Troppo

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Mattia era buttato in lacrime sulla sua spalla da almeno un quarto d'ora quando la porta si aprì e Christian entrò di fretta cercando il suo amico con gli occhi. 

"Cosa è successo frate?" chiese il moro al più piccolo mentre questo ancora non smetteva di piangere dicendo ripetutamente "sono un coglione" fra la lacrime. Gli occhi preoccupati di Christian si spostarono dal ragazzo a lei, che gli fece un sorriso triste. "Matti, vuoi un bicchiere d'acqua?" chiese Luca dal fondo della stanza. Il biondo alzò la testa dalla spalla di Emma e annuì staccandosi da lei e trascinandosi verso la cucina.

"Raimondo gli ha sospeso la maglia" disse la cantante verso Christian che se prima la guardava confuso adesso era un misto fra arrabbiato e impaurito. "Perché?" chiese stupito. "Ha detto che ha avuto un atteggiamento negativo oggi in sala. Spocchioso, arrogante e giù di lì" spiegò la ragazza. "Ma eravamo in sala insieme, okay non era il solito Mattia ma era solo stanco, andiamo ha diciassette anni ci sta!" provò a lamentarsi Christian. "Non gli serve questo Chri, ora vai da lui, gli parli e cerchi di fargli capire che ormai è successo, ora deve darsi da fare per dimostrare a Raimondo che si sbaglia sul suo conto" disse la ragazza indicando con la testa Mattia e andando verso le stanze ma il ballerino la fermò. "Emma senti poi vorrei parlarti un secondo" le disse con la mano sul suo braccio. La cantante guardò la mano del moro che stringeva piano il suo braccio e notò delle piccole spellature increspate di sangue secco. "Che hai fatto alla mano?" chiese preoccupata spostando lo sguardo su quegli occhi. Che poi di che colore erano i suoi occhi? Provò a rispondere ma fu distratta dalla sua voce. "Pink" ridacchiò solamente e lei lo guardava interrogativa. "Ho ballato una canzone di Pink e non ho calibrato la forza mentre tiravo un pugno sul pavimento" spiegò. "Mh, parla con Mattia ma poi datti una disinfettata che le mani ti servono cretino" mugugnò la ragazza con il solito fare responsabile. "Poi possiamo parlare?" tornò lui sul discorso e lei annuì divincolandosi dalla sua stretta per andare a sedersi in stanza pensierosa.

"Dovevamo fare il passo a due" si lamentò il più piccolo tirandosi piano delle bottigliate di tè in fronte. Christian ridacchiò silenziosamente e gli diede ragione aggiungendo che era anche una bella coreografia. "Hai parlato con Emma?" cambiò rapidamente argomento il biondo. "Stai cambiando argomento?" chiese stupito il bergamasco cercando come uscire da quella situazione. "Si, devo pensare ad altro o ricomincerò a frignare" commentò Mattia aggiungendo un eloquente cenno del capo per incitarlo a rispondere ma l'altro scosse la testa sconsolato. "Andiamo, davvero?" iniziò di nuovo il più piccolo. "Mattia non iniziare" disse infatti rapido Christian. "No no inizio e finisco pure, frate hai praticamente origliato una conversazione importantissima" e parlando sottolineò le sillabe dell'ultima parola dandosi altri colpi di bottiglietta sulla fronte. "Molla questa bottiglietta o ti verrà un buco in testa" fece Christian roteando gli occhi e strappandogli la bottiglietta di mano pensando a quanto fosse effettivamente drammatico il suo amico che lo guardò contrariato. "Vabbè comunque, origli la conversazione della vita e che fai? Invece di entrare a parlarne con lei vai a farti da mangiare! Allora o hai il verme solitario o ti stai cagando sotto. O entrambe le cose, il che non lo escluderei" concluse in un solo fiato con il suo forte accento barese Mattia.

Christian rifletté sulle parole dell'amico e si, probabilmente aveva pure ragione ma non sapeva come spiegargli che quella verità così detta lo aveva preso completamente alla sprovvista e che, quando Luigi era uscito e lui aveva alzato lo sguardo incontrando quello di Emma in uno stranissimo gioco di quei maledetti specchi in casetta, non aveva potuto far altro che abbassare gli occhi, girarsi dall'altra parte e andare in cucina ostentando una fame che probabilmente in quel momento nemmeno aveva. Forse.

"Frate non lo so, io qui ho altro a cui pensare e Emma è così piena di sentimento, è totalizzante e ho paura che farmi prendere da lei e dai suoi drammi mi distolga da quello che devo fare" iniziò a giustificarsi Christian. "Certo che invece senza di lei sei un fenomeno" lo punzecchiò il biondo alludendo al brutto voto della gara di quel giorno. "Scusa, sono nervoso" aggiunse però subito dopo. "Macchè magari hai ragione, sono confuso perché io adoro stare con lei e essere suo amico ma le vuole correre e ha quell'atteggiamento così protettivo che mi fa venire quasi l'ansia perché nessuno è mai protettivo con me. Io mi faccio male, mi distruggo, mi rompo il naso, io sono così e me la vedo io" concluse il moro forse un po' troppo duro.

Embers - Christian StefanelliWhere stories live. Discover now