Capitolo Otto

218 11 7
                                    

CAPITOLO OTTO

Ore 10:00

E giunse, così, il 18 Dicembre. Londra era estremamente fredda e buia; un clima del genere era tipico di Febbraio.

Quel mattino fui svegliato presto dalle dolci carezze di Victoria, che con una scusa era riuscita la sera prima a lasciare il marito e le figlie a casa, recandosi da me e portandomi a dormire in un graziosissimo e lussuosissimo albergo che neppure io conoscevo. Eravamo rimasti svegli a fare l'amore e a coccolarci fino alle quattro di mattina e poi ci eravamo addormentati abbracciati, stanchi ma felici di poter finalmente trascorrere assieme la notte in un letto caldo e comodo.

« Amore », fece lei con un tono di voce affettuoso mentre mi ricopriva di baci un lato della faccia, « è ora di alzarsi » continuò con altrettanta dolcezza. Aprii lentamente un occhio e fui colpito dalla bellezza della donna che mi stava accanto, che persino appena sveglia aveva un aspetto incantevole. Una luce fredda proveniente dall'esterno le illuminava la pelle nuda delle spalle e delle braccia fino ad arrivare a confondersi con il bianco candido del lenzuolo che le copriva il petto. Le sorrisi e lei arricciò il naso, gesto che era solita fare quando provava imbarazzo.

« Sposami. » le dissi con una voce profonda, impastata, e lei si mise a ridere arrossendo al contempo. « Che dici? Sei pazzo?! »

« Sposami. » ripetei con tono più deciso, convinto fermamente di quanto stessi dicendo. Lei rimase in silenzio e le sue labbra si allargarono in un gran sorriso; io mi alzai lentamente e mi sedetti accanto a lei, faccia a faccia, naso contro naso. « Sposami. » affermai ancora una volta, prendendole il viso fra le mie mani.

« Non sai quello che dici » fece lei, divertita.

« Invece sì », controbattei io.

« È vero quello che dicono: il matrimonio è la tomba dell'amore. »

« No, non il nostro. Il nostro sarebbe perfetto. »

«Amo il tuo ottimismo, Harry; non lo perdere mai. » sospirò Victoria con un voce disincantata. « Ma sappi che niente è perfetto, tantomeno un matrimonio. L'amore si consuma con gli anni, l'amore finisce e non ci sono legami o giuramenti che tengano di fronte a questa realtà. »

« No, tesoro », la interruppi prima che potesse aggiungere altro, « io ti amerò fin quando il mio cuore continuerà a battere; non importa cosa accadrà. »

« Promesso? » chiese lei con una luce brillante negli occhi, qualche istante prima di posarmi la mano sul torso nudo.

« Promesso. » le sorrisi io, felice, mentre lei mi spingeva giù, baciandomi con foga il collo.

Le porte della libreria si sarebbero aperte al pubblico alle sette e trenta di quella sera, proprio come Vivienne aveva deciso, e subito dopo gente di tutti i ranghi e di tutte le nazionalità, critici d'arte e fotografi avrebbero invaso quel piccolo luogo sacro che da tanto non veniva riempito. Erano ancora molte i dettagli da sistemare, così Victoria dovette correre in aiuto alla amica ed io approfittai della sua assenza per recarmi al conservatorio, che ultimamente avevo trascurato.

Se c'era una cosa che non volevo assolutamente fare era pensare, perché alcuni pensieri mi inquietavano e altri mi addoloravano. Con Louis alla fine avevamo litigato ed il perché era oscuro ad entrambi. La conversazione prese inaspettatamente una piega sbagliata, forse la colpa fu mia perchè evidentemente non mi riuscii a spiegarmi bene. Tutto ciò che ricordo è che una così accesa lite non l'avevamo mai fatta prima; sapevo che Louis era permaloso almeno quanto me, ma non pensavo che covasse dentro tanta rabbia. Arrivò persino ad affermare che io ero schifato dalla sua omosessualità, che dal mio sguardo traspariva disprezzo. Poi mi disse che ero un amico pessimo per pensare male di lui, per ipotizzare che per gelosia lui si fosse alleato con Liam e che gli facevo schifo. Sentire quelle parole uscire dalla bocca di Louis fu scioccante per me; non me lo aspettavo. Nemmeno nella nostra lite precedente, quella in cui mi accusò di esser cieco per non accorgermi del suo orientamento sessuale, aveva gettato tanto veleno su di me. E, ad esser sincero, mi ferì. Le sue parole riecheggiarono nelle mia mente durante tutto il tragitto verso l'università, pungenti e martellanti come egli le aveva pronunciate.

Amami, ti prego {Harry Styles & Larry Stylinson AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora