ˏˋ꒰ uno ✨ ꒱

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Il sentiero era ricoperto da petali rosa, i quali precipitavano con molta leggiadria. Era come se stessero danzando, sorreggendosi tramite l'aiuto del vento.
Intanto, quest'ultimo, sembrava cantare una melodia dolce, che veniva interpretata tramite un serie di fischi da un ragazzo. Le sue labbra, all'eseguire i fischi, formavano una O e il suo viso prendeva una forma serena e scherzosa.
Difatti a prima vista dava l'impressione di un ragazzo felice e spensierato. Tuttavia, se inizialmente sorrideva con gli occhi, ora manteneva un'espressione vuota.
Accompagnò questo suo diverso volto con un sospiro, il quale sembrava indicare il ricordo di qualcosa di scialbo.

"Hey Jaehyun!"
Il ragazzo sentì il suo nome in lontananza, perciò si girò e strizzò gli occhi per vedere chi fosse, dal momento che aveva seminato una sua lente a contatto nell'aula di danza. Nonostante tutto l'impegno messo nel decifrare colui che lo richiamò, non riuscì a capire di chi si trattasse. Finché non gli apparve davanti una ragazza, più bassa di lui nonostante stesse indossando delle scarpette alte di qualche centimetro, probabilmente cinque.
Teneva i capelli mori raccolti in uno chignon ben saldato. Questo risaltava il suo collo fine ed elegante.

"Hai dimenticato il tuo asciugamano nella sala da ballo." Gli disse, porgendoglielo con due mani.

Il ragazzo afferrò con delicatezza ciò che gli apparteneva e lo mise all'interno della sua borsa in pelle.

"Grazie Eunji." Ringraziò la sua compagna di corsi e riprese per la sua via.

Quel giorno doveva tenere la seduta con il suo solito psicologo. Non gli piaceva molto come persona, lo riteneva superficiale e si chiese più di una volta come una persona così possa essere psicologo.
Quest'ultimo è una persona in grado di ascoltarti e di aiutarti, tuttavia Dong Pil era l'esatto opposto.
Durante questi due anni non lo aveva mai aiutato, anzi gli dava sui nervi: spesso mentre cercava di sfogarsi un minimo, l'uomo o stava al telefono oppure leggeva. Jaehyun, inoltre, non dimenticò mai quel giorno in cui lo mandò a casa, poiché non aveva voglia di ascoltarlo.
Il ragazzo cercò di parlarne più volte con la zia, dal momento che non desiderava più sprecare del tempo in quel modo. Tuttavia la sua unica familiare non lo ascoltava mai, anzi gli ordinava spesso cosa fare.
Così quel giorno decise di incontrare per l'ultima volta lo psicologo, per poi annunciargli del suo ritiro.

Passeggiava con passi delicati e poco svelti. Il vento continuava a canticchiare e i petali rosa volavano di continuo.
A Jaehyun piaceva quella vista, apprezzava molto la natura. Se fosse per lui, vivrebbe in un boschetto distante da tutte le persone e situazioni tossiche della quotidianità.

Poco distante da lui notò qualcosa che gli provocò dolore: un gattino era disteso sul marciapiede, con una gamba ferita dalla quale usciva una quantità eccessiva di sangue.
Si catapultò su quella piccola creatura, come quando i businessmen incontrano dei buoni affari.
In quel momento non sapeva come fare, per aiutare la piccola bestiola.
Fortunatamente nello stesso momento si avvicinò una ragazza, probabilmente della stessa età di Jaehyun.

"Oh no, povero cucciolo!" Esclamò, accovacciandosi vicino al gattino.
"Dobbiamo aiutarlo, ma non mi fido più dei veterinari." Disse il ragazzo, alzando lo sguardo verso alla ragazza.
I loro occhi si incrociarono e fu quasi un incantesimo: erano come ipnotizzati.

"Oh...ha qualche idea?" Chiese Jaehyun alla ragazza distogliendo velocemente lo sguardo.
"L'avrei un modo, ma non deve seguirmi e chiamare nessuno." Rispose, fissando gli occhi castani di Jaehyun.
Successivamente ella prese la creaturina in braccio e si allontanò, prendendo una viuzza che portava verso un boschetto.

lost in a dream | jaehyun 𖥸Место, где живут истории. Откройте их для себя