Avevano mandato dei soldati a darmi la caccia. Mi avevano tolto tutto, perfino la vita, nonostante io fossi scappata per proteggerli. Dopo tutto quello che avevano fatto a me e alle mie sorelle, io li avevo protetti. Loro non meritavano di esistere. Il mio passo era molto più veloce di quanto non fosse mai stato. Qualcosa mi prese per le braccia e mi spinse contro un albero, che si spezzò in due con un enorme fracasso. Guardai davanti a me e provai a mettere a fuoco.
"Fermati!", disse. Riconobbi quella voce.
Misi a fuoco il suo volto. Teneva gli occhi chiusi. Sembrava essere un'umana. Aveva dei lunghi capelli biondi intrecciati con dei fiori di campo.
Mi fermai a guardarla.
"Apri gli occhi, gorgone. Mostra la tua vera forma!", le ordinai.
"Sorella, è questa la mia forma. Questa è la mia natura ed è anche la tua. Fermati a riflettere un attimo, Medusa. Sono io. Sono Euriale. So che sei umana. Tu non sei così, non lo sei mai stata, non lo sei mai voluta essere!"
"Avevi ceduto alla tua forma animale. Cosa ti è accaduto?", chiesi rimettendomi in piedi.
"Aveva ragione quella bambina di sette anni, Medusa. Gli umani meritano una chance. Tu ami gli umani, tu ami Ificle!"
"L'hanno avuta, ne hanno avuto tante! Atena ha ucciso Ificle. Atena li ha ucciso tutti e loro continuano a dar la caccia a me e venerare lei! Ricorda cosa ti hanno fatto, cos'hanno fatto a Steno, guarda cos'hanno fatto a me!", le lacrime iniziarono a rigarmi il volto. "Apri gli occhi e guarda cosa mi hanno fatto! Euriale, ti prego!"
Lei aprì gli occhi. Erano chiarissimi, praticamente bianchi.
"La tua richiesta non può essere esaudita.", spiegò lei.
"Tu sei cieca..."
"Sono cambiate tante cose dall'ultima volta in cui mi hai vista."
"Tu mi hai abbandonata, come ha fatto Steno prima di te. Avevi promesso che tu saresti rimasta..."
"Io sono rimasta, Medusa. Ti ho guardata da lontano in ogni momento, finché..."
"Chi è stato?", chiesi con rabbia.
"Ho provato a fermare un gruppo di ricerca dicendo loro che non avresti potuto fare del male a nessuno, mi hanno presa per pazza e mi hanno punita ...", raccontò. "Ma non tutti gli uomini sono così, tu lo sai! Ificle non era così. Lui ti amava, ti ha sempre amato e..."
Non la feci finire di parlare. Ringhiai e la pelle mi bruciò come mai prima d'allora. Colpii Euriale con la coda e lei cadde a terra. Strisciai il più velocemente possibile verso la città. Mi ero trasformata, ma non ero diventata piccola quanto Steno, anzi, dalla mia visuale sarei dovuta essere enorme. Ingoiai il primo uomo, pietrificai gli altri che lo accompagnavano.
Dietro di me sentivo Euriale supplicare.
"FERMATI, SORELLA!", sentivo i suoi passi far tremare il suolo. Mi stava raggiungendo. Lei anche in forma umana aveva conservato la sua forza da gorgone.
Una volta su di me, la avvolsi con la mia coda e senza volerlo tornai alla mia forma precedente.
Ringhiai.
Lei chiuse gli occhi e le sue squame si palesarono, così come i serpenti che aveva in testa. Le spuntarono delle zanne suine e delle ali color avorio mentre le mani diventavano di bronzo.
"Non voglio combattere!", urlò lei. I suoi occhi erano guariti. Le sarebbe bastato cambiare forma. Mi sentivo tradita, presa in giro.
Iniziammo a combattere. Non era umana, non si trasformò in pietra. Ringraziai le Moire per questo. Non volevo ucciderla.
"Tu avresti potuto continuare a vedermi!", la accusai.
"Avrei dovuto cedere la mia umanità per sempre e tornare un mostro! Tu non avevi bisogno di me!"
"No? Eppure sono morta!", urlai.
"Mi costringi a farti tornare nell'Ade! Non voglio ucciderti.", disse mentre mi spingeva conto un masso che si continuava ad incrinare.
Euriale venne scaraventa via da qualcosa. Era una figura alta e maestosa. La parte inferiore era quella di un enorme serpente, mentre quella superiore era quella di...
"Steno?", chiesi.
"Piantatela!", tuonò.
"Avevi detto che la credevi morta.", dissi.
"Non sentivo più il suo sibilo.", rispose lei.
Euriale caricò, ma Steno la afferrò per la testa come se nulla fosse, fermandola.
"Mostri!", gli umani continuavano a gridare e correre da una parte all'altra. Un gruppetto iniziò a scoccare della frecce nella nostra direzione. Euriale venne colpita ad una gamba. Cadde a terra. Ringhiai e cambiai di nuovo forma. A questo punto ruggii il più forte possibile per attirare l'attenzione e guardai tutti gli umani che si erano voltati nella mia direzione. Inutile dire che divennero tutti delle statue.
"No, Medusa, fermati!", Euriale pianse aggrappandosi alla mia coda.
"Mamma!", sentii chiamare. Mi voltai e vidi un bimbo di circa cinque anni. Mi guardò ed io guardai lui. L'urlo nero di Euriale squarciò l'aria. Corse sanguinante ad abbracciare piangente la statua del bambino.
Caddi a terra, di nuovo in forma umanoide. Mi alzai e raggiunsi mia sorella.
"Era tuo..."
"Non avrei potuto stare con lui se fossi tornata ad essere una gorgone.", spiegò lei singhiozzando. "Hanno minacciato di ucciderlo se ti avessi aiutata."
Steno si avvicinò lentamente.
"Gli umani portano solo dolore a noi gorgoni. Dovete accettarlo."
Si inchinò e ci accarezzò in testa, prima di tornare un piccolo serpente e strisciare via.
Vidi Thanatos avvicinarsi alla statua che mia sorella stringeva tra le braccia.
"Si può fare qualcosa?", chiesi al dio.
Euriale non sembrò nemmeno sentirmi.
Thanatos prese la mano alla statua e vidi uscire l'anima del bambino. Dormiva. Thanatos lo tirò su e lo prese in braccio.
"Dovrei portare un'anima al posto della sua.", rispose.
Dietro il dio vidi Ificle. Mi rivolse un tenue sorriso.
Feci un passo avanti e toccai il braccio al dio. La mia mano iniziò a diventare di pietra molto lentamente e molto dolorosamente. Mi contorsi per il dolore e urlai, attirando l'attenzione di mia sorella.
"Che stai facendo? Che ti succede?", chiese lei preoccupata. Strinsi i denti.
"Sono sempre stata una guardiana, non un'assassina. Mi dispiace", riuscii a dire. Thanatos e Ificle mi accarezzarono il viso contemporaneamente e il dolore svanì. Riuscii a sorridere a mia sorella prima di finire di diventare di pietra.
La mia anima si separò dal corpo e il bimbo tornò normale poco dopo che la sua anima era rientrata nella statua. No, sbagliato. Lo guardai bene. Mi toccai il collo. Niente.
"Ha la maledizione.", dissi guardando il collare che aveva il bambino.
"Basilisco, sei...", Euriale guardò la mia statua. "Lei ha... Era più umana di quanto non volesse ammettere."
"Sono stata fiera di essere una gorgone, sii altrettanto fiera.", dissi.
"Non può né vederci né sentirci.", disse Thanatos.
Lo guardai e gli porsi la mano.
"Portami dove devi.", dissi. "Ho fatto sin troppi danni."
Ificle svanì, probabilmente non poteva stare troppo nel mondo dei vivi, anche se come fantasma.
Thanatos mi afferrò il polso, mi tirò a sé e mi prese in braccio.
"Non sarò troppo dispiaciuto per la tua morte, dato che dovrai avere a che fare con me d'ora in poi"
"Lasciami morire in pace.", risposi.

Venni a sapere solo in seguito che alla mia morte (la prima) avevo dato alla luce dei figli. Rimpiango ancora di non averli mai conosciuti, ma non mi pento di aver rimediato almeno in parte ai miei errori. Sono convinta che Steno ed Euriale li abbiamo trovati e guidati nella loro crescita, o almeno questo posso solo sperarlo. Non andrò mai via da questo prato, non laveranno mai via la mia memoria. La mia punizione è ricordare tutto il male che avevo provocato.

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⏰ Última actualización: Oct 28, 2022 ⏰

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