Qualità contro quantità

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Certe polemiche e discussioni sono eterne. Non importa quanto ti sforzi per cercare di cancellarle, o di trovare un punto finale che le chiuda una volta per tutte, perché ritornano sempre, senza alcuna possibilità di sfuggir loro.

Uno delle più forti è la sempre amata questione della qualità contro la quantità, ovvero su quanto alcuni lettori trovino molto più importante leggere libri e saggi di un certo spessore piuttosto che opere che siano solo di pura evasione. Visione che sarebbe anche condivisibile, se non fosse che spesso i toni scivolano verso giudizi impliciti - oppure fin troppo espliciti - nei confronti dei lettori che preferiscono lavori più leggeri, con conseguenti flame sui social che, se solo producessero in effetti calore, potrebbero alimentare una nazione per qualche mese.

Ma ahimè non è così, quindi accontentiamoci di prenderli come spunto di riflessione.

In concomitanza con l'inizio dell'anno nuovo molti lettori sui social si sono sentiti di condividere le letture fatte nel corso del 2021, sfruttando anche strumenti come Goodreads per mostrare com'erano andare le sfide di lettura e parlare dei lib...

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In concomitanza con l'inizio dell'anno nuovo molti lettori sui social si sono sentiti di condividere le letture fatte nel corso del 2021, sfruttando anche strumenti come Goodreads per mostrare com'erano andare le sfide di lettura e parlare dei libri che più avevano apprezzato. C'è voluto pochissimo, però, perché un utente su Twitter si decidesse a scrivere uno sfogo di dubbio gusto e che, purtroppo per lui, ha scatenato le masse:

giudicare qualcuno da QUANTI libri abbia letto in un anno è una puttanata. io potrei aver letto 3 libri, tu 40, ma io mi sono letto il manifesto del pc, lavoro salariato e capitale e la condizione anarchica, tu la saga di geronimo stilton. è la stessa cosa? no

Non vi dico quanti meme a tema Geronimo Stilton sono circolati nel corso dei giorni successivi, anche se penso si possa intuire.

Non vi dico quanti meme a tema Geronimo Stilton sono circolati nel corso dei giorni successivi, anche se penso si possa intuire

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(da blood_of_booktube su Instagram)

In ogni caso, tralasciando la forma, che spero sia così povera a causa del mezzo di comunicazione utilizzato - Twitter, coi suoi 140 caratteri a disposizione, non è certo il social più comodo per scrivere commenti lunghi e dettagliati -, il concetto di partenza non sarebbe neanche così errato. Condivido a pieno, infatti, l'idea che giudicare un lettore dalla quantità di romanzi presi in mano nel corso del tempo non sia assolutamente un parametro da usarsi, in quanto ci sono tantissimi fattori che possono influire sulla lettura: oltre alla lentezza, in quanto non tutti leggono fisicamente alla stessa velocità, ci possono essere motivi lavorativi - una persona è di certo meno propensa a leggere se sta dodici ore al giorno fuori di casa -, personali - il caro e vecchio blocco del lettore può essere un esempio, senza cadere in ipotesi più delicate - e chi ne ha più ne metta. Più in generale, l'idea di classificare i lettori secondo un qualsiasi parametro mi sembra decisamente idiota, visto che lettura in sé non è una gara o un'azione volta a ottenere un qualche riconoscimento, ma non è questa la sede per entrare nel merito della questione.

Il problema del tweet incriminato è l'evidente classismo che gronda da ogni parola, con la quale si implica l'esistenza di una letteratura di serie A e una di serie Z e, di conseguenza, di lettori che appartengono a una delle due categorie a seconda di cosa preferiscono.

Avevo già avuto modo di parlare di un tema simile lo scorso anno, in particolare nell'articolo La dignità del lettore del numero di Gennaio/Febbraio, in cui vi avevo presentato una polemica che vedeva come protagonista i romanzi rosa, e le mie opinioni da allora non sono cambiate. Non apprezzo infatti che la letteratura, che nel mondo odierno dovrebbe essere una realtà che ognuno dovrebbe vivere come preferisce, sfruttandola per raggiungere determinati obiettivi - che sia imparare qualcosa o passare un paio di ore in completo relax non cambia -, diventi il campo di battaglia per giudizi affrettati e di una povertà intellettuale estrema, quasi si fosse tornati indietro un paio di secoli e lettura sia di nuovo una questione di classe sociale. Non è più così, nonostante la politica di certe case editrici puzzi di stantio, quindi il battere ancora su tale questione è abbastanza snervante.

Perché, insomma, per quale assurdo motivo, tu lettore che ti credi così evoluto, dovresti venire a sfrugugliare l'animo a me, che me ne stavo in santa pace e tutta felice a leggermi Geronimo Stilton? Se davvero sei rimasto così colpito dai titoli che hai letto, perché non intavoli una discussione su di loro, o non provi a convincere altre persone ad approcciarli?

Di certo, andare a denigrare gli altri, vestendosi di una finta superiorità, non perora alla causa di nessuno, anzi, come dimostra la risposta generale a cui ha portato il tweet.

Di certo, andare a denigrare gli altri, vestendosi di una finta superiorità, non perora alla causa di nessuno, anzi, come dimostra la risposta generale a cui ha portato il tweet

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(still blood_of_booktube da Instagram - e ammetto che mi ha fatto ridere a lungo e di gusto)

Nella polemica, ovviamente, si è creata una seconda polemica più piccola, riguardante i titoli presi in causa. Diversi utenti, infatti, hanno sottolineato come l'autore del tweet non avesse tutti i torti e che la reazione media fosse abbastanza infantile, visto che i quattro titoli da lui citati hanno un peso decisamente differente dai libri di Geronimo Stilton, ma ciò a me ha fatto più cadere le braccia che altro, in quanto in tal modo si è perso del tutto il punto della questione. Non penso che nessuno oserebbe mai contraddire l'importanza che ha un testo come Il capitale, per esempio, così come nessuno affermerebbe mai che la Divina Commedia è un'operetta da quattro soldi, né riesco a immaginarmi qualcuno che glorifichi Il segreto del coraggio come opera magna, per quanto riconosca sia un romanzo carinissimo per quando si è bambini - e il fatto che l'ho letto più volte lo conferma.

Il fulcro della questione, infatti, sta in ciò che ho detto prima: letteratura e lettori di serie A, letteratura e lettori di serie Z. Un rosso e un nero - tanto per fare una citazione che penso potrebbe piacere all'autore del tweet - da cui non si può sfuggire, come se la lettura ci indentificasse come esseri umani. Certo, i gusti riflettono molto della persona che li legge, permettono di fare delle supposizioni, ma da qui a diventare delle etichette, come se il lettore stesso fosse un oggetto, ne corre.

Ognuno, alla fine, ha il diritto di leggere ciò che più preferisce, senza dover rendere conto a nessuno se non a stesso. Perché se un libro ha lasciato qualcosa, non importa affatto il peso "morale" che ha: il suo dovere l'ha fatto, e tu come lettore dovresti solo essere soddisfatto - o arrabbiato, se il libro non ti è piaciuto o si è rivelato un contenitore di boiate. Tutti gli stati d'animo sono ammessi, suvvia.

Via questa polvere da lettori classisti, quindi. Siamo nel 2022, iniziamo a comportarci come suggeriscono i tempi.

Avete avuto modo di seguire la polemica Marx vs Geronimo Stilton, oppure è la prima volta che ne sentite parlare?

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Avete avuto modo di seguire la polemica Marx vs Geronimo Stilton, oppure è la prima volta che ne sentite parlare?

Pensate che sia corretto definire più gradi di importanza nella letteratura?

RebyBnn

Il Giornalino del Club dell'Inchiostro - Gennaio/Febbraio 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora