6. Imbarazzo

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Hernando era nella penombra. Il cappuccio calato gli dava un'aria misteriosa.
《Sei sveglio》sussurrò Bruno con un brivido che gli attraversò il corpo.
Riusciva a scorgere poco più che la sagoma di Hernando, ma bastò quello e il modo in cui sembrava puntarlo con tutto se stesso a turbarlo intensamente.
Deglutì con la certezza che qualcosa non andava. Però non ne era spaventato, si sentiva attratto dalla figura di quel ragazzo, quasi ipnotizzato. Forse era il modo in cui sembrava concedergli tutta la sua attenzione, ma sentì le gambe molli.
Non si mossero per parecchi secondi.
Hernando rimase seduto sul divano ma alla fine Bruno entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Si sentiva bruciargli lo sguardo dell'altro addosso.
《Posso accendere la luce?》
Nessuna risposta.
Ma che gli stava prendendo?
Bruno stava iniziando a sentirsi male.
Quella giornata era partita con la ramanzina di sua madre, continuando con le minacce di morte del signor Juan e stava finendo con il mutismo di Hernando.
《E che buio sia allora!》il tono non gli uscì arrabbiato. Sembrava più sul punto di piangere.
Si sedette di fianco a Hernando, cercando di non scoppiare in una crisi di pianto, mentre il coinquilino restò in silenzio a guardarlo.
Quando gli sembrò di aver superato il momento di sconforto, Hernando decise di parlare.
《Grazie》aveva la voce roca, probabilmente si era appena svegliato.
《Potevi dirmelo che volevi stare al buio》esclamò in risposta, colpendolo con una mano mentre gesticolava per il nervosismo.
Bruno iniziò a scusarsi ripetutamente ma come per rassicurarlo, Hernando gli afferrò il poncho con fermezza.
《Non per quello. Intendevo per non avermi mandato via o ucciso nel sonno》
I ratti, che fino a quel momento avevano avvertito la tensione, finalmente scivolarono fuori dai vestiti di Bruno per cercare qualcosa da mangiare nel buio della stanza.
Bruno lo guardò sorpreso.
《Pensavi davvero...?》
《Onestamente non lo so》sospirò Hernando.
Rimasero nuovamente in silenzio, fino a che Bruno decise che quella situazione doveva finire.
《Posso accendere la luce?》
《Fai pure》
Dopo la risposta di Hernando, Bruno decise che era tempo di alzarsi, ma non aveva considerato che il coinquilino tenesse ancora il suo poncho in mano.
La forza con cui cercò di tirarsi in piedi lo trascinò addosso a Hernando, che, non aspettandosi la cosa, si lasciò travolgere da Bruno.
《Mi hai fatto un po' male, onestamente》ridacchiò Hernando tenendolo in un abbraccio stretto per non farlo scivolare giù dal divano.
Bruno era caduto di schiena e probabilmente aveva sbattuto la testa sul mento di Hernando.
《Tu stai bene?》sembrò che la sua voce si fosse abbassata notevolmente mentre diceva quelle parole accanto all'orecchio di Bruno.
Sciolse la stretta rigida, ma lasciò le mani su di lui.
Il dolore alla testa passò in secondo piano.
Bruno però si rialzò e Hernando lo lasciò andare, come se nulla fosse successo.
Ma qualcosa era successo.
Per la prima volta in vent'anni... Bruno era arrossito.
Poteva sentirlo. Poteva sentire le guance in fiamme per l'imbarazzo, ma soprattutto per la vicinanza con quel ragazzo.
《Scusa, scusa, scusa, scusa!》esclamò con voce acuta mentre correva ad accendere la luce.
Solo dopo averla accesa si rese conto che probabilmente Hernando avrebbe notato quel rossore, quindi la spense.
《Bruno?》bisbigliò Hernando. 《Va tutto bene?》
Bruno scoppiò a ridere, nervoso.
Era talmente concentrato a come giustificarsi che non si accorse di cosa aveva detto il coinquilino.
《Scusa... mi è scivolato il dito》
Ci fu silenzio per qualche secondo prima che Hernando parlasse.
《Quindi... la luce?》
Bruno accese la luce di scatto e sperò con tutto se stesso che la sua faccia fosse a regola.
Ma quando si girò per guardare Hernando, notò invece una delle cose più spaventose che mai aveva visto nella sua vita.
Dietro a Hernando, c'era una crepa nel muro di Casita.

Walls (Bruno Madrigal × Hernando)Where stories live. Discover now