Capitolo 4

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Mattia si era svegliato e aveva fatto del suo meglio per non svegliare anche Christian, ma quello non appena aveva sentito la testa riccioluta del più piccolo staccarsi dal suo petto, aveva spalancato gli occhi.

Ancora non si capacitava di come il suo corpo percepisse la mancanza di Mattia, e dunque non gli consentisse di continuare a dormire.

E Christian da una parte voleva ridere, perche quella cosa gli capitava a cinque anni, quando non riusciva a dormire senza sua madre o sua sorella accanto, perché aveva paura dei mostri sotto il suo letto, ma adesso che aveva vent'anni e sapeva perfettamente che i mostri sotto il letto non esistevano non riusciva proprio a capire perché l'assenza di Mattia comportasse anche l'assenza del suo sonno.

Perche si, si stava rendendo conto che la sua mancanza di sonno fosse condizionata dal suo amico. Non importava quanto cercasse di convincersi che fosse il clima o da quale parte dell'emisfero si trovasse. Christian riusciva a dormire tranquillo solo se c'era Mattia.

"Ti ho svegliato? Scusami Chri.." Christian lo guardò e gli sorrise, accarezzandogli una guancia. Pensava fosse tenero, estremamente tenero, e adorava stare con lui in quel modo, sul letto a sfiorargli le guance tonde, mentre gli occhioni azzurri si illuminavano e di tanto in tanto si socchiudevano, quando Christian stringeva leggermente la presa.

La verità era che nessuno dei due avrebbe mai voluto spezzare quei momenti, perché a entrambi facevano andare il cervello in pappa e perché entrambi sentivano uno sciame di farfalle che dallo stomaco si arrampicava alla gola.

"Immagino tu debba andare ad allenarti per stasera, vero?" Stavolta fu Christian a parlare, e Mattia annuì con un leggero broncio "Facciamo colazione insieme?" Gli propose poi, stringendo una mano del moro, e quello annuì prima di lasciargli un bacio leggero sul dorso della mano che se ne stava appoggiata sulla sua.

Christian non se ne rese conto, ma quella piccola attenzione fece arrossire completamente Mattia, che si alzò dal letto e si diresse in cucina a passo svelto.

Appena anche lui lo raggiunse in cucina, il più alto sollevò la testa verso l'orologio e si rese conto che fossero ancora solo le otto, così si voltò verso il biondo che stava versando del succo ace in due bicchieri "Quanto provate?" Gli chiese prendendone uno e sorseggiando la bevanda arancione "Qualche ora. Prima di pranzo ci fermiamo e poi ci si rivede nel pomeriggio" gli spiegò Mattia, passandosi una mano tra i capelli per cercare di trattenere tutta l'ansia che gli scorreva nelle vene, ma Christian lo conosceva bene e lo capì al volo, per questo gli si piazzò davanti e gli sollevò il viso con due dita, facendo scontrare i loro occhi.

"Sei il ballerino più forte che conosco, lo sai?" Le labbra di Mattia si incurvarono verso l'alto, in un leggero sorriso, e Christian continuò a parlare "Sai che quando balli in mezzo a tanta gente, tu risalti più di tutti? Sei...magnetico. È letteralmente impossibile staccare gli occhi da te, da come ti muovi. Sei un tutt'uno con la musica, sembra quasi che le canzoni siano scritte per essere ballate da te" e non si era nemmeno reso conto di aver parlato così tanto.

A dire il vero voleva solo dire qualche bella parola al suo amico, ma non capì nemmeno come si ritrovò a fargli quel discorso.

Lui le pensava davvero quelle cose, dalla prima volta che Mattia gli aveva mandato i video di quello spettacolo, però non aveva mai pensato di dirglielo, pensava Mattia lo avrebbe guardato sconvolto se glielo avesse detto, invece il più piccolo gli sorrise e lo strinse forte sussurrandogli un flebile "ti voglio bene" all'orecchio.

Erano rimasti abbracciati per un po', come al solito, e poi avevano finito di fare colazione mettendosi d'accordo su quello che avrebbero fatto quella sera, ammesso che poi entrambi ne avessero avuto voglia.

Dopo che Mattia era corso agli allenamenti, Christian aveva cominciato a svuotare le sue valige, riponendo i suoi vestiti insieme a quelli di Mattia, "come ai vecchi tempi" si disse tra se e se. Eppure dopo aver finito, non sapendo che fare, si sdraiò sul divano e con il telefono andò in cerca di alcune esibizioni di Amici.

Si ritrovò a guardare il suo ingresso nella scuola, seguito dal passo a due tra Mattia e Francesca, eseguito come sfida immediata.
Si ritrovò letteralmente ipnotizzato da quel video, tanto che quando questo finì lui non se ne rese nemmeno conto, e si concentrò su quello che partì subito dopo, quello che nessuna fan aveva aveva superato, nonostante di tempo ne fosse passato.

Corazon de Melon.

Quell'esibizione era stata particolare.
Dal primo istante, quando l'aveva vista in sala prove, Christian l'aveva trovata pazzesca, per non parlare di quando la vide dalla casetta, a causa del mal di gola.

Come aveva detto quella mattina, Christian considerava Mattia un ballerino attraente.
Era ipnotico il suo movimento accompagnato da quella mimica facciale a dir poco stupenda, che gli consentiva di rimanere completamente impassibile anche quando si ritrovava a dover sollevare ballerine più alte di lui.

Un ballerino davvero attraente.

Perso nei suoi pensieri, Christian aveva finito per leggere l'ora sullo schermo del telefono, così decise di mettersi ai fornelli per preparare qualcosa di buono per accogliere Mattia dopo le prove, che sicuramente sarebbe stato a pezzi.

Così aprì il frigo e prese le prime cose che trovò, preparando un pranzo semplice ma d'effetto, e mentre c'era si occupò anche di preparare un bel tiramisù, visto che era molto che non lo mangiavano insieme.

Non appena spense il forno sentì la porta di casa chiudersi, e subito Mattia gli arrivò vicino, lasciandogli un bacio dolce sulla guancia.

"Come è andata?" Gli chiese infilando una mano tra i ricci biondi per scompigliarli, e il più piccolo rise "Tutto bene. Mi sento carico" Christian lo strinse tra le sue braccia e gli diede un bacio tra i capelli, invitandolo poi a sedersi per pranzare, e quello spalancò gli occhi non appena capì "Cioè tu davvero ti sei messo a cucinare?-rise sonoramente- Non riesci proprio a stare lontano dalla cucina eh?" Mattia stava palesemente alludendo a quando entrambi erano in casetta, e Christian lo capì al volo, infatti scosse la testa e alzò le spalle "Che posso dire: sono uno gnocco. Il mio posto è la cucina" scoppiò a ridere prima ancora di finire quella frase, e il biondo annuì ridendo a sua volta "Tutto ha più senso adesso!" Concordò Mattia, continuando a ridere, e tra un risata e l'altra finalmente si sedettero e mangiarono.

Colpa della Torre Eiffel -ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora