CAPITOLO 5 - 5.2 L'appuntamento

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Taiki non riuscì a sentire altro e qualche lacrima gli rigò le guance. Si rannicchiò sul pavimento, stringendo le ginocchia forte a sé per nasconderci il viso.

Non posso andare avanti così. Papà non sarebbe contento di vedermi in questo stato, forse dovrei tentare di ricominciare, un passo alla volta e senza strafare.

Decise di andare a letto, dove Maramao lo aspettava impaziente e senza badare al fatto che il suo interlocutore fosse un pelosone, gli raccontò tutto ciò che gli era capitato, dalle cose peggiori a quelle più insolite, sentendosi stranamente consolato.

"Tu cosa faresti al mio posto?", domandò alla fine, ammirando il soffitto.

L'altro, in un susseguirsi di rombanti fusa, rispose con una sonora testata.

"MIAO." 


Fuori dal palazzetto erano rimasti solo pochi gruppi di persone a raccontarsi la giornata di gare appena conclusa

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Fuori dal palazzetto erano rimasti solo pochi gruppi di persone a raccontarsi la giornata di gare appena conclusa. Miu, appoggiata al muro di confine, li osservava di sottecchi con le mani in tasca e il respiro pesante. L'ultima volta che era riuscita a parlare con Taiki, se poteva definire quel che era accaduto aver avuto una conversazione, era stato quando gli aveva rivelato la verità su di lei e il proprio mondo.

Da quel giorno anche solo avvicinarlo era stato quasi impossibile, non perché non ne sarebbe stata in grado, ma perché il Drago stesso l'aveva invitata a ricredersi sul giovane: "Pazienta, mia diletta. Il vero coraggio si cela nelle profondità dell'animo. Prova di nuovo, scava più a fondo", risentì nella mente, come le accadeva fin troppo spesso negli ultimi tempi.

Alzato lo sguardo, notò l'obiettivo avvicinarsi: Taiki, con le solite cuffie calate sulle orecchie, avanzava a testa bassa con la borsa in spalla. Era chiaro che fosse provato dalla disastrosa prestazione di quel pomeriggio, in cui aveva dovuto fermarsi a metà corsia per evitare di annegare, ma Miu non poteva abbandonare la missione.

Passandole accanto non la degnò di uno sguardo, così lo seguì.

"Taiki, aspetta, ti devo parlare."

Lui ebbe solo un lieve sussulto, ma continuò per la propria strada, incurante di ogni richiamo. A quel punto, stanca di sentirsi invisibile, Miu lo afferrò con forza e lo trascinò in un vicolo isolato.

"Mi vuoi ascoltare?"

Taiki si liberò con uno strattone.

"Si può sapere che problemi hai? Lasciami in pace! Ti ho detto che non voglio avere niente a che fare con te", si ricompose con stizza. "Ti fai sempre vedere nelle giornate peggiori, tu?"

"Ti ho spiegato che ho bisogno dell'amuleto. Sparirei volentieri dalla tua vista se decidessi di consegnarmelo."

"E io ti ho detto di no. Tornatene pure in quel tuo dannato regno, ma se lo farai sarà senza il MIO amuleto", si alterò, indicandosi per sottolineare il concetto.

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now