capitolo 4

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Il giorno dopo è un trauma per me. Sono stata sveglia tutta la notte e non sono riuscita a dormire, quindi l'unica cosa che posso fare è prendermi questo giorno di riposo facendo tutto con assoluta calma.
In poco tempo mi vesto con un semplice jeans a vita alta e una felpa larga corta abbinata ad una crocchia e alle mie amate air force one, e , mi incammino verso il mio posto insieme ad uno dei miei amati romanzi preferiti e il telefono con la musica.
Tutto quello di cui mi serve per ritornare in me. Arrivata mi posiziono sulla spiaggia all'ombra e infilo le cuffiette alle orecchie facendo così partire il mio paradiso.
Passate ore, sento una presenza seduta accanto a me. Non ho bisogno nemmeno di sapere chi è, perché lo so benissimo.
È Dylan. Io rimango lì ferma a guardare questa volta l'orizzonte e non più a leggere insieme alla musica; accompagnata adesso dalla sua presenza che mi sgretola piano piano lacerandomi dall'interno. Con un movimento delicato mi prende una cuffietta dalle orecchie e se la mette, D "James Arthur..." pronuncia queste parole con un piccolo sorriso alle labbra, ma io non rispondo. D "lo so di aver sbagliato fin dall'inizio da quando sono ritornato qui, ma ho bisogno dei miei tempi per dirti certe cose. Quindi ti chiedo solo tempo. Tutto qui."  finisce di parlare ed è senza fiato, io mi giro ad ammirarlo. Ha gli occhi lucidi come se potesse perdere qualcosa di davvero importante per lui, ha la testa abbassata con lo sguardo rivolto verso la sabbia perché è consapevole, e sa.
N "come hai fatto a trovarmi?" dico con voce flebile mentre 'quite miss home' frulla nella mie orecchie e nel mio corpo provocandomi dei brividi. D "intuito, oramai ti conosco abbastanza da sapere dove vai quando sei in bilico in mezzo al vuoto più totale" risponde alzando lo sguardo e incastrandolo con il mio. N "sai, quando te ne sei andato via pensavo che sarebbe tutto migliorato, pensavo che quel dolore e quella delusione che avevo nei tuoi confronti se ne fosse andata ma mi sbagliavo. Come hai potuto tradirmi in quel modo dopo aver giurato?, dopo aver saputo tutto di me , dopo tutto quello che è successo." dico stranamente con voce calma ma tanto debole quasi impercettibile guardando l'orizzonte. D " io.... mi dispiace. Non volevo farti soffrire credimi. Quando sarò pronto te lo dirò ma ti prego non ti allontanare da me, credimi quando ti dico che non ti farò più del male". N "e io come faccio a sapere se manterrai la tua promessa? come faccio a sapere se devo fidarmi di te ancora?"
D "fidati del tuo istinto, fidati della persona che ero prima quando ero ancora il tuo migliore amico perché io lo sono ancora, quella persona." disse lui facendo incastrare finalmente i nostri sguardi.
N "okay" risposi molto facilmente spegnendo la musica e alzandomi. D "dove vai?" mi chiede subito dopo avermi visto alzare, N "a correre"
D "wow, ti dai da fare eh?" N "già" risposi in modo acido perché se ora sono molto rigida con me stessa è solo per la mia insicurezza che loro hanno aiutato a aumentare. Così mi incamminai verso la mia stanza per cambiarmi e preparandomi a correre, lasciando indietro Dylan.
Arrivata nella mia stanza indosso il completo per correre, indosso le cuffie e mi avvio verso l'uscita. All'uscita di scuola il mio sguardo sa già dove guardare ,perché lui è lì in tenuta da corsa. N " che ci fai qui?" gli chiedo sorpresa, D "vado a correre",
N "Dylan....." , D "voglio solo correre insieme ad una amica" dice con sincerità, e io non ribatto, indosso anche l'altra cuffietta e avvio la musica cominciando a dare un ritmo ai muscoli delle gambe. Corriamo davvero tanto, come se tutte e due avessimo da scaricare la batteria umana e correre fino allo sfinimento. D "ei Noe, Noe" mi chiama ad alta voce Dylan riuscendo a prendermi una cuffietta e togliermela.
N " si?" gli rispondo rallentando ma senza mai fermarmi. D "da quanto stiamo correndo? e soprattutto, quanto corri?" mi chiede scioccato e affannato, N "è soltanto da un ora e mezza che corriamo, non importa quanto corro, vuoi ritornare al dormitorio?"
D "cavolo, un ora e mezza. No sul serio quanto corri? non fa bene correre tanto e mangiare a mala pena. Torniamo al dormitorio." mi dice con un filo di preoccupazione e rabbia perché non mi prendo cura di me come si deve. Così ritorniamo indietro rallentando la corsa.
Ci separiamo all'entrata della mia stanza perché tutte e due fradici di sudore. D "beh, allora a dopo" N "oh okay" rispondo titubante, oggi siamo stati praticamente tutta la mattinata insieme e non mi sono ancora scottata. Mi faccio una doccia, dopo mi aschiugo i capelli e mando un messaggio a Ella spiegandogli tutto quello che era successo e che ci ritroveremo a mensa fra poco.
In mensa mangio davvero poco perché improvvisamente ho lo stomaco chiuso, improvvisamente voglio ritornare nella mia stanza e non uscire più. Dentro in mensa ,in uno dei tavoli, c'è seduto Dylan e Megan sopra di lui che si muove in modo sospetto e toccandogli il petto e a lui sembra non dare fastidio. Davanti a quella scena mi faccio piccola ,piccola e mi muovo a scrivere ad Ella che voglio andare via ma troppo tardi, lei è già lì seduta al nostro solito tavolo. E "ei Noe, come stai? sembra che tu abbia visto un fantasma!" mi dice la mia migliore amica preoccupata per me perché all'improvviso sono diventata bianca e sono vicina ad un crollo emotivo. Ma no. Io non provo più nulla per Dyl ,quindi mi ricompongo e rispondo ad Ella, N "tranquilla va tutto bene, mangiamo?" ,ella titubante oscilla la testa verso l'alto e il basso annuendo e mentre mi sistemo per mangiare. Durante il pranzo se si può chiamare così perché ho mangiato solo una mela ,non ho mai tolto lo sguardo dal mio piatto anche quando Ella mi raccontava che Eliot ci stava provando con lei ma lei lo rifiutava. E "so perché sei così silenziosa ,quindi che ne dici di andare a fare shopping? stasera ti porto ad una festa!" accetto subitissimo. Non sono mai stata felice di andare ad una festa prima d'ora. Alcool arrivo.
La giornata è passata e io mi ritrovo qui a scegliere cosa indossare per la serata con Ella. Senza pensarci troppo perché sennò me lo sarei tolto, indosso un vestito bianco come la neve che lasciava quasi tutta la schiena scoperta comprato insieme ad Ella questo pomeriggio e i miei amati stivali anch'essi bianchi, per ultima cosa mi trucco.
Io e Ella ci trovammo al locale e ci inoltriamo nella folla. N "andiamo a prendere da bere" dissi subito appena entrate ed Ella annuì. La serata passava più che bene perché avevo sempre il bicchiere pieno, fino a quando vidi Megan e Dylan darci dentro a ballare. Non ci vidi più , forse per il troppo alcool che avevo incorporato ma decisi di lasciarmi andare con un ragazzo che avevo adocchiato in quel momento. Mi posiziono davanti a lui molto vicina e incomincio a ondeggiare il mio fondo schiena in modo seducente senza però aver consapevolezza di ciò che sto facendo. Il ragazzo risponde adagiando le sue mani bramose sul mio corpo mantenendo il mio ritmo. Ecco a questo punto ,lo sento. Sento il suo sguardo bruciarmi la pelle fino a sgretolarla. Come lo so? beh, potrei dire che la faccia di Ella dice tutto, così mi giro e lo vedo. Mi sta guardando. Senza pensarci probabilmente per colpa dell'alcol gli faccio l'occhiolino e continuo a muovermi cercando di essere sexy per quanto l'alcool dentro il mio organismo me lo permette e devo dire che me la cavo piuttosto bene.
Succede tutto all'improvviso. Dylan è sopra quel ragazzo e lo sta picchiando.
Il panico mi sale tutto il corpo fino a provocarmi una scarica di brividi.
Improvvisamente mi sento in colpa per quel ragazzo, improvvisamente mi chiedo anche perché abbia reagito così Dylan quando lui stava facendo la stessa cosa da molto prima. N "basta smettila Dylan, lo ucciderai così. Basta smettila" urlai in mezzo alle lacrime e ai singhiozzi. Non mi ero accorta nemmeno di aver cominciato a piangere, ma lui non mi ascoltava, non sentiva la mia voce. Anche l'altro ragazzo cominciò a rispondere ai pugni di Dylan, capovolgendo la situazione. Non ci vidi più, così mi avvicinai e tirai per la maglietta il ragazzo, non potevo vedere come faceva male a Dylan. Il ragazzo rispose, eccome se rispose. Mi spinse talmente tanto forte che inciampai sui miei piedi e caddi a terra sbattendo la testa sul pavimento gelido. Poi buio.

YOU REMEMBER ME?Where stories live. Discover now