5.

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«quindi non ho capito, quale sarebbe sta teoria de Schopenhauer?» Dante sorrise mettendosi seduto sul tavolo del salone vicino a Manuel.
«se te iscrivi a scuola te lo spiego in classe»

Manuel sbuffò una risata scuotendo la testa, era in salone con Dante, Jacopo e Simone e tra una cosa e l'altra erano finiti a parlare di filosofia, Simone si sarebbe lamentato dopo 2 secondi di spiegazione ma appena vide Manuel così interessato lasciò che il padre gli raccontasse tutto quello che faceva interessare il ragazzo a quel discorso.

Non si sarebbe mai aspettato che uno come lui potesse avere quella luce lì negli occhi mentre parlava di filosofia e a suo padre non sembrava vero di avere un ascoltatore così interessato.

«non posso Dante, te l'ho già detto»
«dai zí ma perché no? La mattina vieni a scuola e poi lavori, pure tu madre te l'ha detto l'altro giorno»

Simone si chiese quando suo fratello avesse incontrato la madre di Manuel e soprattutto si chiese perché lui non ne sapesse nulla, visto che ormai loro tre avevano iniziato a vivere in simbiosi. Stava per chiedere spiegazioni quando il suono del campanello li distrasse, Dante scese dal tavolo per andare ad aprire e dopo meno di un minuto ritornò in salone con una faccia che faceva trapelare solo perplessità.

«c'è Riccardo della vostra squadra, ma sta qui per Simone»

Il silenzio che calò nella stanza faceva quasi fischiare le orecchie, dopo quelle parole il sorriso di Manuel era sparito dal suo volto lasciando spazio ad un'espressione contrariata. Osservò la reazione di Simone che in un primo momento era rimasto immobile, poi aveva fissato sia lui che il fratello ed infine si era alzato dal divano.

Il riccio lo percepì all'istante il fastidio alla bocca dello stomaco, non gli serví nemmeno guardare Riccardo in faccia per fargli venire voglia di prenderlo a pugni, gli bastava guardare Simone che andava verso la porta d'ingresso per parlare con lui.

Spostò lo sguardo su Jacopo che lo stava già guardando e scrollò leggermente le spalle, non sapeva nemmeno lui quando aveva iniziato a sentire qualcosa e soprattutto lo sconvolgeva il fatto che fosse successo tutto in meno di un mese, a lui che nella sua vita non era nemmeno sicuro che gli fosse mai piaciuto qualcuno sul serio, ma sicuramente per nessuno aveva mai provato una morsa simile allo stomaco ne tantomeno aveva percepito delle scosse ad un minimo sfioramento.

Inoltre non sapeva nemmeno se Jacopo avesse capito qualcosa ma non si era mai azzardato a dirgli nulla e Manuel se lo era accuratamente tenuto per se per evitare di aggiungere casini oltre quel coglione di Riccardo che in quei giorni era sempre stato presente nei messaggi di Simone.

La sua attenzione venne catturata di nuovo da Simone che anziché tornare da loro in salone era andato verso le scale per andare in camera.

«fra vai te perché io lo prendo a pugni se sta a fa quello che penso stia facendo»

Manuel si passò una mano sul volto e nel passaggio per andare in camera di Simone lanciò un'occhiata a Riccardo ancora fermo sulla porta, fu questione di mezzo secondo ma bastò a fargli ribollire il sangue nelle vene ed aumentare il passo sulle scale.
Battè un paio di volte le nocche sulla porta e poi la aprì trovando Simone intento a cercare qualcosa dentro l'armadio. Incrociò le braccia al petto e si fermò ad osservarlo poggiandosi con la spalla allo stipite.

«che stai a fa?»
«secondo te?»
«t'ha chiesto de uscí?»
«si ma non come pensate te e Jacopo» Manuel aggrottò le sopracciglia.
«no? E come?»
«come due amici»

Al più grande venne da ridere dopo aver sentito quelle parole, non sapeva nemmeno più come dirglielo che Riccardo da lui cercava tutt'altro che amicizia, glielo avevano ripetuto una quantità spropositata di volte e a dirla tutta Manuel si era anche stancato.

Non te innamorá. | Simone x ManuelWhere stories live. Discover now