Ortica

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La settimana procedeva fra alti e bassi, era da un po' che quella scuola somigliava vagamente a delle montagne russe e Emma faticava a stare dietro a tutti i drammi che giorno per giorno sembravano accadere.

Christian poi stava preparando la sfida con una dose di ansia non indifferente e la cantante percepiva la sua tensione da chilometri di distanza. Cercava infatti di mostrargli più supporto possibile dandogli una mano nelle pulizie o semplicemente regalandogli quel sorriso che un po' gli scaldava il cuore.

Il telefono in quella mattina apparentemente monotona squillò e Albe si affrettò a rispondere. Era sempre il primo a raggiungere il telefono, decisamente troppo curioso di sapere. Ogni volta che sentiva il trillo si lanciava sull'apparecchio rubando la prima risposta diventando così automaticamente il custode di tutti gli annunci della produzione. 

"Emma, Chri, vi vogliono in sala 3" disse con il suo accento bresciano morbido. I ragazzi si guardarono preoccupati e curiosi e, prendendo le loro cose e la mascherina, si diressero verso il luogo richiesto.

La sala 3 era una sala di danza, grande e piena di specchi. Emma entrò un po' timorosa riconoscendo quell'ambiente come non suo e posò il suo borsone a terra con delicatezza. Il bergamasco subito dietro di lei lo lanciò con un po' più di goffaggine e, togliendosi di fretta il cappotto, improvvisò qualche mossa approfittando della solitudine.

"Come stai?" gli chiese la mora mentre lui guardava allo specchio i suoi stessi movimenti morbidi. "Tutto okay" disse solo fingendosi distratto. "Christian, non abbiamo ancora parlato seriamente dal dopo puntata" disse la ragazza guardando il suo viso attraverso lo specchio che si tese un po'. "Te l'ho detto quel giorno, è stato solo un attimo di cedimento" commentò infatti un po'duro il ballerino ricominciando a seguire quel ritmo immaginario.

Emma però era stanca di quei silenzi, perciò gli mise una mano sulla spalla e lo fece girare, lui l'afferrò e le fece fare un giro rapido prendendola completamente alla sprovvista per poi portarla al suo petto e improvvisare un mezzo casquè. "Idiota" ridacchiò lei tirandosi su ma non si staccò da quell'improbabile abbraccio e, guardandolo, ricominciò a parlare. "Vedo quanto ti fa stare male tutto questo Chri, io ti vedo, perché non ti sfoghi?" disse accarezzandogli lieve la guancia.

Il ragazzo sospirò e si staccò. "Non devi preoccuparti per me" ribadì solamente. "Ma è ovvio che mi preoccupo Christian siamo amici, io ti voglio bene, credevo di essere importante" iniziò a scaldarsi Emma e Christian lo percepì subito perché quando Emma si arrabbiava la sua voce si alzava di un tono e la cosa, più che minacciosa, a lui sembrava quasi simpatica. 

Cercò di camuffare una risatina ma non ci riuscì bene quindi, vedendo il suo viso visibilmente contrariato, decise di parlare. "Guarda che io a te ci tengo, ovvio che non voglio che ti preoccupi per me e per quello che mi succede, è un periodo delicato per tutti e devi pensare anche al tuo di percorso, non a fare la spalla del mio" cercò di spiegarle con più premura possibile. "Chri ci facciamo da spalla a vicenda, tu con me e io con te, significa questo starsi accanto" disse piano la ragazza cercando di convincerlo a darle retta ma prima che potesse parlare la porta si aprì facendo entrare Raimondo e Anna.

Dopo i saluti e varie frasi di circostanza Anna arrivò subito al punto e chiese a Christian di collaborare con Emma per la cover da presentare quella settimana all'ospite. "Sarà una cover importante, la proposta di Rudy mi spaventa lo ammetto, ma mi fido di te e in particolare mi fido di voi insieme sul palco" annunciò l'insegnante.

"E se esco?" chiese allora a quel punto Christian quasi in un sussurro. Emma si girò verso di lui e lo vide con lo sguardo che perforava il pavimento, sentì la sua voce tremolante. "In quel caso la canterà da sola" rispose Anna con una freddezza che Emma non approvò. "Ma non accadrà" aggiunse infatti la cantante allungando una mano fino a sfiorargli il braccio. "Che pezzo sarà?" chiese poi il ballerino mentre casualmente sfiorava con le dita le nocchie della ragazza che sorrise appena. "Conosci Ortica di Arisa?" disse la sua insegnante e Emma annuì mentre Raimondo apriva la porta a Sebastian che entrò sorridente.

Embers - Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora