Capitolo 9

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Il fine settimana era stato strano.

Il sabato Mattia e Christian erano rimasti a letto, pranzando e cenando tra le coperte.

Quando appena finirono di mangiare Mattia si alzò per portare i piatti in cucina, Christian vide il telefono del biondo illuminarsi ed istintivamente controllò il display, scoprendo un messaggio da parte di "Charlotte🦋"

Christian passò i primi istanti a domandarsi il perché di quella farfalla nel suo nome, ma poi si era concentrato sul contenuto del messaggio:

"On se voit à l'endroit habituel ?"

Christian afferrò il suo cellulare e aiutandosi con il traduttore, ne lèsse il contenuto, facendosi scoppiare i nervi.

"Ci vediamo al solito posto?"

Che cosa voleva quella di sabato sera? Alle dieci e mezza per giunta.
Che cos'era il solito posto?

Christian si sentiva così nervoso, che senza nemmeno aspettare il ritorno di Mattia gli posò il telefono sul comodino e si coprì fin sopra la testa, fingendo di dormire.

Quando il biondo tornò in stanza il sorriso che aveva, gli morì sulle labbra, chiedendosi per l'ennesima volta cosa stesse succedendo a Christian.

Ormai spento, si distese sul letto e afferrò il cellulare sul comodino per cercare di allontanare la brutta sensazione che gli attorcigliava lo stomaco.

Quando aprì là chat di Charlotte, digitò un semplice: "non posso" naturalmente in francese, e senza rendersene conto pensò ad alta voce: "Va te faire foutre, Charlotte"

Christian cercò di trattenersi, per il modo delicato che aveva usato il biondo nel mandare a fanculo quella ragazza, ma purtroppo non ci riuscì, e sbuffò una risata sonora, che in un primo momento fece sussultare Mattia per la paura.

"Ah ma allora sei sveglio!" gli disse poi, colpendogli la spalla, mentre Christian pensava ad una scusa plausibile per non sembrare un perfetto idiota "Ti volevo fare uno scherzo" gli disse , e Mattia sorrise fintamente.

Era sconnesso, tremendamente distratto e al di fuori dal mondo, ma non era stupido.

Così decise di stendersi vicino a lui e gli afferrò una mano stringendola appena "Chri.." gli parlò sottovoce guardandolo negli occhi "Perché sei arrabbiato con me?" Gli chiese poi, avvicinandosi appena, e il moro deglutì finendo con lo sguardo sulle labbra di Mattia.

Per la prima volta in vita sua si sentiva con le spalle al muro, incapace di trovare una spiegazione o una scusa plausibile per giustificare i suoi comportamenti "Non.. non sono arrabbiato con te Matti" balbettò senza smettere di guardare la bocca di Mattia, e quando il biondo si passò la lingua tra le labbra ormai secche, Christian sentì il cuore battere ad una velocità a dir poco oscena.

Così per evitare di combinare qualche guaio, si alzò dal letto e scappò in bagno.

Dovevano allontanarsi perché Christian si conosceva, e sapeva bene che il suo limite era vicino. Se solo si fosse trovato un'altra volta così vicino a Mattia, lo avrebbe sbattuto sulla prima superficie disponibile e lo avrebbe scopato senza fare troppi giri di parole.

"Sei morto?" Sentì la voce di Mattia da dietro la porta e si bagnò il viso con l'acqua fredda, nella speranza di raffreddarsi il cervello che doveva necessariamente aver preso fuoco.

Ad ogni modo quel sabato era passato, così come la domenica che si portò via l'ennesimo spettacolo del quale Charlotte aveva naturalmente approfittato per strusciare il suo orribile culo floscio sul bacino di Mattia, come Christian aveva riferito a Carola, tramite messaggio, che però continuava a dirgli di stare esagerando con la ballerina del biondo, che in fin dei conti non era una persona così malvagia, come Christian si ostinava a pensare.

Fatto sta che passati finalmente quei due giorni, Christian fu contattato da Javier per andare a provare con la Crew di suo fratello, e dopo più di tre settimane sentì di poter tornare a volare.

Entrò in quella sala gigantesca, e cinque ragazzi gli si avvicinarono cominciando a presentarsi.
Tre di loro, escluso Christian, erano italiani, uno era spagnolo e poi ovviamente il fratello di Javier era francese.

Christian si sentì subito a suo agio con quei ragazzi, e Simone insieme a Matteo si proposero di insegnargli qualche passo, per vedere anche come se la cavasse.

Gli furono necessari dieci minuti per imparare parte di quella coreografia, che gli piaceva, ma che avrebbe volentieri migliorato con qualche passo di Break, cosa che fece notare agli altri che però di Break non ne sapevano quasi nulla.

Christian dunque si prese la briga di mostrargli come lui avrebbe ballato sulle note di "Enemy" girando sulla testa proprio all'inizio del ritornello, e riadattando qualche passo qua e là.

Quando la musica si spense, i ragazzi attorno a lui applaudirono ammaliati dalla sua bravura, così senza pensarci troppo a lungo, Olivier, nonché il leader gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise

"Bienvenue Christian. Vous êtes l'un d'entre nous"

A quelle parole lui sorrise estremamente felice.
Era uno di loro adesso.

Senza indugiare oltre si erano subito messi tutti a lavoro, e come i professionisti che erano, riuscirono a preparare una coreografia intera aggiungendo passi di Break che solo Christian avrebbe eseguito, per mettere in risalto quel nuovo membro del gruppo che aveva bisogno di conquistare i giudici della gara alla quale avrebbero partecipato la settimana dopo.

Preparare una gara in una sola settimana era difficile, ma Christian era pronto a mettersi sotto, e soprattutto aveva bisogno di distrarsi.

Aveva bisogno di staccare per un momento la spina e lasciare che le immagini di Charlotte che si strusciava su Mattia scomparissero dalla sua mente, aveva bisogno di smettere di restare in casa seduto sul divano a crogiolarsi di film mentali su lui e Mattia quando il biondo era ad allenarsi, o almeno così diceva, perché per quanto ne sapeva poteva essere in qualsiasi luogo a strusciarsi con Charlotte senza alcun tipo di intralcio.

Quel pensiero gli diede così fastidio, che quando saltò all'indietro prese più slancio del solito, riuscendo ad effettuare il passo in modo più d'effetto del solito.

"Forse questa rabbia posso sfruttarla a mio piacimento." pensò tra se e se.

E passò le restanti tre ore, in quella sala da ballo, insieme a cinque ragazzi appena conosciuti che con sua sorpresa lo avevano accolto così bene, da fargli modificare le loro coreografie facendolo persino mettere in mostra dandogli una breve parte di assolo.

Colpa della Torre Eiffel -ZenzonelliWhere stories live. Discover now