chapter I

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Sono anni che fumo. Perché è l'unico modo in cui io riesco a farmi del male. È un male passivo, che si vede negli anni... E quasi nessuno se ne accorge. Se ti tagli hai più possibilità di essere scoperto mentre se fumi puoi dire che semplicemente hai preso il vizio e che magari stai cercando di smettere, quando non è assolutamente vero. Poi io sono debole, non riesco a ferirmi da solo, ho paura di soffrire. Il fumo è la via perfetta per farla finita e far credere a tutti che sia stato un incidente.
Così ho iniziato a fumare, e fumare, e fumare, finché non ho preso questo stupido vizio. Ormai nessuno può togliermelo, è impiantato in me con radici profonde. La cosa più preoccupante è che nessuno se ne accorge, è esilarante veder parlare le persone di quanto odiavano il fumo quando hanno un fumatore proprio accanto a loro e nemmeno se ne accorgono.
Molti dicono "Riesco a capire quando uno fuma" e puntualmente nessuno lo capisce. Sempre più esilarante.
Persino mio fratello non mi ha mai scoperto. Dice che ci tiene tanto a me, ma non credo si sia mai reso conto di quanta tristezza e solitudine mi porto dietro ogni giorno.
Non sto dicendo che lo odio per questo, anzi lo amo da impazzire. Sono io il coglione che lo tiene nascosto, lui non ha colpe.
È un normale sabato sera, nessuno di noi ha niente da fare così decido di andare in giro da solo, per passeggiare in santa pace.
Come quasi ogni sabato lo saluto "Nahoya, vado a fare un giro. Non so quando torno."
Non mi chiede mai se voglio andare a quelle stupide feste che noi giovani dovremmo adorare, sa che non sono così. Lui qualche volta ci va, ma non vuole lasciarmi.
Sto vagando per la città da tanto, non ho neanche tenuto il conto di quante sigarette ho fumato, non ci faccio nemmeno più caso...
Inizia a fare freschino, ma ancora non ci voglio tornare a casa. C'è un clima pesante lì...
Dopo l'ennesima sigaretta respiro a pieni polmoni l'aria pulita del parco in cui sono. Mi distendo su una panchina, lontana dalle luci artificiali.
Riesco a vedere le stelle. Le ho sempre amate; provo ad afferrarne una, esattamente come quando ero piccolo. So che è impossibile ma mi fa sentire forte farlo.
Sto per addormentarmi, quindi decido di andare a casa. Non voglio che Nahoya si preoccupi e mi venga a cercare. Prima però devo eliminare io puzzo di fumo.
Prendo il deodorante, che ormai porto sempre dietro, ed inizio a spruzzarlo ovunque. Poi passo a coprire l'alito, prendo una gomma e la mastico per tutto il tragitto dal parco a casa, appena arrivo a destinazione vado subito in cucina e la butto.
Mi dirigo in camera e trovo Nahoya a dormire nel mio letto. Mi lascio sfuggire un piccolo sorriso a quella scena così tenera.
Mi cambio e mi metto il pigiama. Non voglio svegliarlo quindi mi metto nel suo letto e mi addormento lì.
Durante la notte mi sento chiamare "Souya, Souya, oi". Apro lentamente gli occhi e vedo che è quel coglione di mio fratello "Dimmi.", dico alzando gli occhi al cielo. Voleva semplicemente chiedermi se poteva dormire con me... Ma farlo e basta senza svegliarmi era troppo difficile? Sospiro e alzo le coperte, così che riesca a scivolarci dentro. Lo abbraccio e mi riaddormento subito.
Il mattino seguente dormiamo fino a tardi, visto che è domenica. Cerco di stringere Nahoya a me ma non lo sento più nel letto. Mi alzo e sbadiglio rumorosamente, credendo di essere solo... "Buongiorno!" mi giro in fretta verso il suono della sua voce, mi è preso un infarto cazzo-
Gli rispondo con un mugugno e mi alzo dal letto. Vado in bagno e dopo essermi svegliato del tutto torno in camera "Che stai facendo?", gli chiedo, notando solo ora che è alla scrivania a scrivere qualcosa. "I compiti che abbiamo per domani. Dovresti farli anche te." Mi dice tutto sorridente come sempre. "Posso copiarli e basta?" Lo abbraccio da dietro e mi metto a sbirciare cosa scrive. "D'accordo." Mi da un bacino sulla guancia e si alza. "Ora mi metto a cucinare qualcosa, mi aiuti?" Annuisco e andiamo in cucina.
Noto solo ora che è abbastanza tardi, ho dormito troppo. Mi dispiace per Nahoya... Mi ha aspettato per mangiare, anche se lui ha sempre fame. "Scusa, anche oggi mi sono svegliato tardi." Mi metto ad apparecchiare mentre lui cucina. "Non ti preoccupare, avevi solo bisogno di riposo." Mi dà un altro bacino e torna a fare la pasta. È sempre così gentile con me, io invece non lo tratto poi così bene... Mi sento in colpa. Anche perché non ho mai avuto segreti con lui, l'unico che ho è quello del fumo...
Mi sento un peso sul petto ogni volta che penso a quanto io gli stia mentendo, se mai dovesse scoprirlo non si fiderebbe più di me e io ne soffrirei tanto. Finisco di apparecchiare "Che posso fare ora?". "Nulla tranquillo, ho quasi fatto." Allora decido di andare in salotto disteso sul divano, un po' al cellulare.

Smoke [SouyaKawata]Where stories live. Discover now