Consolazione

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Ciao rega, e niente, ho iniziato un nuovo libro: fatemi gli auguri. 

Trama: Durante la ricostruzione di Casita il villaggio allontana Camilo, siccome pensa che non sia molto utile dato che non ha più il suo potere. Così, dopo tanti anni, Mirabel si riavvicina a suo cugino. 


Lontano, eri lì che dovevo stare, lontano da tutti,  facile no? 

No.

Essere isolato era la cosa peggiore che poteva capitare: da quando era nato era sempre vissuto in mezzo alla gente, amato e non me stesso. Era una cosa normale per la famiglia, non essere se stessi: Isabela doveva essere perfetta, Mamà doveva essere felice per garantire il sole, Luisa doveva essere super forte ecc...

E adesso dov'ero? Seduto su un masso, con la testa tra le ginocchia, mentre il villaggio e la mia famiglia costruivano la casa dove IO avrei dovuto abitare. Eppure ero lì. Dopotutto come dargli torto: il mio dono doveva essere diventare qualcun altro, ma senza il dono non ero nessuno. Tutti cercavano Camilo perchè volevano Josè, Maria, Isabela, Pepa..., ma non perchè volevano Camilo.

Forse l'unica cosa che potevo fare da solo era dare un supporto morale, ma il villaggio diceva che la mia voce era così forte che distraeva tutti e poi la famiglia era troppo impegnata per badare a me. Dopotutto ho 15 anni, quasi 16, mi considerano un uomo. 

Quindi, se ero un uomo, non dovevo piangere, non dovevo far vedere i sentimenti, non dovevo sembrare debole, eppure in quel momento un'abbraccio di pochi secondi era più che sufficiente per consolarmi. 

Quante volte ho ricevuto un abbraccio? Forse l'ultima volta è stata 10 anni fa, quando ho ricevuto il mio dono e poi basta. 

"Se si da amore sicuramente verrà ricambiato": continuava a ripetere la famiglia quando ero piccolo, ma non era il mio caso. Io dovevo essere sempre presente per consolare le persone, per asciugare le loro lacrime, per farle ridere, era il compito per me è normale, ma chi c'è per me? La mia unica preoccupazione è fare felici gli altri, essere un buon fratello, un buon cugino, un buon figlio, un buon nipote, un buon amico, un buon babysitter, ma ho altri problemi. Problemi che non dico, di cui non parlo, che non metto in mostra ma di cui avrei bisogno di aiuto, di un'abbraccio. 

Forse era così che si sentiva Mirabel ogni giorno, forse mi stava bene diventare così. Avevo consolato tutti in famiglia tranne lei, me lo meritavo. Eravamo tanto amici da piccoli, ma poi lei non ha ricevuto il dono e mi sono promesso di non parlargli più per non farmi sentire superiore, forse ho sbagliato? 

Iniziai a singhiozzare, non so perchè, ma lo feci. 

Non era giusto. Dopo il crollo di Casita, Mirabel raccontò ad Abuela il problema di tutti i Madrigal, eccetto me. In realtà lei me lo ha chiesto e ho risposto che semplicemente continuare a trasformarmi mi metteva molto appetito, il che era vero, ma ho tralasciato il fatto che ero confuso sul mio genere, sulla mia identità e su tutta la mia vita. Ero confuso, da quando ho ricevuto il dono. 

"Non permetterò a nessun Madrigal di essere qualcun altro d'ora in poi": aveva detto Abuela, scusandosi. Era un controsenso, per me. Il mio vero dono era quello di non essere se stessi, quindi con me questa affermazione era una bugia. Io dovevo essere tutti purché me stesso e infatti adesso ero lontano da Casita, ma abbastanza vicino da sentire le voci dei paesani e della mia famiglia. 

Continuai a singhiozzare, dopotutto chi ero io? Un uomo, non dovevo piangere, non dovevo, ma davvero ero un uomo? 

"MA PERCHE' QUESTO E' COSI' FOTTUTAMENTE INGIUSTO!?": urlai, tirando un pugno alla roccia e facendomi male alla mano. 

Continuavo a piangere ininterrottamente, come se tutto il mio dolore di tutti quegli anni esplodesse dentro di me. Dopotutto non avevo mai pianto. 

Sentì dei passi avvicinarsi e sentì Mirabel chiamarmi per nome. Mi asciugai le lacrime nella mia camicia e non risposi, sperando che non mi potesse trovare.

"Camilo sei qui! Ti ho cercato ovunque!": disse, sbucando da sopra il masso:" Abuela ha detto che-"

Si fermò improvvisamente, continuandomi a fissare.

"D-Da quando ti metti il mascara'": chiese, indicandomi con il dito:" E' colato tutto, è tutto ok 'Milo?"

Cazzo il mascara! Mi ero completamente dimenticato che lo avevo rubato a Isabela qualche giorno fa! E ora che le dico?!

"Ecco...io...sono caduto e mi sono sporcato..."

Che bugia penosa, persino un bambino non ci crederebbe! 

"Tranquillo, a me va bene he te lo metti, perchè hai pianto?"

E ora? Lo avrebbe detto ad Abuela!

"Non...ho...pianto...":risposi.

"Ti ricordi che abbiamo diviso la camera dei bambini insieme vero? Quando menti dividi le parole!": sorrise maliziosamente:" Avanti, perchè hai pianto?"

"Non ho...pianto...": insistetti.

"Le hai divise ancoraaa!": canticchiò, fischiettando.

"Perchè sono inutile!": urlai.

"Oh, si certo, sei la persona meno utile di tutta Encanto!": rispose, senza credermi che dicevo la verità:" Aspetta, eri serio?"

La sua espressione si fece più preoccupata. 

"C'è qualcos'altro che vuoi dirmi?": chiese, appoggiando la mano sulla mia spalla. 

"Mi dispiace": la abbracciai:" Scusa se non ti mai parlato da quando non hai ricevuto il tuo dono! Non volevo farti sembrare inferiore!"

"Tranquillo, adesso è acqua passata, dimmi piuttosto cosa ti turba!"

"Io? Niente!": sorrisi, ma con un sorriso piuttosto falso.

"Non è vero, ti ho sentito urlare prima, cosa non è giusto?": disse.

Feci un profondo respiro, per poi confessare tutto. Non so quanto tempo ci impiegai, e non so effettivamente quello che ho detto, ho iniziato a parlare, come se le parole uscissero dalla bocca senza sosta. Oppure, dire i miei problemi era la cosa giusta?

Quando mi fermai guardai Mirabel e mi accorsi di essermi messo a piangere, ma anche lei aveva gli occhi lucidi.

"MI DISPIACE!": esclamò abbracciandomi:" I-IO TI HO VISTO SEPRE SORRIDENTE E PENSAVO CHE ANDASSE TUTTO BENE, INVECE ERI LA PERSONA CHE AVEVA PIU' BISOGNO DI AIUTO!!"

"N-Non importa...": balbettai:" Forse parlare era la cosa migliore da fare, e non l'ho fatta, sono una persona orribile!"

"Io non credo, 'Milo, credo che è merito tuo se siamo sempre felici": sorrise, asciugandosi le lacrime:" E comunque tu sei Camilo Madrigal, il cugino migliore che potessi mai avere!"

"Mira?"

"Si?"

"Potresti non chiamarmi cugino?": chiesi, appoggiando la testa sulla sua spalla:" Posso essere loro?"

Mirabel sorrise:" Certo, Camilito!"

"Comunque, cosa voleva Abuela?": chiesi, alzandomi.

"Antonio si è graffiato la guancia e tua madre è impazzita, avevamo bisogno di te!":rispose:" Abbiamo bisogno di Camilo Madrigal"

Quelle parole mi fecero sorridere e insieme, ritornammo a Casita.


Ciao ragazzi, me la immaginavo meglio ma vabbè. Volevo dirvi che questi one-shot possono essere a richiesta: ok xreader, ok ship (basta che non siano quelle PENOSE tipo CamiloxBruno o CamiloxMirabel), no smut, ok angst, ok LGBT. 

Vorrei anche avvisare che questo libro non è one-shot solo su richiesta, per cui capiterà che ne tralasci alcuna, magari quelle che non mi piacciono molto. E siccome esiste una cosa orribile chiamata Scuola Italiana non pubblicherò sempre. 


Encanto one-shot(ITA)Where stories live. Discover now