4

17 4 0
                                    

Cercai di rilassare la schiena ma il basso schienale in legno delle sedie del "Tàstiko", dove mi ero fermata per pranzo, mi causò una fitta tale da farmi sobbalzare. Avrei avuto bisogno di un'altra sessione di spa completa di massaggi e vasche termali.

Non avevo detto a Staff che quella sera sarei tornata all'Hotel Alpenrose, che distava neanche mezz'ora da Trento, perché non volevo che lo prendesse come un invito a entrare nella mia vita. Mi piaceva, certo, era un ragazzo simpatico e attraente, ma da lui non volevo altro che informazioni. Il tradimento di Nicola era una ferita ancora fresca.

Mentre gustavo un super panino accompagnato da patatine fritte, e riguardavo le foto scattate al Duomo di San Vigilio, al Castello del Buonconsiglio e al Museo di arte moderna e contemporanea, attendevo la chiamata di Valentina. Non avevo fatto altro che pensare alla storia del pedalò, a quali misteri potessero celarsi dietro la scomparsa di quella coppia. Nella mia testa aveva già iniziato a prendere forma una trama, ma prima volevo scoprire quale fosse la verità, o quantomeno provarci.

Finalmente, il cellulare si mise a squillare.

<<Ciao, Valentina, piacere di conoscerti.>>

Mi rispose una voce squillante. <<Anche a me! Anche se è strano da dire, dato che non ci siamo davvero incontrate.>> Ridacchiò. <<Comunque Ricky mi ha parlato di te e mi sembri una tipa apposto.>>

<<Sono solo incuriosita da questa faccenda del pedalò. Staff... Riccardo mi ha detto che eri di turno tu, all'epoca.>>

<<Io e Sabrina, sì. È stata una cosa assurda, davvero, non ti capita tutti i giorni di smarrire un pedalò!>>

<<E dei clienti.>>

<<Sì, sì, infatti, pure i clienti. Okay, allora, da dove comincio?>>

Io afferrai il mio quadernino e una penna. <<Raccontami tutto quello che sai.>>

<<Okay, è successo tipo due mesi fa. Non era una giornata molto bella, c'erano un sacco di nuvoloni. Me lo ricordo perché hanno noleggiato un solo pedalò quella volta, il numero quindici. Nessuno voleva rischiare di trovarsi in mezzo al lago durante una tempesta. Ma quei due sembravano determinati.>>

<<Ti ricordi le loro facce?>>

<<Beh, lui era di colore, molto alto e muscoloso e vestito tutto di nero. Lei invece aveva un costume intero coi girasoli. Me lo ricordo perché mi era sembrato orribile e lei invece era una bella ragazza, truccata e curata. Mi ha dato l'impressione di essere una di quelle fissate con la moda e gli influencer, sai, del tipo che se la Ferragni esce di casa con le ciabatte pelose lo fanno tutti. Ho pensato che magari andava di moda quel costume orribile e lei si era adeguata, anche se le stava malissimo.>>

<<Era bionda, mora, alta, bassa?>>

<<Non mi ricordo proprio, sai, è passato tanto tempo. Comunque, noleggiano il pedalò per un'ora e partono. Noi aspettiamo che arrivi altra gente ma non viene nessuno e poi inizia a piovigginare. Allora usciamo dalla baracca per cercare il pedalò, ma niente. Il lago è grande, pensiamo che siano sull'altra riva. Passa l'ora e non tornano e inizia a piovere ancora più forte. La gente scappa verso le macchine, la spiaggia si svuota. Passa un'altra ora e il pedalò non torna. Allora Sabrina va in panico, perché non le è mai capitata una cosa del genere, fa una telefonata e spiega cos'è successo. Poi mi chiede di fare le foto ai documenti e di mandarli al capo della società. E poi basta, la giornata finisce e torno a casa. Torno al lavoro tre giorni dopo e chiedo a Sabrina se quei due sono ricomparsi, alla fine. Lei mi guarda male e mi dice di scordarmi quella storia e di non parlarne più. A me è parso strano ma ci ho messo una pietra sopra.>>

Mistero in riva al lagoWhere stories live. Discover now