Chiuse il libro di scatto e si sistemò sulla poltrona, come se ascoltarmi non fosse un peso ma un piacere. Le persone migliori, di solito, erano proprio così. «Non mi sembra una cosa brutta».

«A me lo è sembrato sin da subito. Era una tragedia, per una come me, abituata a pensare solo a sé e a suo fratello. Più cercavo di allontanarlo e di ignorare quello che sentivo, più me lo ritrovavo davanti, occupato a fare gesti e a dire parole che lo facevano sembrare il ragazzo giusto al momento sbagliato. In poco tempo mi sono ritrovata con il cuore di nuovo in funzione, abituato alla sua presenza e a quei gesti che sotto sotto mi piacevano. E quando ho scoperto che ciò che diceva la gente su di lui era vero, io... mi sono spezzata come il pezzo di vetro più sottile».

Annuì lentamente, assimilando tutto. «Ti ha tradito?».

Annuii con tristezza. «Ma non nel modo in cui tutti si aspettano. Ci sono diversi modi per tradire qualcuno e il primo non è andare a letto con un'altra persona. È mostrarti per ciò che non sei e lasciare che siano gli altri a farle scoprire come sei veramente. La cosa che fa più male è rendersi conto di aver dato fiducia a qualcuno che l'ha tradita, piuttosto che ad una persona che lo merita. Da quel momento ci sarà un posto in meno nel tuo cuore ed entrarci sarà sempre più difficile, finché le sedie non rimarranno tutte vuote e l'accesso sarà vietato».

«È questo che ti fa più male, non è vero?». Mi osservò. «Che per colpa sua la stanza del tuo cuore è diventata inaccessibile e che sei tornata a non credere più all'amore vero, perché pensi che tutti ti desiderino solo per una cosa».

Fui sorpresa perché ci aveva azzeccato. «Sì, credo di sì. Insomma, avrei preferito non soffrire se il risultato era poi lo stesso. Non credevo prima all'amore e non ci credo neanche ora».

«E le fiabe? Le leggende, le favole, i miti, tutte quelle cose antiche e magiche sull'amore, non ti danno una qualche speranza sull'esistenza di quella persona che dovrebbe completarci?». Inclinò la testa.

Sbuffai. «Quelle funzionano sui bambini, non su noi che abbiamo provato sulla nostra pelle quanto sia più facile innamorarsi dell'antagonista. Nella vita reale il cattivo non cambia per la principessa. E se lo fa, allora lui non lo è mai stato davvero».

Sorrise divertito e si alzò. Credetti quasi di averlo offeso, se non fosse stato per quella curva dolce presente sulle sue labbra rosee, mentre spariva tra i molteplici corridoi della libreria, in cerca di qualcosa. Quando tornò, mi fu spontaneo mostrarmi confusa.

Si sedette di nuovo sulla poltrona, tenendo fra le mani pallide e piene di vene in rilievo il libro più sottile che avessi mai visto. Ingiallito, come se ne fosse passato di tempo dalla creazione di quelle pagine, e dall'aspetto più antico degli altri. Sulla copertina non aveva neanche un'immagine, solo un nome che non riuscivo a leggere, ma notai fosse rosso sangue.

«Voglio farti leggere una fiaba». Sorrise come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Storsi il naso. «Non credo che-».

«Abbatti i tuoi limiti. Leggila, non ti costa nulla. Magari dopo questa il tuo pensiero sull'amore sarà lievemente più positivo e pensando a questo grande ma complicato sentimento sorriderai». Alzò le spalle fasciate da una camicia nera, sempre differente dagli altri.

Sospirai sconfitta e presi il libro, leggero come nessun altro. Lessi il titolo con voce scettica, osservando il disegno di un ago e di un filo che ne seguiva i caratteri grandi ed eleganti. «La tessitrice di cuori?».

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