capitolo 40

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Ilsole si trova ormai alto nel cielo pomeridiano del caldo e aridodeserto, un cielo in assenza di nuvole che si può restare adosservare da ogni finestra di ogni casa ma non quelle di Makela. Lepareti rocciose del meteorite sono massicce ed impenetrabili checoprono la vista sul mondo esterno. Là regna la notte eterna, piùbuia e silenziosa che orecchio possa mai percepire. La bellezza diquel mondo nascosto rimane un mistero però delle deboli fonti diluce che di giorno aiutano gli occhi degli abitanti sono delle pietreche crescono dal suolo e dalle pareti del meteorite dando l'illusionedi essere stelle dai mille colori. Chiunque si sarebbe fermato adammirare quel fenomeno naturale. Sotto la cupola rocciosa però sitrovano soltanto due persone ed è proprio il creatore di quel regnoad osservare ciò che sostituisce il blu del cielo esterno. Cadence,il signore del luogo inabitato, passeggia nel bosco con gli occhipuntati al soffitto colorato ben visibile poiché gli alberi nonpossiedono molte foglie a causa dell'assenza del sole. E' unpeccato poter vedere soltanto una piccola parte del suo creato. Conla sua magia ha costruito tre città, ognuna con un palazzo e leforeste, a cosa la fantasia sprecata serva è ignoto ad Akina che losegue nell'ombra da ramo a ramo con estrema agilità e armata conun pugnale dalla lama estremamente sottile da sembrare fragile maletale soltanto a vederla. La donna più pericolosa nel corpo di unaragazza e l'uomo dal potere oltre l'immaginabile, entrambi apochi metri di distanza. Ma a Darkwood, la foresta di Zalem, doveMakela dispone di meno luce, lui calcola ogni passo di ogni singolacreatura. Nessuna singola azione gli sfugge ma il comportamento dellaragazza non gli è nuovo, da quando lui la porta con sé cerca dieliminarlo però senza successo e dopo anni credeva si fosserassegnata che non ci sarebbe mai stato modo. Nonostante lei ci proviancora, lui si fida di lei come di nessun altro.

Simette sul attenti fermando il suo cammino, i suoi lunghi capellivioletti smettono di ondeggiare e gli strati leggiadri di tessuto delsuo Hanfu si sovrappongono perfettamente lungo la sua figura secca.L'oscurità non darebbe a nessuno l'opportunità di iniziare uncombattimento però per loro avere degli occhi sembra essere unaccessorio visto che li basta basarsi sui propri poteri perindividuare l'esatta posizione dell'altro oppure di un ostacolo.Lo scontro però termina ancora prima di incominciare. Nonostante icontinui allenamenti e il livello magico in possesso della ragazzanon è ancora abbastanza per poter risultare vittoriosa, nota anchela sua postura più rigida di prima così si arrende. Scende dal ramosul quale era seduta poco prima e avanza di qualche passo rivelandola propria figura. Nella leggera luce di alcune delle pietre sparsequa e là per il terreno non si possono notare tutti i dettagli deisuoi abiti neri ma non indossa qualcosa di complicato come l'uomo.Dei pantaloni stretti che si chiudono sul girovita e ricadono condiversi strati verso il basso sembrando una gonna, finiscono sottodegli stivali alti fino a toccarle le ginocchia e con un taccomorbido che si unisce a tutta la suola della scarpa. Il corsetto chefunge da protezione le tiene ferma la maglia dal collo alto e piccolidettagli, sulla schiena sembrano esserci diversi strati di tessuto everso l'alto si aprono in un cappuccio pesante e robusto che copreil viso della ragazza fino alle labbra. I particolari di ciò cheindossa sono le tante tasche nei quali riporre le armi, i guanti chele tolgono il tatto e il cappuccio sotto il quale i capelli e il visosono nascosti da cinquant'anni. Nessuno si ricorda il suo viso,nessuno, nemmeno l'uomo che le ha offerto la sua protezione. Sembral'ombra di Cadence, vestita tutta di nero senza lasciar trapassareneppure una svista della sua pelle e che lo segue ovunque luiandasse.

Nonostanteviaggiano, combattono e condividono lo stesso obbiettivo, la fiduciaposta in lei non sembra sfiorarla e l'idea di amicizia parelontana. Gli sforzi dell'uomo risultano vani se non fosse che dellevolte avrebbe potuto giurare di averla intravista sorridere conquelle labbra carnose e larghe tirate su con timidezza prima ditornare l'attimo dopo neutri ad ogni emozione. Quelle frazioni disecondo lo riempiono di speranza, la speranza che alla fine la possaessere rimasta quella bambina prima di ritrovarsi ad essere un demonespietato, però il secondo dopo svanisce tutto ed ogni pensiero cheviaggia nella sua mente sentendo la sua voce. Lei raffigura ciò chetra i soprannaturali si definisce come distanziato, un essere dallamente chiara e personalità decisa da non sentirsi più partedell'esistenza di esseri viventi e vede come minaccioso ogni azioneprovocata attorno. Il fatto di aver rinnegato il simbolo demoniacomostra ulteriormente di aver abbandonato quella strada però ha persoanche il suo simbolo elfico poiché la sua città natale e razza, glielfi bianchi, sono stati eliminati definitivamente.

Ilsimbolo di una sub-razza viene attribuita alla nascita e rappresenta,oltre l'appartenenza, l'onore di questa. Ogni simbolo è diversoed è compito elaborarlo del membro della città che giura protezionesul bambino, che solitamente risulta essere il membro della famigliapiù vicino ai genitori. Ad ottenerlo c'è soltanto un modo mentreper perderlo si può rinnegarlo oppure essere costretti a smarrirlo.Rinnegando il simbolo è un atto che nessuno considera ed avvienequando si sceglie di non fare più parte della propria patria, deisuoi abitanti e di fare ritorno in quel luogo. Alcuni ibridi scelgonodi rinnegare uno dei simbolo per risultare interamente membro dellarazza che si sentono più vicino o nati. L'obbligo di perdere ilsimbolo è un evento unico del suo genere visto che avviene soltantoquando un'intera sub-razza soprannaturale si estingue ed ancora piùraro è il riacquisto dello stesso, per poter accadere ciò devenascere un soprannaturale della sub-razza estinta e risultare unopuro di razza.

Laragazza gli è sempre parsa decisa in ogni aspetto e scelta maqualcosa che ancora gli è ignoto gli rende difficile definire ciòche la trattiene a mostrarsi. Sta lentamente perdendo fiducia nelfatto di poterle aiutare a cambiarla in una sé stessa motivata elibera da ogni immagine si sia fatta su di sé. Inizialmente quelcappuccio sembrava un modo per lei di proteggersi ma dopo il tempoche passa anno dopo anno non lo sembra più affatto. Lei è cresciutacosì, da quando aveva messo mani su quei abiti non vuole piùindossare altri, li protegge come fossero il suo unico onore e gioia.Nonostante si veste soltanto di nero, non è il suo colore preferito.

Laragazza non parla molto di sua iniziativa e preferisce godersi ilsilenzio e i suoni circostanti della natura che in troppi sembranoavere smarrito il ricordo di tale bellezza per potersi fermare anchesoltanto un istante. "Non è saggio addentrarsi ulteriormente,signore." osa lei lasciando le mani inguantate e prive di armadondolare lungo i fianchi. La sua voce non è più la stessa del loroprimo incontro però neppure troppo differente da non poterlariconoscere. Il suono risulta complesso da definire nonostante lui laconosca bene per via del tono basso e sottile da darne l'impressioneche le parole vengano risucchiate mentre le pronuncia, talmenteinudibile arrivino all'orecchio della persona di fronte a lei. Puravendo quell'ostacolo di fronte, lui cattura ogni sillabapronunciata. Si volta con un angolo della bocca incurvato consicurezza e quasi divertito dalla ormai vecchia recita che lei gli faogni volta così fragile da poterlo ingannare. Purtroppo per laragazza, lui non si farà ingannare. "Sta tranquilla, Akina, oltrea noi nessuno ha fatto accesso." al confronto di lei, alle suespalle, la sua voce risulta melodica pronunciando con attenzione ognilettera della sentenza. "Nulla sarà mai a equali di questo luogo.Qui nulla mancherà a nessuno e nessun conflitto supererà le paretidi questa cupola, qui saremo nascosti e protetti dal mio essere."con un movimento appena percettibile del capo verso il lato,allineando il suo mento con la stalla destra coperta dagli strati ditessuto chiaro, puntando l'occhio su di lei evidenziando la loroforma appuntita tirata in lunghezza rendendo impossibile perdersi inquel colore magnetico della sua patria ed il quale il suo poteremagico.

Chiunquesi sarebbe sentito congelare seduta stante ma non lei. La ragazza nonè uno dei suoi soliti soldati gioiosi ad un loro discorsoincoraggiante, lei non si è mai fatta intimidire, nemmeno da lui cheha forza superiore alla sua. Per evitare l'occhiata chiude gliocchi nascosti troppo in fondo al cappuccio ed immaginando che sifosse aspettato un nuovo attacco da dietro inizialmente resta ferma.Non ha bisogno di vedere lo sguardo sentendoselo sulla pelle comefosse un soffio secco del vento estivo. Come sente allentare lapressione, si avvicina rimanendo però di poco dietro di lui. L'uomola osserva condividendo il silenzio mentre si affianca prendendolocome un invito a proseguire la passeggiata. Gli sarebbe piaciutosentirla ribattere oppure lasciarla libera di esprimere come sisente, dopotutto, quella è la loro nuova casa.

Makela - second way straightWhere stories live. Discover now