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Tamaki non aveva la minima idea di come ci si comportasse in una relazione. Aveva ormai diciassette anni, la maggior parte dei suoi coetanei avevano alle spalle decine di cuori spezzati, ma non lui. Lui non avrebbe potuto. Era sempre stato troppo timido per farlo, ed in ogni caso per Amajiki era sempre esistita una sola persona: Mirio. Sarebbe stato lui o nessun altro, ma d'altronde come poteva anche solo sognare di poterlo avere? Come poteva anche solo sperare che il suo solare, prezioso e meraviglioso migliore amico si accorgesse di lui in quel modo? Eppure era quello che era successo. Stavano insieme da quattro mesi ed ancora stentava a crederlo. Togata Mirio l'aveva preso da parte e con la sua solita energia gli aveva urlato i suoi sentimenti. La reazione di Tamaki era stata ben più pacata, ma dentro di sé mille fuochi d'artificio stavano facendo festa con tanto di concerto rock, cori angelici e campane di cattedrale. Era arrossito rispondendo in un mormorio eccitato che per lui era da sempre stato lo stesso, ed era da allora che stavano insieme.

Era da allora che Amajiki arrancava alla cieca in quel territorio inesplorato.

Ma con lui c'era Mirio – il suo Mirio – quindi sapeva che tutto sarebbe andato bene. Doveva solo seguirlo, come aveva sempre fatto. Stargli accanto, godersi la sua luce, essere grato a tutto ciò che di buono c'è al mondo per avergli dato la possibilità di amarlo e di essere a sua volta da lui amato. Eppure, c'erano volte in cui tutto quello non bastava. Come quel giorno, il maledetto White Day.

«Togata-san! Ho preparato questo per te!!» Tamaki e Mirio erano sempre stati inseparabili. I loro compagni di scuola erano ormai abituati a vederli uno di fianco all'altro, cosicché le spasimanti del biondo quel giorno neanche tentarono di avvicinare la loro cotta senza che lui fosse di mezzo. Sarebbe stata una partita persa in partenza e lo sapevano bene. Quello che non sapevano era che Mirio era già impegnato. Quello che non sapevano era che i due erano riusciti a compiere quel difficile ed enorme scalino in più che li aveva portati dall'essere migliori amici a fidanzati. Ma d'altronde come avrebbero potuto saperlo? Non era cambiato nulla nei loro atteggiamenti pubblici, e la colpa era tutta di Tamaki.

Troppo timido per stare mano nella mano, troppo timido per accettare casti baci sulla guancia. Se adesso quasi ogni ragazza della U.A. era pronta a donare il proprio cioccolato a Mirio senza nessun riguardo per il ragazzo di quest'ultimo la colpa era solo sua. Se stava soffrendo tanto nel vederlo accettare anche solo per cortesia tutti quei dolci la colpa era solo sua.

«Togata-san, mi piaci dal nostro primo anno!»

A lui piaceva dall'asilo!

«Senpai, esci con me?»

Lui era l'unico autorizzato a porgli quella domanda!

«Mirio-kun! Ti prego di accettare questo regalo.»

Solo lui poteva chiamarlo per nome!

Mirio aveva accettato i doni, ma rifiutato ogni proposta. L'aveva fatto con un sorriso gentile, perché – Amajiki lo sapeva bene – era del tutto incapace di far sentire a disagio qualsiasi essere vivente. Era gentile, carismatico, perfetto. Quindi perché? Perché non si accorgeva del suo malessere? Tamaki se lo domandava e poi si rimproverava per questo. Come poteva arrabbiarsi tanto con il ragazzo che amava per stare facendo ciò per cui effettivamente lo amava? Come poteva biasimarlo o rimproverarlo per il suo adorabile modo di trattare le persone?

Era colpa sua. Sua soltanto. Mirio gli aveva dato tutto e continuava a dargli tutto. Organizzava gli appuntamenti, manteneva le distanze in pubblico come Amajiki voleva, lo andava a prendere a casa, lo chiamava la sera, mentre lui viveva tutto questo con amore e desiderio, ma passivamente.

Non poteva incolparlo di niente. Non poteva biasimarlo per nessun motivo.

Ingoiò tutto, quindi, ed accettò i fatti come stavano: lui non era l'unico ad amare Mirio. Non lo sarebbe mai stato né avrebbe mai potuto. Mirio era il sole, era perfetto. Era l'eroe che i deboli sognano di avere al proprio fianco e che i forti sperano di conquistare come amico.

Geloso del mio sole | miritamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora