"Ancora non ci credo che oggi pomeriggio dovrò lavorare" mi lamentai controllando l'orario sul grande orologio appeso ad una delle colonne del binario cinque.

"Certo che i tuoi colleghi sono proprio stronzi. Per una volta potevano venirti incontro, ti fai sempre in quattro per aiutare tutti e quando hai bisogno tu ti voltano le spalle."

"Non fare quel broncio Jungkook" gli dissi con un sorriso, dandogli una piccola spallata. "Vuol dire che tu e Tae avrete più tempo per stare soli, così magari questa sera non dovrò fare il terzo incomodo a cena."

Lo sapevo benissimo che erano parole al vento le mie, perché quei due sarebbero stati incollati almeno per le due settimane seguenti, respirando la stessa aria, probabilmente scambiandosela in un modo a cui avrei volentieri evitato di assistere.

"Facciamo così" dissi ad un tratto guardandolo con aria di sfida. "Sasso, carta o forbice: chi vince lo saluta per primo quando arriva."

"Non esiste, lo saluterò io per primo, è il mio ragazzo."

"Ti ricordo che è il mio migliore amico" sbuffai. "E poi tu lo avrai tutto per te per le prossime ore."

Incrociai le braccia al petto e arricciai il naso e la bocca in una smorfia fissandolo dritto negli occhi, sperando di far vacillare la sua fermezza. Cosa che mi riuscii piuttosto bene dato che alzò gli occhi al cielo sbuffando un e va bene.

"Sasso" disse lui avvicinando la mano alla mia.

"...forbici" dissi piano quando sentii la sua mano colpire delicatamente la mia.

"Dai Jimin, non fare così. Ho vinto lealmente."

"Lo so" dissi io continuando a tenere il broncio.

Restammo lì per cinque minuti infinitamente lunghi. E finalmente il treno arrivò.

Sentii le lacrime minacciare di uscire appena lo vidi scendere dal treno, a qualche metro da me. Così vicino a me, dopo tanto tempo.

Anche Yeontan, una volta visto Taehyung, iniziò ad abbaiare nella sua direzione. Non riuscivo a muovermi, tutta la mia attenzione era posata su Tae che ci stava cercando con lo sguardo. Lo vidi fermarsi e guardare nella nostra direzione, guardare vicino a me. Poi sentii una mano sulla schiena spingermi in avanti

"Vai prima tu" mi disse Jungkook.

Le mie gambe si mossero prima dei miei pensieri e in un secondo corsi saltando addosso a Tae. Senti le sue mani sorreggermi le gambe e la sua risata avvolgermi il cuore.

"Vacci piano Jimin, sono riuscito a tornare tutto intero, non vorrai rompermi tu" rise rimettendomi a terra ed abbracciandomi stretto.

"Mi sei mancato così tanto."

"Anche tu Jimin" disse stringendomi ancora più forte. "E ora scusami, ma devo salutare un'altra persona speciale."

Lo guardai darmi le spalle e camminare verso Jungkook. Non potevo vedere l'espressione di Taehyung in quel momento, ma riuscivo a vedere la miriade di emozioni che stava provando Jungkook attraverso i suoi grandi occhi. Probabilmente da fuori sembravo solo uno scemo mentre piangevo e sorridevo guardando quei due ragazzi salutarsi. Ma non mi importava particolarmente. Perché loro non erano due persone a caso, loro erano i miei migliori amici e in quel momento erano due frammenti dello stesso cuore, finalmente riuniti. Jungkook non pianse, i suoi occhi erano troppo pieni di amore per dare spazio anche solo ad una singola lacrima.

Un passo, due passi e poi Tae si mise a correre, fiondandosi tra le braccia del suo amato, ritrovando finalmente la sua casa.

"Mi sei mancato così tanto" singhiozzò Tae abbracciando convulsamente Jungkook, muovendo le mani sul petto e la vita del moro, come ad accettarsi che quella fosse veramente la realtà.

Cherry tea - TAEKOOKWhere stories live. Discover now