CAPITOLO 6 - 6.1 Prima lezione...

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Miu stava pedalando verso il punto di ritrovo che si trovava oltre il parco da cui lei e Taiki erano partiti per andare al tempio. Verso la cima della collina, infatti, c'era il luogo perfetto dove allenarsi, lontani da occhi indiscreti.

Era ancora buio, i negozi erano chiusi e una nebbiolina spettrale invadeva le strade, resa più lugubre dai mostri appesi qua e là di quella pittoresca festa che l'anno precedente le aveva fatto guadagnare un mucchio di dolcetti.

Anche a Zemlyan esistevano delle ricorrenze, ma nessuna in cui si fosse potuta divertire come facevano i bambini umani. Fin da piccola era stata educata per diventare una Protettrice, perciò il gioco e lo svago non erano ammessi. Eppure, rispetto ai fratelli, non era stata troppo sfortunata perché il suo tutore, il precedente Coraggio, adorava divertirsi come un bambino.

Alle lezioni, ad esempio, era sempre in ritardo, troppo preso dalle esplorazioni sulla Terra, e Lìfe doveva rimproverarlo ogni volta per la sua mancanza di giudizio. Ma lui sapeva come farsi perdonare dalla piccola Miu: bastavano un dono e un racconto delle avventure straordinarie che gli erano capitate a farla felice.

Poi, però, gli allenamenti arrivavano, fatti di percorsi a ostacoli nei villaggi, lotte con armi improvvisate in luoghi impervi e camminate senza meta in cerca di piante o animali. E la pratica più odiata, il furto invisibile, che consisteva nel rubare un oggetto ai fratelli senza essere notata, portarlo allo zio come trofeo e poi restituirlo. Con Namis non ci era mai riuscita..

"Noi siamo le fondamenta tra le Virtù. Se le altre sono i pilastri, il Coraggio è colui che le sorregge e davanti ai pericoli le sprona a non arrendersi mai. Lui sarà sempre con te, soprattutto quando avrai paura, non dimenticarlo."

Miu si riscoprì a parlare ad alta voce e sorrise, ricordando che alla fine di quel serio parlare lo zio le aveva mostrato i muscoli, dicendole che erano i più fortissimi di tutti, accortosi che non era pronta per capire quella sorta di motto.

Taiki per certi aspetti somigliava molto al suo tutore: era curioso, vivace e inopportuno in situazioni che avrebbero richiesto maggiore serietà

In quell'occasione, inoltre, lei gli aveva fatto la stessa domanda che l'amico aveva rivolto a Eiji: perché lo faceva? Perché prodigarsi per un luogo che non era il loro?

Lui le aveva risposto che lo avrebbe capito la prima volta che avrebbe alzato gli occhi a quel nuovo cielo, con le sue piccole luci brillanti adagiate su una distesa oscura, la sua calda palla gialla e magari, un giorno, avrebbe ammirato un drago, che i terrestri chiamavano aurora boreale, simile a quello impresso sulla vetrata della sala della Lancia. E non dimenticò di descrivere quanto fosse incredibile la Terra con le sue distese candide, le colline di sabbia che si spostavano con il vento, l'acqua che cadeva dal cielo... e molto altro.

Miu, ammaliata da ogni singola parola, si era alzata promettendo che avrebbe protetto il legame tra i loro mondi a ogni costo. Lo zio a quel punto le aveva donato la sua prima conchiglia.

In realtà, non le era stato facile provare tutta quella venerazione per la Terra. All'inizio la curiosità l'aveva fatta da padrona, ma con il tempo era entrata in contatto con il lato meschino degli umani e la sufficienza con cui trattavano il loro pianeta, che l'avevano pervasa di un senso di rabbia e impotenza difficile da placare. Tuttavia, al momento, era fondamentale pensare alla salvezza di Zemlyan e si sarebbe impegnata in tal senso anche per la Terra.

Arrivata al parco, di Taiki non c'era alcuna traccia, ma mancavano ancora alcuni minuti e si rammentò di avere fiducia. Non poteva essere impaziente già il primo giorno.

D'un tratto, un fruscio alle sue spalle la mise in guardia e un'ombra saltò fuori dai cespugli. Con una leggiadra rotazione, Miu si posizionò dietro l'aggressore e lo immobilizzò sul terreno con un colpo secco.

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now