CAPITOLO 7 - 7.2 La sala della Lancia

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"E da dove arrivano la luce, un clima così piacevole... l'elettricità?"

La mano della Reggente si aprì sulla distesa d'acqua all'esterno.

"Grazie all'energia che arriva dalla Terra e che confluisce lì dentro. Il nostro mare è la nostra sopravvivenza. Se lo osservi con attenzione noterai che al suo interno ci sono dei filamenti luminosi. Provengono tutti da un filo madre, che è il collegamento fisico tra Zemlyan e la Terra. Diramandosi, essi si uniscono alle isole e forniscono loro ciò di cui hanno bisogno. Fin qui è tutto chiaro?"

"Faccio un po' fatica a immaginarlo."

"Dunque, visualizza una sfera nella quale è racchiuso per metà del liquido su cui galleggiano degli oggetti ancorati al fondo, grazie a sottilissimi ma robusti fili. Il liquido è immobile, perciò gli oggetti, non si muovono. Se illumini la sfera dal basso la luce si rifletterà anche verso l'alto e questo fenomeno garantisce che il cielo abbia questo aspetto e che ogni cosa riceva energia."

"Vuoi dire che quello che vedo lassù è il riflesso del mare?", domandò Taiki con il muso all'insù.

"In un certo senso sì", confermò Kana che ricominciò a camminare, "ma non tutto ciò che arriva dalla Terra è puro. Quando la Creazione fu completata, gli Antichi si resero conto che qualcosa nella Lancia ne offuscava la perfezione. Decisero di separarlo dal resto, ma non poterono distruggerlo, perché capirono che era imprescindibile per equilibrio."

"Perché insieme a Saggezza, Onore, Giustizia, Pietà e Coraggio c'era... Ombra?"

"È corretto. Ciò che definisce le Virtù è il loro essere e, al contempo, il loro non essere, ma non credo di dirti nulla di sensazionale. Vale per tutto ciò che si può descrivere e anche l'Ombra è, pertanto, una Virtù. Ma torniamo alla nostra storia: una volta divisa dal nucleo, gli Antichi decisero che una linea di sangue, la mia, avrebbe protetto la Luce e qualcun altro l'Ombra."

La Reggente lo invitò a guardare in direzione di una grande scalinata che, biforcandosi, circondava due statue altissime dai volti velati, schiena contro schiena. L'una con fattezze maschili e l'altra femminili, avevano entrambe un braccio sollevato e sorreggevano il primo una sfera e la seconda una lancia. Con l'arto libero si tenevano per mano.

"Stirpe e Sorte", lesse Taiki sul basamento.

"La nostra prima, sacra, Legge. Stirpe è la mia famiglia, protettrice delle cinque Virtù, delle quali Saggezza ha il dovere di mettere al mondo gli eredi che prenderanno il posto dei predecessori."

"Miu me l'ha spiegato. Invece non ho capito la faccenda del Sacerdote."

"Il sangue è molto potente, Taiki. Noi siamo cinque e condividiamo il potere della Luce, mentre l'Ombra è una soltanto. In origine fu stabilito che il suo Protettore sarebbe stato scelto tra la popolazione e non per linea dinastica. Non ti annoierò sul come, ma anche in questo caso si tratta di solito di un bambino. Il Sacerdote in carica deve trovarlo e provvedere alla sua istruzione, finché Ombra non sia pronta al passaggio. Una volta prestato giuramento, sono due i capisaldi su cui il nuovo Protettore è chiamato a basare la propria vita: una rinuncia e un dono. Il primo riguarda il fatto che non potrà avere eredi, né una qualsiasi forma di famiglia, come i principi. Il secondo stabilisce il diritto di passaggio verso la Terra."

"Mi hanno anche detto che tu sei legata a lui."

"Per un retaggio, sì, che ci permette di equivalerci e, qualora ci fossero turbamenti dell'uno o dell'altra, di aiutarci a superarli, ma", sospirò, "nel mio caso qualcosa non funziona e non riesco a percepire l'animo di Kujo, colui che si fregia del titolo di Sacerdote."

Taiki ricordò che sia Miu sia Eiji gli avevano raccontato del problema e non seppe come consolarla, ma ormai sulla sommità, una porta maestosa e tutta intarsiata, che ricordava l'ingresso di un'antica chiesa, li ricevette.

Kana la spalancò e una luce abbagliò il drago che d'istinto si protesse.

"Ti do il benvenuto nella sala della Lancia."

Taiki riaprì gli occhi e fu pervaso dallo stesso senso di pace provato in mare all'arrivo.

La sala era uno spazio circolare con le pareti che sembravano fatte di cristallo. Il soffitto a cupola era diviso in cinque spicchi, raffigurante ognuno un animale stilizzato di colore diverso: un felino rosso, un uccello viola, una scimmia gialla, un cervo blu e, naturalmente, il drago verde, che non aveva nulla a che fare con la forma che aveva assunto.

Il pavimento era un'ampia vasca con al centro una piattaforma, attraversabile grazie a cinque passerelle trasparenti poste in corrispondenza alla vetrata superiore. L'acqua inoltre rifletteva i colori del tetto, che si mescolavano in un arcobaleno perfetto.

Taiki avanzò in punta di zampe e una statua, nel mezzo della piattaforma, attirò la sua attenzione: di forma zemlyana, anch'essa di simil cristallo, era protesa in avanti. Sembrava volesse raggiungere qualcosa, ma non c'era nulla innanzi a lei. L'espressione era triste.

"Chi è?", chiese osservando la piccola lacrima immobile a metà della guancia.

"È mia madre, Lìfe, o ciò che è rimasto di lei dopo l'attacco di Yami. La trovammo così e la Lancia era scomparsa."

"Ha provato a difenderla...?"

"Credo di sì. Ha fatto ciò che doveva: è riuscita a salvare le Virtù facendole tornare nel loro luogo d'origine, affinché trovassero i Custodi. Nel frattempo, noi abbiamo ereditato il ruolo di Protettori. Mi resta solo il rammarico di non aver potuto salutare degnamente i nostri cari."

"Tua madre è stata incredibile."

"Nessuna Reggente è mai stata come lei. Saggezza lasciò il corpo di mia nonna Nene per trasferirsi in quello di Lìfe quando aveva solo cinque anni. Si è trattato di un caso così raro che si diceva sarebbe stata la più grande sovrana di tutti i tempi. Nene, tuttavia, la istruì a dovere prima di lasciarle occupare il più alto incarico di Zemlyan. E lo fece per prepararla al meglio a svolgere un compito su cui gravano doveri e responsabilità, ma anche numerose aspettative. E su Lìfe se n'erano riversate davvero tante."

Stretta nelle spalle e avvolta dai lunghi capelli, Taiki glielo vide quasi addosso il peso di quelle parole e senza riflettere la abbracciò.

"Non sarò mai come lei, lo sanno tutti", sussurrò Kana.

"Io non ne so molto, ma me l'hai detto prima: il tuo valore non dipende dal giudizio altrui", provò a darle fiducia il drago, abbozzando un buffo sorriso.

"Dirò a Eiji che saresti stato un buon candidato nel suo ruolo."

Taiki si crogiolò nel complimento, immaginandosi al fianco di Kana nelle vesti di un drago giallo, quando lei, picchiettando il ciondolo sul suo petto, lo ridestò.

"Sarà meglio andare se vuoi avere l'opportunità di fare una piccola gita per Senka, la nostra bella città."

Il drago si affacciò allo specchio d'acqua: il liquido, in effetti, si stava dissolvendo.

"Forse anche Miu si chiederà che fine hai fatto. Ti porto da lei, io ho un'importante riunione con il Consiglio."

Taiki avrebbe avuto un milione di altre domande da porle, ma la seguì in silenzio fino alla scalinata.

"Ehi, da questa parte", si fece notare Miu al fondo. "Devo farti assaggiare una cosa."

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now