la strada per l estate

3 0 0
                                    

Il sole picchiava corte quel giorno, le cicale si sentivano in lontananza e si sentiva un lieve profumo di frumento nell aria. Daiki si guardò attorno felice ma allo stesso tempo era preoccupato. Si sfilò dalla tasca dei pantaloni un foglio di carta e lesse velocemente il contenuto "e che cavolo, quando arriva il periodo più bello dell' anno arriva anche il momento più tosto dell' anno.." pensò il quattrocchi fra sè e sè. ripose il pezzo di carta nella tasca sinistra dei suoi pantaloni e si incamminò verso casa sua. "Aaah che scatole il periodo degli esami ! l' anno scorso è stato tosto e non ho la minima voglia di studiare con questo tempo meraviglioso !" brontolò Haru mettendosi le mani dietro la nuca. Daiki lo guardò in modo rassegnato e disse "Guarda che se non passiamo l' esame dobbiamo studiare d' estate e questo è decisamente peggio che studiare per due settimane..". Haru sgranò gli occhi e disse "Cavolo hai ragione ! però non posso dire che ho voglia di studiare, a differenza tua Daiki", il quattrocchi si girò verso l' amico e arruffandogli il ciuffo rosso gli disse "Ascoltami solo perchè porto gli occhiali non significa che sono automaticamente intelligente !" Haru rise e iniziò a correre per sfuggire da Daiki "Non mi prenderai mai !!!" urlò Haru sfrecciando davanti al ragazzo come una saetta, "Non per niente ha i voti migliori della classe in educazione fisica" pensò Daiki correndogli dietro e cercano di afferrarlo per la maglietta in modo giocoso. "Ok ok hai vinto tu !!" ammise Daiki con un gran fiatone e le gambe che bruciavano dalla lunga corsa "Già stanco ?" chiese scherzoso Haru tornando indietro dall' amico, per lui quello non era niente, anzi non aveva quasi sudato. "Vedi comunque di studiare, lo sai che significa andare male all' esame giusto ?" rimproverò Daiki mentre riprendeva fiato e si asciugava la fronte sudata, Haru gli arruffò il cappello sopra ai capelli neri e gli rispose "certo, voglio poter essere libero questa estate, ci vediamo domani sull' autobus allora okay ?". "Okay, a domani" concluse Daiki salutando Haru. Il giovane dai capelli rossi iniziò a correre nella direzione opposta del quattrocchi mentre il caldo aumetava con il passare dei minuti. Daiki riprese a camminare e decise di passare vicino all' albero di limoni. Non era passato neanche un giorno dall' ultima volta che si erano visti e piano piano si stava accorgendo che si stava affezionando a questo particolare ragazzino. Passò davanti all' albero e vide uno scenario che gli scaldò il cuore. Len era seduto sul prato e aveva una farfalla arancione bianca e nera sull' indice e le stava parlando amichevolmente, come se lei potesse capirlo. il sole stava splendendo alto e cocente e la figura pallida e magra di Len pareva tiepida anzi quasi fresca all' ombra dell' albero, ed il suo bianco sorriso genuino e sereno lo rendeva quasi luminoso agli occhi di Daiki. "Hey Len " disse Daiki sorridendo lievemente. Il biondo si girò e sorrise all' amico "Hey Daiki, già di ritorno ? Vieni quì, ti presento Susanna ". Daiki si avvicinò lentamente a Len e si sedette accanto a lui. "Susanna, lui è Daiki, è un mio amico quindi puoi fidarti di lui" Len avvicinò la farfalla alla mano di Daiki dove lei si posò con grazia e leggerezza. Questa volta fu Len a perdersi guardando Daiki, vedere il suo amico confuso su cosa fare con una delicata creaturina tra le sue mani lo faceva ridere ma vedere che mano a mano le iniziava a parlare gentilmente con la bella farfalla. "Vedo che le piaci" disse Len riprendendosi dal suo breve silenzio, Daiki sorrise e in modo giocoso disse "Si... è una brava ragazza". Pochi istanti dopo la farfalla prese il volo e andò a posarsi sull' agrume acerbo più vicino. Ora i limoni stavano diventando più grandi e nel giro di qualche settimana sarebbero maturati, erano davvero belli anche in quel momento... "Daiki, hai corso per caso ? " chiese Len guardando meglio il suo amico, Daiki si grattò la nuca e disse "Già, io e Haru ci siamo rincorsi per un pò, abbiamo discusso del periodo degli esami e lui come al solito si lamenta che non vuole studiare..". Len si incuriosì e chiese "Cosa sarebbero gli esami ? c' entra con il posto dove imparate a leggere e scrivere ?". Daiki si sedette comodamente sapendo che avrebbe parlato a lungo a riguardo "Diciamo di sì, gli esami sono una serie di domande su ciò che hai imparato durante un certo periodo scolastico, e ti danno normalmente un voto su come hai risposto alle domande, a più domande rispondi bene più il voto è alto, e più il voto è alto meglio è.". Len annui con la testa e chiese ancora "Cosa imparate ? Posso rendermi utile ?" Daiki guardò sorpreso il biondo, decisamente non si aspettava una certa domanda. "Non saprei... " disse quasi in un balbettio, ma Len insistette "Voglio vedere cosa studi ! magari prendi voti più alti studiando con un altra persona ". Daiki non sapeva cosa pensare, ma senza pensare disse "allora vuoi venire a casa mia ? Fa molto caldo ora, dentro casa è più fresco, e ho anche dei ghiaccioli !" Daiki era nel panico nella sua mente, ma Len gli sorrise e lo alzò da terra prendendolo dal braccio "va bene, ti seguo!". Daiki ormai si rassegnò e fece strada al biondo che lo seguiva sorridendo mentre si guardava silenziosamente attorno. Il quattrocchi era assolutamente shoccato da ciò che aveva detto, non aveva assolutamente pensato ma il suo corpo gli aveva dato la risposta che nel profondo pensava o avrebbe pensato. Non sapeva bene chi era ancora ma sembrava che qualche angolo nascosto della sua psiche stesse cercando di dirgli qualcosa, ma non aveva idea di cosa. La bellissima strada di campagna li condusse alla via dove Daiki viveva e Len pareva emozionato "Non ero mai stato tanto lontano dall' albero" commentò guardando alle casette agli angoli della strada. "Davvero non sei mai venuto quì ? Strano, pensavo fossi gia venuto a fare un giro per queste strade.." disse Daiki guardando il cielo. pochi passi dopo arrivarono alla casa di Daiki, era una casa dalle pareti bianche ed il tetto decorato con della legna scura, era una bella casa all' esterno. Daiki aprì la porta e disse "Entra pure, però perfavore pulisciti i piedi sul tappetino di fronte alla porta", Len annui e sfregò gentilmente i suoi nudi piedi sullo zerbino, appena il biondo entrò non potè fare a meno che dire "wooow così è quì che vivi ? è molto più spazioso dei rami dell' albero, ma questi muri non sono opprimenti per te ?", Daiki si tolse le scarpe e disse "No, anzi, mi proteggono quando piove o soffia forte il vento.". "Ma a me piace la pioggia, e anche il vento ! perchè tu ti nascondi da loro ?" Daiki sospirò e disse "Purtroppo la mia salute è fragile quindi devo stare molto attento...". Len si calmò e rispose con un espressione preoccupata "Ah.. capisco.. è un vero peccato..". Len continuò a guardarsi attorno sempre più rapito da ogni piccolo oggetto, ma prima che potesse toccare qualsiasi cosa, Daiki lo chiamò "di qua c' è camera mia, vieni ?", il Lemon boy sorrise e corse verso il quattrocchi. Appena entrarono nella stanza, Len puntò subito alla finestra e la aprì per cambiare l' aria. Le tende bianche svolazzarono leggere quando il lemon boy aprì la finestra, la stanza parve illuminarsi ancora di più in quel momento. "Allora Daiki, su cosa ti faranno delle domande ?" chiese Len sedendosi sul letto di Daiki. "Ci faranno delle domande principalmente su giapponese, matematica e inglese... vado bene in quasi tutte ma devo comunque studiarle.. ". Il giovane aprì il libro e iniziò a spiegare nel modo più semplice che poteva, le cose che aveva studiato a scuola. Len ascoltava in silenzio e annuiva di tanto in tanto con la testa come per dire che stava capendo, anche se per inglese è stato molto difficile riuscire a farlo stare serio. Daiki scosse la testa mentre Len era nuovamente a terra a ridere come uno scemo. Era impossibile tenerlo serio quando si parlava della lingua inglese. Il quattrocchi si alzò dalla sedia e si diresse verso la cucina, e aprendo il freezer, prese un ghiacciolo divisibile per merenda. Quando tornò in camera, Len era ancora a terra che prendeva profondi respiri per le troppe risate, Daiki spezzò il fresco premio a metà e porse una metà al Lemon boy. "Vuoi uno ?" chiese Daiki sorridendo, Len prese il ghiacciolo e lo annusò "é acqua fredda, non sa di molto l' acqua ghiacciata Daiki !" disse Len quasi ridendo. Il ragazzo lo guardò mentre leccava il ghiacciolo "Fidati, provalo". Len fece spallucce e mise in bocca il freddo dolce, i suoi occhi si accesero "è ottimo ! ma non sembra acqua normale, cos' è questo sapore ?" chiese sorpreso continuando a gustarselo "è fatto con un tipo di soda chiamato ramune, immagina l' acqua con le bolle, una soda è acqua con le bolle e zuccherata" rispose Daiki mettendo un segnalibro nel libro di giapponese. I due ragazzi si sedettero sul pavimento dove accesero il ventilatore, tra chiacchiere e ghiaccioli la strada per l' estate era sempre più evidente ma si aceva sempre più difficile anche la strada per il successo scolastico, ma erano momenti come questi che alleggerivano il giovane ragazzo. Si fecero velocemente le 5 del pomeriggio e Len disse "Tra poco scende il sole, torno a casa ora, passo dalla finestra se non è un problema", Daiki lo fermò e disse "Aspetta un attimo", Len lo guardò mentre il quattrocchi prendeva i bastoncini dei ghiaccioli e scrisse una cosa su ciascuno di loro. Uno dei due diceva -Lemon Boy- "è il tuo segnalibro, hai un quaderno con una penna giusto ? prendi questa scheda, c è scritto tutto l' alfabeto e ho compreso alcuni appunti su come scrivere, esercitati quando ne hai voglia okay ?". Gli occhi di Len brillarono e subito abbracciò Daiki con un enorme sorriso in volto "Lo farò Daiki, grazie mille !!!". Il biondo saltò fuori dalla finestra e corse verso l' albero tra salti di gioia e risate. Pareva un bambino appena uscito dall' asilo ! Daiki lo guardò e per tutto il resto della serata, fece fatica a studiare.

Lemon Boy : a Beuty full Life Where stories live. Discover now