2 anni - prima parola

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"Sono preoccupata, Brianna" rivela la donna mentre prepara il tè, "e se stessi sbagliando io?".

La sua migliore amica sbuffa divertita continuando a sfogliare la rivista di moda. "Tesoro, sei la mamma più attenta di questo mondo. Se tu stai sbagliando a crescere Cory, allora io dovrei essere spogliata di quel titolo seduta stante".

"Ma il tuo Sam parla già! Sa già dire 'mamma' ed il suo nome ed un sacco di altre parole".

Percependo la nota di stress nella sua voce, Brianna chiude la rivista e le dedica tutta la sua attenzione. "Cosa ti ha detto il pediatra?".

Amelia sospira, dando le spalle al gas per appoggiarsi al piano della cucina. "Ha detto che alcuni bambini sviluppano il linguaggio parlato più tardi rispetto agli altri e che finchè non raggiunge i tre-quattro anni non ho bisogno di preoccuparmi..."

"E allora dove sta il problema? Da quel che vedo Cory riesce a farsi capire bene lo stesso".

"È questo il punto, è come se non sentisse nemmeno lo stimolo di provarci. Quando cerco di spronarlo a parlare, non prova nemmeno a ripetere".

"Forse perchè è abituato a stare intorno a mio figlio che invece non sta zitto un attimo" ridacchia Brianna ed entrambe si voltano a guardare il tappeto del soggiorno dove i loro figli stanno giocando con le macchinine.

Cory, tutina blu e capelli castani in ordine, sposta un camioncino avanti ed indietro di fronte ad i suoi piedi, abbozzando un sorriso quando Sam, tutina rossa e un nido corvino sopra la testa, lo fa scontrare con la sua macchinina blaterando parole per lo più incomprensibili con la vocina squillante che lo caratterizza.

I due bambini si conoscono dalla nascita data la grande amicizia che lega le due donne dai tempi del college e la naturale spontaneità con cui i loro caratteri estremamente diversi si amalgano tra loro le porta spesso a scherzare sul fatto che i loro figli siano destinati l'uno all'altro.

Sam è l'incarnazione di un tornado: chiassono, distruttivo e praticamente impossibile da imbrigliare. Brianna, quando aveva iniziato a gattonare, aveva dovuto ridecorare la casa a prova di bambino nella speranza che non si spaccasse la testa contro l'angolo di un tavolo o che non rompesse qualcosa, visto che quella piccola peste ha l'abilità di combinare guai anche sotto stretta sorveglianza.

Non è possibile tenerlo seduto in un posto per più di qualche minuto senza che inizi a lamentarsi e le uniche eccezioni sono durante i pasti e quando è con Cory, che ha l'inspiegabile quanto strabiliante potere di placare il suo spirito selvaggio con la sua timida e silenziosa presenza.

Il più grande, in effetti, sembra far fatica a dimostrare le sue emozioni, ma quando c'è di mezzo Sam allora diventa più espressivo e facile da interpretare, quasi fossero in simbiosi.

"Sembra sia più calmo in questi giorni, o sbaglio?" Sorride Amelia.

"È tutta apparenza" alza gli occhi al cielo Brianna, "sono quasi certa che non voglia farsi vedere rimproverare davanti a voi. Ieri sera ha pianto per ben due ore perchè ha voluto provare a vestirsi da solo e non c'è riuscito".

"Vuole essere indipendente, vuol dire che sta crescendo".

"Sì ma può aspettare ancora un po'. Andrà a finire che un giorno aprirò gli occhi e lui starà preparando le valiige per il college" esala drammatica appoggiando la testa sul tavolo e facendo ridere l'amica.

"Aaah i terribili due anni" sospira Amelia servendo il tè.

"E tu ci sei entrata un mese prima di me".

"Non credo cambi molto visto quanto è pimpante il tuo Sam".

"Pensi che esista un interruttore per bambini?" Supplica, "non fraintendermi, lo amo con tutta la mia anima e sono estasiata che sia così sveglio, ma a volte ho paura persino a sbattere le palpebre vista la velocità con cui combina qualcosa".

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