Capitolo 3.

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Rimango immediatamente bloccata sul posto.

Chi è? Chi ha scritto quel messaggio?

-Elizabeth? Stai bene?-mamma appoggia una mano sul mio braccio.

-Oh sì mamma...tutto bene.-dico e poi ci salutiamo. Guardo andare via i miei genitori e mio fratello per poi

rileggere il messaggio più e più volte e cercare di darmi una risposta che non arriva. L'unica certezza che ho è che questa persona conosce il mio segreto e questo non va per niente bene. L'unica a conoscerlo è la mia migliore amica. Ho rivelato questa cosa solamente a lei,nessun'altro ne è a conoscenza.

Mi sto agitando parecchio,perchè solo un Ritch può essere a conoscenza del fatto che sono la principessa dei Royals.

Mi guardo intorno impaurita,ma tutto ciò che vedo sono persone che camminano spedite da una parte all'altra dell'aeroporto. Ho la gola secca e sento per la prima volta dopo tanto tempo una senzazione che si fa spazio nel mio stomaco:la paura.

Con le mani che tremano infilo il cellulare nella borsa e mi incammino verso il gate. Dopo poco sono già sull'aereo e prendo posto accanto al finestrino.

Guardo il soffitto dell'aereo non sapendo cosa fare. Sono ancora terribilmente spaventata ed ho solo bisogno di parlare con qualcuno di ciò che mi è appena accaduto. Prendo il cellulare e lo sblocco:ho bisogno di chiamare Violet.

Compongo il suo numero e aspetto che risponda. Dopo qualche squillo sento la sua voce.

-Pronto? El?-dice.

-Ciao Violet.-

-Tutto bene?-

-No Violet non va per niente bene.-mi appoggio al sedile.

-Che succede? Non vuoi più partire?

-No. Ti ho chiamato perchè prima ho ricevuto un messaggio.

-Beh,e che cosa direb...

-Qualcuno sa del mio segreto Violet.-la interrompo.

-Cosa?-chiede. E' agitata.

-Hai capito. Credo sia un Ritch. Non so che fare...-le lacrime stanno per uscire ma le reprimo.

-Innanzitutto calmati,non agitarti. Pensa solamente ad andare in California. Scappa Elizabeth,scappa.-dice. Proprio in quel momento una voce metallica annuncia che l'aereo sta per decollare e che i passeggeri sono pregati a tenere ogni dispositivo spento e ad allacciare le cinture.

-Okay...l'aereo sta...sta per decollare. Devo spegnere il cellulare. Grazie di tutto Violet. Ti voglio bene.-dico.

-Ciao El. Ricordati che ti voglio bene anche io.-

Trascino il tasto rosso chiudendo la chiamata. Violet ha ragione:ora devo solo pensare a rilassarmi ed andare in California. Devo scappare da tutto questo casino e dimenticare per un po' i miei problemi.

Allaccio la cintura di sicurezza e poi appoggio la testa al sedile godendomi il panorama fuori dal finestrino. Chiudo gli occhi e piano piano mi addormento.

Sono in un bosco. La fitta vegetazione ricopre gran parte della mia visuale. Alzo lo sguardo verso il cielo e mi accorgo che di quest'ultimo rimane solo un buco circondato da piante altissime. A fatica mi alzo in piedi e sento un rumore alle mie spalle. Di scatto mi giro ma non trovo niente,perciò comincio a camminare velocemente senza una meta precisa. I miei piedi affondano nell'erba alta e io continuo a spostare piante con le braccia per cercare di andare avanti in questo ammasso di vegetazione. D'un tratto inciampo in qualcosa e cado a terra,ma fortunatamente riesco a sorreggermi con le mani e a non farmi male più di tanto. Agilmente ritorno in piedi e continuo a camminare finchè in lontananza non scorgo una luce. Continuo a camminare,ma sembra che più io vada avanti più la luce vada nella direzione opposta,allora comincio a correre,corro più veloce che posso.

Salto un tronco e per miracolo non cado a terra. Mentre corro noto che la luce non si muove più:ora è immobile e sembra mi stia aspettando.

Più mi avvicino più sento caldo e mi rendo conto che sto perdendo i sensi. Ma non mi do per vinta:la luce è vicina e io devo raggiungerla perchè sento che può essere l'unico modo per uscire da questa dannata foresta.

Le gambe stanno per cedere e gli occhi vogliono chiudersi,ma io non voglio arrendermi. E' un attimo:salto l'ultimo cespuglio e poi entro nella luce.

Sento qualcosa di duro sotto la mia guancia e apro gli occhi. Immediatamente mi alzo in piedi accorgendomi di essere in una piazza. Mi avvicino alla fontana al centro di quest'ultima e mi guardo intorno:sotto i portici ci sono delle botteghe chiuse. Spaesata mi guardo intorno quando da uno dei negozi proviene un rumore stridulo. La porta di una bottega si apre ed esce un ragazzo dal volto sconosciuto che mi tende la mano. Esterrefatta,l'afferro e poi accade l'immaginabile.

Di scatto apro gli occhi raddrizzandomi sul sedile. Sto respirando affannosamente perciò cerco di calmarmi. Guardo l'orologio e mi accorgo di aver dormito per circa due ore. Metto le mani nei capelli tentando di rilassarmi e butto fuori un po' di aria dalla bocca.

E' sempre il solito incubo che mi tormenta da un po' di tempo l'unica differenza è che di solito sogno solo la parte in cui mi trovo nella piazza. La parte della foresta è del tutto nuova per me non mi piace per niente.

Ho sempre odiato gli incubi,ma purtroppo in questo periodo ne sto avendo troppi e mi sto seriamente preoccupando.

Calmati El,respira.

-Ehi,tutto bene?-sento dire da una voce alla mia destra. Mi volto e mi accorgo di avere un vicino. Maschio e per di più che maschio. Ha i capelli neri,la carnagione olivastra e il viso dai tratti orientali . Mi mordo nervosamente il labbro e sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio distogliendo lo sguardo da quegli enormi occhi marroni.

-Ehm...sì tutto bene grazie.-balbetto. Non sono mai stata brava a socializzare,soprattutto con i ragazzi.

-Uhm...okay-dice e poi si mette le cuffie alle orecchie,appoggia la testa allo schienale e chiude gli occhi. Sembra morto.

Ho sete. Frugo nella mia borsa cercando dell'acqua ma non la trovo e mi maledico mentalmente per non averla portata. Tento di attirare l'attenzione di una delle hostess ma non ci riesco,perciò mi faccio coraggio e picchietto con le dita sulla spalla del mio "vicino di volo". Lui apre un occhi e io gli dico:-Scusa,avresti dell'acqua?-

Lui apre entrambi gli occhi e poi togliendosi le cuffie dalle orecchie mi chiede:-Cosa?-

-Ti ho chiesto se avresti dell'acqua da darmi.

Mi guarda stranito e infastidito. Mi domando se faccia così con tutti quelli che gentilmente gli chiedono dell'acqua.

-Sai,avrei sete. L'unico inconveniente è che ho dimenticato di portare una bottiglietta da casa e poi l'hostess non mi caga perciò...-specifico.

-Okay,okay ho capito.-dice alzandosi e prendendo uno zaino dal porta bagagli. Lo apre ed estrae una borraccia. Me la porge e io lo ringrazio per poi bere un lungo sorso d'acqua. Richiudo la borraccia e poi gliela ripongo con un sorriso. Lui si riprende l'oggetto tanto conteso per poi ritornare a fare il morto.

Che dovevo aspettarmi? E' un ragazzo,e i ragazzi sono sempre così...ragazzi.

Prendo l'iPod dalla mia borsa,infilo le cuffie nelle orecchie e poi copio la sua posizione. E' rilassante. Schiaccio il tasto Play e poi comincia il vero relax.

California,sto arrivando.

SPAZIO AUTRICE.

Ciao a tutte,

scusate per l'enorme ritardo nell'aggiornare (sono quasi due mesi,lo so).

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Se vi va,magari potreste mettere anche una stellina oppure un commentino per dirmi cosa ne pensate? Ho bisogno di sapere se vi piace come scrivo.

Al prossimo aggiornamento, Laragazzamora_♡












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