22. Ruth

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Abbraccio Kamon per una quantità di minuti infinita. Dalla sua parte resta in silenzio accarezzandomi la schiena aspettando che le lacrime ed i singhiozzi cessino. Non avrei dovuto abbracciare Kamon in quel modo, ma in quel momento era l'unica faccia conosciuta che avrebbe potuto sostenere l'angoscia che alleggiava nel mio cuore. Non mi sorprendere constatare che Mew non sia ritornato in camera, chissà dove sarà andato, o se sia rimasto nella mia camera. Quando i singhiozzi cessano, mi stacco gradualmente dal busto di Kamon imbarazzata per averlo stretto così forte a me.

<<S-scusami>> balbetto asciugandomi il volto con la manica della felpa. Kamon sorride scuotendo il capo.

<<Non c'è nulla di cui scusarsi, sono felice di averti trovata, o saresti rimasta qui sola a piangere. Sai Ruth, infondo non sono così cattivo come credi, ho anch'io un cuore>>. Con il suo indice picchietta sul petto all'altezza del suo cuore.

<<Io non...>> biascico a corto di parol<<Scherzavo, volevo strapparti un sorriso>>. La dolcezza di Kamon mi lascia piuttosto confusa. Se dovessi paragonare al Kamon che mi si presenta in questo momento, e il Kamon dei racconti di Dean, è come vedere due persone completamente diverse. La parte razionale di me ricorda il discorso di Dean, che le persone sanno manipolare, sono brave a farlo, ti portano a credere che di loro puoi fidarti, fino a che non dimostrano  la loro vera natura. La parte genuina che è in me, sa che invece le persone possono cambiare, perchè etichettarle in un modo negativo anche quando hanno compreso i propri errori e fanno di tutto per poter rimediare.

<<Grazie Kamon>>. Il mio ringraziamento è sincero, senza di lui sarei rimasta qui per terra a piangere senza alcun conforto e probabilmente sarei finita per tornare da Mew e scusarmi, anche se di sbagliato non ho commesso nulla. 

<<Provo a ripagare i miei debiti aiutando gli altri. Dean ti avrà descritto dettagliatamente  come mi sia comportato con lui, l'inferno che ha vissuto con me al suo fianco, ma ora sono cambiato. Ho capito quanto io tenessi e tenga tutt'ora a Dean da quando ricevo quelle lettere. Il desiderio di proteggerlo è tale da essere disposto a tutto pur di proteggerlo. Dean non accetterà mai la mia redenzione e di questo non gliene faccio alcuna colpa, solo che mi saluti dimostra quanto abbia un cuore prezioso. Non fraintendermi Ruth, non ti sto usando per appagare i miei demoni, ma aiutarti mi apre la strada ad una pace interiore che cerco disperatamente>>. 

I suoi occhi sono sinceri, il velo che copre le iridi nere dimostrano quanto sia pentito e si stia impegnando a cambiare. Un po' capisco Kamon, l'etichetta che porta sulle spalle lo costringe ad essere esiliato nei suoi stessi sbagli. Quelle etichette che la società ti impone dalle quali non potrai sfuggirne nemmeno se provassi a far cambiare idea a tutti. Kamon porterà sulla sua pelle la sua relazione tossica con Dean, io avrò il peso di essere una Siritat. Non che le due questioni possano essere poste sullo stesso piano, ma le persone si comporteranno allo stesso modo, non vorranno conoscere la tua storia, nè il tuo punto di vista, lasceranno parlare ciò che è marchiato sulla tua pelle.

Kamon si è offerto di riaccompagnarmi in camera e fortunatamente al mio ritorno Mew non era più qui. Eve mi ha avvisata che a momenti sarebbero tornati e nel frangente di attesa, lo riempio sistemando il caos creatosi e sistemo le coperte sgualcite. 

Dopo una lunga doccia rigenerante e aver asciugato i capelli sperando di non ricevere delusioni, Eve e Thoon appaiono sulla soglia della porta. Poggiano i cappotti sull'attaccapanni insieme alle borse e cappelli.

<<Sorellina siamo tornate>> mi avvisa Eve. Esco dal bagno una volta finto di rimettere a posto i prodotti utilizzati per la doccia e accolgo le due ragazze con un rapido abbraccio.

<<Come avete trascorso la serata?>> Domando infilandomi sotto le coperte.

<<Piacevole, abbiamo mangiato tantissimo, per poco non scoppiavamo! Tu invece? Mew è passato a portarti la cena?>> La domanda di Eve mi fa arrossire all'istante.

Run Ruth, RunWhere stories live. Discover now