Capitolo 13- Il canto del mare

239 14 11
                                    

- Zhongli!!!- gridò Childe dall'altra parte della strada, sperando che si girasse verso di lui.

Appena il becchino riconobbe la voce del ragazzo, drizzò le orecchie e si voltò di scatto, sfoggiando il suo sorriso dolce.

Ormai il cielo sembrava essere stato verniciato di sangue, proprio come il colore degli edifici di Liyue. L'atmosfera così calda e piacevole veniva contrapposta all'aria fresca della sera; una brezza proveniente dal porto, pizzicava il viso, ma non fastidiosamente: Childe era grato a quel venticello che spezzava afosità di quella città. 

Zhongli veniva illuminato dalla luce delle lanterne come una pietra preziosa: gli ornamenti del suo solito abito brillavano di una luce propria, calda come il tramonto. Osservava il ragazzo corrergli incontro con gioia: il sorriso così vivace del Fatui rendeva felice pure lui. In fondo in fondo era ancora un ragazzino, bastava vedere il modo in cui parlava con il becchino quando si indispettiva o semplicemente come stava correndo verso di lui con tutta quell'allegria. Stranamente si era pettinato, il che rese Zhongli deliziato e onorato del fatto che almeno quella sera si fosse degnato di sistemarsi un po'. Anche se per essere così magnetico e affascinante non aveva bisogno di farlo, così lo trovava decisamente più delizioso.

- Hai fatto il tuo pisolino?- gli chiese con il suo solito tono pacato.

- Mi congedi l'onore di mandarti a fanculo?-

- Non essere così volgare Childe: ti ricordo che stiamo per andare ad un evento pubblico. Che  penserebbe La Signora di questo tuo comportamento?- 

- Guarda che ti faccio pentire di avermi invitato-

- Oh...non riesco a smettere di tremare...piuttosto, sembra che quello che si sia fatto bello, sia stato proprio tu- fece notare il becchino.

- Va bene, lo ha voluto tu-

- NONONONO TI PREGO STAVO SCHERZANDO-

Childe nel giro di un nanosecondo, si spettinò tutto, tornando allo stato pietoso di sempre.

- Tu in queste condizioni non ci vai là, sta' buono e lasciami sistemare questo macello- disse sospirando, mentre allungava le mani verso il viso del ragazzo.

Prima che potesse indietreggiare, Zhongli iniziò a ordinare le sue ciocche piene di vita propria, cercando di rimediare a quel danno.

- Dimmi un po' Xiansheng, vai sempre in giro con i guanti? Mi fai caldo soltanto a vederti- disse per punzecchiarlo un po'.

- Va bene, se vuoi me li tolgo!- 

- Oh quanto sei dolce, allora un po' mi vuoi bene!-

- Childe...fai il bravo e stai fermo, ti ripeto: finché non ti avrò sistemato questo ammasso informe che hai in testa, non andremo allo spettacolo-

- MA COSI' FAREMO TARDI!-

- Se non avessi avuto la fantastica idea di spettinarti volontariamente, a quest'ora saremmo già seduti-

- Per caso mi stai incolpando?-

- Credo proprio di sì-

- Come ti permetti...Xiansheng...guarda che io t...-

- Ecco fatto, adesso forza, andiamo! Non voglio stare in piedi per tutta l'esibizione!- disse dando una pacca sulla schiena di Childe e prendendolo per mano per tirarlo.

Sentì la pelle così calda del suo palmo avvolgere il suo stranamente freddo. Quel tocco caldo era davvero inebriante, specialmente perché ormai si era abituato a sentire la stoffa dei guanti, e non la sua pelle. Era molto strana, era soffice e liscia, ma al tempo stesso sembrava ruvida e dura; era molto curata, si sentiva una morbidezza unica, ma con i polpastrelli della sue dita, riusciva a trovare dei calli. Zhongli aveva le dita molto lunghe, forse la sua mano era leggermente più grande della sua. Improvvisamente sfiorò una vena sporgente del dorso: cominciò a tastare il resto della mano, sentendo sotto i suoi polpastrelli induriti dai calli degli allenamenti con le armi, quelle vene che sembrava radici di un vecchio albero.

ZhonglixChilde (+ oneshot)Where stories live. Discover now