2. Corridoio

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Bruno restò tutta la notte sveglio a osservare la tavoletta di vetro verde.
Se guardata in prospettive diverse, il volto del cadavere cambiava.
Da Bruno a l'uomo senza volto.
Si ricordava a malapena il resto, era rimasto talmente scioccato dal finale che tutto il resto era passato in secondo piano.
Aveva solo il vago ricordo del quadro che nascondeva il buco nel muro.
Forse quel buco portava al corridoio...
Alla fine decise di uscire dalla stanza delle visioni per recarsi fuori dalla sua camera.
Non poteva sparire o sua madre e le sorelle si sarebbero preoccupate.
E farebbero bene...
Percorse il solito corridoio con raffigurato il processo di una visione, portando nella sua stanza da letto la tavoletta inquietante.
La camera era abbastanza grande da contenere una vastissima libreria di tavolette verdi, uniche fonti luminose lì dentro.
Andò verso il letto ad una piazza e mezza, lo spolverò dalla sabbia e nascose la visione sotto il cuscino.
Era difficile che qualcuno volesse entrare lì dentro, figurarsi per cercare delle visioni, ma il terrore che qualcuno della sua famiglia potesse vedere la sua morte lo terrorizzava.
Nessuno doveva scoprirlo, soprattutto perché avrebbero pensato subito al peggio (come sempre), invece di comprendere che non era un destino scritto e immutabile come al solito.
Si precipitò fuori, attraversò il ponticello e corse giù per le scale, scappando da quella maledetta tavoletta verde.
Nonostante lo sforzo, gli piacevano tutte quelle scale: sia perché lo separavano immensamente dalla sua famiglia e dai pregiudizi della gente, sia per il lungo tragitto che invogliava le persone a non disturbarlo mentre se ne stava per conto suo nella sua stanza.
Finite le scale, percorse le dune e la cascata di sabbia prima di uscire definitivamente dal suo piccolo paradiso di solitudine.
Casita lo salutò alzando le piastrelle sotto di lui, facendolo quasi inciampare.
《Piano, piano》esclamò mentre una sedia correva a sorreggerlo. 《Grazie, Casita. Buongiorno》
Sentì improvvisamente un urlo di Pepa dalla sala da pranzo e lui in risposta sbuffò.
Era tempo di mostrarsi alla sua famiglia.
Alle volte avrebbe preferito starsene sempre per conto suo, ma sua madre voleva che la famiglia fosse sempre unita e felice.
Un altro urlo lo accompagnò mentre entrò nella sala da pranzo.
Pioggia, tuoni e lampi.
Sua sorella Pepa era in piedi sul tavolo, sua madre Alma se ne stava immobile in un angolo e la sua seconda sorella, Julieta, teneva una scopa in mano.
I loro sguardi convergevano tutti in un punto dall'altra parte della stanza, in cui c'era... un ratto.
《Bruno!》gridò Pepa fulminandolo con lo sguardo. 《Prendilo!》
A Bruno i ratti non facevano paura, ma quando si avvicinò per afferrarlo, il roditore saltò sul tavolo per schivarlo e nel frattempo arraffare un'arepas da un piatto.
Bruno non si accorse che Pepa era svenuta e che Julieta la prese al volo, perché troppo concentrato a prendere il ladruncolo.
Questo scappò fuori dalla sala da pranzo con velocità, ma non sapeva di certo che tutte le scale che Bruno faceva ogni giorno lo avevano reso incredibilmente veloce con i piedi.
All'improvviso il ratto si fermò davanti ad un quadro con raffigurata una natura morta e squittì.
Il quadro si spostò con un movimento fulmineo e una mano svelta afferrò il roditore e altrettanto velocemente sparì dentro un buco rozzamente scavato proprio dietro al dipinto.
Bruno era rimasto qualche metro più in là, sconcertato.
Il quadro della visione gli era sembrato familiare ed infatti era sempre stato in casa Madrigal.
Il cadavere impresso sulla tavoletta verde gli passò davanti agli occhi.
Sapeva di non poter scappare dalle proprie visioni.
Inspirò profondamente, avvicinandosi al dipinto.
Già sapeva quello che nascondeva: quando lo spostò vide il buco scavato e il lungo corridoio buio e polveroso dentro al muro.
《Casita?》esclamò preoccupato. 《Perché non ci hai mai detto nulla? Se ti si buca un muro dovresti accorgertene》
La casa non diede alcuna risposta.
Bruno sentì la tensione rigirargli lo stomaco.
Prese un po' di sale dalla tasca e lo buttò dietro la schiena, batté i pugni chiusi cinque volte sul legno del retro di quel quadro e incrociò le dita.
Trattenne il respiro entrando in quel buco.
Era tempo di scoprire la verità su quella maledetta visione.

[Angolo della Baguette]
Ehiò Rattiny!
Questi primi due capitoli sono introduttivi quindi non succede ancora granché. Ma nel prossimo apparirà Hernando :)
Cercherò di scrivere capitoli brevi per pubblicare più spesso, quindi se ci sono errori o altre cose fatemelo sapere in un commento o dove volete.
Alla prossima~

Walls (Bruno Madrigal × Hernando)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora