrando in casa- E poi volevo conoscere meglio il ragazzo di mio figlio»
«Lo conosci già.. è il migliore amico di Finn è praticamente quasi sempre qui» gli fece notare Kurt.
«Si, ma voglio conoscerlo in qualità del ragazzo di mo figlio ora» spiegò Burt sempre con lo stesso tono. Kurt sbuffo, salutò velocemente suo padre prima di salire in camera sua dove chiuse la porta. La prima cosa che fece fu inviare un messaggio a Blaine, per poi osservare i fiori che gli aveva regalato.

Oh, there you are || KlaineOù les histoires vivent. Découvrez maintenant