Capitolo 13 PARTE 2

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Le mie scelte possono condizionare il mio futuro, le scelte di Kaeya possono condizionare il suo futuro, le scelte di Jean possono condizionare il futuro dell'intera Mondstadt, le scelte di un Archon possono condizionare il futuro di un intero territorio, la scelta di un Dio può condizionare il futuro di tutta Teyvat o in generale di un intero mondo esattamente come è successo a Kahenri'ah. Quando due persone si incontrano, che si amino o si odino, fanno delle scelte per entrambi mettono in discussione tutti e due i i futuri per poi crearne uno unico. Nessuno dei due sa come finirà, deve analizzare lo svolgimento per avere un'idea della situazione. Hanno paura nonostante nessuno dei due abbia una nazione intera da portare avanti sulle spalle. Nessuno dei due ha una responsabilità tanto grande sulle spalle ma hanno paura, paura di non sapere cosa accadrà dopo. Eppure vanno avanti per scoprire emozioni che insieme non avevano mai provato. Il compito di decidere come finirà rimane compito del destino. Ma non un destino deciso ed inevitabile come se ci fosse addirittura un qualcosa di già scritto. Così non sarebbe divertente. Un destino che puoi decidere tu tramite le tue scelte, che può variare, ma per quanto potrai girarci intorno le cose andranno in un certo modo e le tue scelte ti guideranno sempre a quel finale che non sai quale sia. Indipendentemente dal rapporto dei due, sentimentale o conflittuale, entrambi faranno qualcosa per portare il loro destino dalla loro parte, in una situazione specifica e, nel frattempo, possono giocarsela come vogliono. Non è eccitante? Non è emozionante pensare di potersi vivere la vita appieno con questo ideale? Il sapore del non conoscere cosa accadrà dopo che ti spinge a continuare, il desiderio di spingerti ancora più oltre fino ad arrivare al capolinea dove sei sfinito e aspetti di ricaricarti le batterie. Per poi riniziare da capo come un loop infinito. Il desiderio di vivere fino in fondo, di provare sensazioni ed emozioni nuove che non hai mai provato fin'ora che puoi sperimentare con le tue scelte e quelle dell'altra persona. Il desiderio di seguire per poi alimentare gli istinti situati negli angoli più nascosti di sé stessi. Si può questo considerare eccitante? Si può questo considerare emozionante? Non lo so, non penso esista un manuale che parli di ciò essendo che tutti siamo diversi. Ma esiste il mio manuale, il nostro manuale, so che per me questo è emozionante, eccitante, motivante.
Mentre elaboravo ciò la mia mente era in mezzo alla realtà ed ai miei pensieri. Mentre la mia testa pensava ciò il mio corpo era da tutt'altra parte, tanto che era ormai difficile rimanere lucida. Di nuovo il suo caldo fiato sul collo, ogni tanto soffocato dalle sue gelide labbra premute a lunga durata sulla mia pelle. Quella sensazione di cambio termico mi fece mandare istintivamente la testa all'indietro lasciandogli più spazio del mio corpo possibile per agire. Rimasi abbastanza sorpresa e colpita quando sentii i suoi freddi polpastrelli passare sotto la camicia per esaminare millimetro dopo millimetro la curvatura della mia schiena facendola inarcare. A questa azione ne seguì un inaspettato forte e deciso gemito che cercai invano di reprimere.
La sua bocca tornò più vicina al mio orecchio, non potevo vederlo ma potevo sentire il suo respiro spostarsi da una direzione all'altra. La nostra respirazione inizia a coincidere, ad andare a ritmo coordinato come se fossimo una cosa sola, come se fossimo un'unica persona.
"Sei sicura di volerlo? Dopo non voglio ripensamenti " sussurrò. Annuii senza fare ulteriori obiezioni, come un cagnolino, come se avessi perso le cose da dire, come se fossi stata messa con la spalle al muro. In quell'istante mi resi conto che dal salotto non ci eravamo mossi di un centimetro, forse per comodità avremmo dovuto cambiare luogo? Non lo so, l'unica cosa che so per certo è che al momento devo solo sottostare agli ordini di Kaeya. Quindi, se non ha intenzione di cambiare luogo, non devo essere io a prendere iniziativa.
"Sei una brava ragazza, o mi sbaglio?" pronunciò concludendo con una risatina leggera. Non nego il fatto che quelle parole mi sorpresero, forse per il non averle mai sentite dire su di me in quel contesto, forse perché me le ha dette lui, forse per la sua intonazione. Però una cosa certa è che in quel momento non potei fare altro che starmene in silenzio e sottostare alle sue parole. Forse non è poi così male 'non avere carattere' o almeno non averne in situazioni come queste. Sobbalzai quando sentii le sue mani scendere progressivamente verso il basso, ma non le bloccai: si fermarono ad esaminare i miei fianchi e poco sotto essi.

 kaeya x reader ~ 𝐏𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥 𝐄𝐭𝐞𝐫𝐧𝐢𝐭𝐲Where stories live. Discover now