Così, se già la giornata non è iniziata al meglio, Joshua si ritrova a crollare pian piano sotto al peso dei propri pensieri. Recupera un paio di jeans dall'armadio e una camicia a quadretti rossi e neri. Infila un paio di Converse rosse ai piedi e tenta di sistemarsi i capelli, evitando di incrociare il suo sguardo con lo specchio.

   Con la paura nel profondo che quell'entità possa tirarlo a sé e intrappolarlo al suo interno. Ma lo sa – oh, se lo sa – i suoi intenti sono tutt'altro che quelli.

   Prende il suo zaino dalla sedia accanto alla scrivania e, dando un bacio veloce alla nonna – evitando le sue domande scomode sul perché si sia incupito così – esce di casa e si appresta a prendere la metropolitana di Deptford Bridge, verso la fermata di scambio a Bank – la linea rossa.

   Evita di prendere la macchina anche quel giorno, sebbene il tragitto da casa sua a quella della signora Soria sia decisamente più lungo affrontato con i mezzi, ma non se la sente di prendersi la responsabilità di quella guida, specie dopo la visione e ora, non meno importante, con la paura che potrebbe vedere qualcosa nello specchietto retrovisore.

   Si chiude nelle spalle, quando raggiunge la banchina, troppo preso dai suoi pensieri per far caso al vento che si è appena alzato, siccome il vagone sta arrivando. Quando gli è di fronte, gli sembra di risvegliarsi da un sogno e, prima che il varco possa aprirsi, alza lo sguardo verso l'abitacolo. Dietro al riflesso sopra al vetro delle porte scorrevoli, lo vede di nuovo.

   Indietreggia, impaurito, andando a sbattere contro una signora a cui pesta i piedi e che protesta biascicando via qualche parola sgarbata a proposito della sua educazione.

   «Scusi... scusi, io...», cerca di dire, ma la donna lo supera, accigliata, entrando nel vagone prima di lui.

   Joshua rimase fermo a guardare le porte ancora aperte, spaesato e con un senso di solitudine dentro che quasi lo logora ad ogni respiro.

   Entra, infine, quando il suono che annuncia la partenza del treno gli ferisce le orecchie e, evitando di guardare ancora le superfici riflettenti del treno, si regge stretto ad un tubo e non alza mai lo sguardo.

   Ha troppa paura di cadere di nuovo in quell'incubo.

ՑՑՑ

   Quando è sceso dalla metropolitana e ha raggiunto la strada, Joshua si è reso conto che il cielo ha iniziato a coprirsi di nuvole nere e, quando arriva davanti la villa della signora Soria, fa appena in tempo a bussare e farsi aprire, perché poco dopo comincia a piovere. Come sempre la pioggia londinese coglieva di sorpresa anche chi viveva lì da sempre, compreso lui. La pioggia, poi, non gli è mai piaciuta particolarmente. Nemmeno in quei frangenti dove è chiuso in casa e può rilassarsi col suono picchiettante contro i vetri. Forse perché, quando era piccolo e la notte i temporali colpivano i suoi tentativi di addormentarsi, implorava Dio che sua madre potesse arrivare da un momento all'altro ad abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene ma, sebbene il suo fosse un desiderio forte, non era mai avvenuto.

   Non se la ricorda nemmeno, non l'ha mai vista. Non sa nemmeno com'era fatta e, ogni volta che ha chiesto alla nonna che aspetto avesse, lei sembra all'oscuro almeno quanto lui.

   «Sono troppo vecchia per ricordare.» Questa è la scusa che gli ha sempre rifilato ma Joshua, dentro di sé, sa che c'è altro dietro a quel mistero e che, con molta probabilità, Agnes non l'ha nemmeno mai conosciuta, sua madre. Ci sono foto di suo padre ovunque, in casa, ma si fermano a un'età compresa tra i venticinque e i trent'anni, non vanno mai oltre. Non esistono foto dove lo tiene in braccio da bambino, o che gli diano la speranza di aver avuto anche solo un minuto di infanzia vissuta con i suoi genitori. Sono due fantasmi e, per quanto sappia che sua madre è morta dandolo alla luce, e che di suo padre non vi è più traccia – per quanto lo riguardava, comunque, non è nemmeno interessato a conoscere che razza di sorti gli siano spettate, dopo che ha abbandonato sia un figlio che la propria madre. E Agnes, ogni volta, lo difende a spada tratta, ricordandogli che, dopotutto, si tratta pur sempre di suo padre.

Non Chiedermi dei Morti - Volume 1Where stories live. Discover now