READY, SET, PROLO-GO!

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Ho appena finito di salire le valigie nel portabagagli dell'auto di mio padre, non vedo l'ora di arrivare a destinazione.

Siamo tutti pronti, chiudo la porta e via: andiamo.
Stanchi della solita festa di San Silvestro in questa piccola città che poco offre e mai quanto deve, quest'anno è deciso: si parte. Anche se non importerebbe dove perchè è meglio all'avventura già almeno qualcuno di noi sa dove approdare. Siamo i soliti quattro: io, mamma, papà e mio fratello Elia che è un po' più grande di me con i suoi appena trent'anni tondi e rotondi.
In effetti ero proprio stufa di questa vita, che bello finalmente si va!

Mi avvio verso il mezzo ancora aperto, prendo posto sul sedile posteriore lato strada e chiudo lo sportello: dai, Elia muoviti! É mai possibile sei sempre lo stesso! Lo vuoi anche tu questo o no, per caso mi sbaglio?

Sento aprire una portiera mentre sono con il capo chino sulle mie unghie il quale smalto è tutto da rifare. Alzo lo sguardo ed è mio padre che si mette comodo sul posto guida e subito dopo la moglie fa la stessa cosa al suo fianco sul sedile passeggero e l'unico che ancora tarda è lui : quel palloso di Elia.

Eccolo, finalmente qua! Esattamente al mio fianco e adesso, che? Me lo dovrò sopportare per tutto il viaggio? No, assolutamente basta! Se ne sta come il papa di Roma tra le varie pen-drives da scegliere e la musica allora che lo porterà ancora più in panne. É uno sfegatato del rap, dategli Noyz Narcos e vi risponderà: altrimenti, ciao!

La macchina non tarda a mettersi in moto, si fa via via sempre più veloce.

La notte cala presto, chissà quando arriveremo a destinazione.

Guardo fuori dal finestrino le mille luci che si fondono con la notte, sembra un presepe e da qualche parte potrebbe anche realmente esserlo in fin dei conti abbiamo appena lasciato il Natale e onde perché no?

Entriamo ed usciamo in una galleria, una sfilza di paesi ce li lasciamo alle spalle.

Elia mi smuove la caviglia, nemmeno mi ero accorta di aver preso sonno: cosa vorrà mai e di nuovo?

"Siamo arrivati!" dice, intorno è ancora notte fonda essendo in inverno ci vuole per albeggiare.

Apro l'occhio destro bofonchiando uno sbadiglio mi stropiccio l'altro col polso della mano corrispondente, poi apro anche questo.

Mi stiracchio gli arti ancora intorpiditi dopo un intero viaggio in auto, lui apre lo sportello e io faccio altrettanto. Il mezzo era ormai fermo al parcheggio, si aprono anche le altre portiere.

Scendiamo tutti e quattro e presi i bagagli riprendiamo a camminare, non è ormai più così lontana la destinazione.

Una strana struttura presto mi appare davanti agli occhi, è al ridosso del mare: sarà un edificio o una nave?

Ci viene sempre più incontro, è davvero inquietante. Sembro aver preso parte di un racconto di avventura.

"Hogwarts!" esclama il solito idiota, rido maleficamente.

Ecco un'altra delle sue fisime, l'ennesima. Lui è proprio una fabbrica di questi febbricitanti mantra. Se non è il trap è Harry Potter, non perché siano schifezze, anzi se proprio devo dirlo ad essere questo è proprio lui.

"Io vado nel griffondoro!" mesmerizzando ancora una volta lui.
"Nel griffanculo ti ci manderei volentieri!" lo canzono decisa.
"A te... ti mando da Voldemort!" lui decisamente liquido ormai, rido più sonoramente di prima.
"Ragazzi, vedete un po'... questo è il Titanic..." Ecco l'altro gli va dietro: mio padre.
"Allora stavolta... la fine di Jack Dawson la farai tu, Elia!" replico, ride non convinto "E non fare il copione, piantala!" continuo.
"È il Titanic II!" aggiunge ancora il fantomatico fratello.
"È il primo!" ed ecco di nuovo il suo strozzino.
"Ragazzi, quello è il fossato!" sentenzia mia madre.

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