Capitolo 14

Depuis le début
                                    

"Cosa stai facendo?" il pirata le arrivò alle spalle e prese una ciocca di capelli tra le dita. Iniziò ad arrotolarla tra indice e medio, rapito dai riflessi proiettati dalla luce dorata sul castano.

"Mi raccolgo i capelli."

"Perché?"

"Perché sto sudando, ho caldo e mi danno fastidio appiccicati al collo" si voltò e la ciocca gli scivolò via dalle dita come acqua.

"Dovresti farlo più spesso. È più semplice tirarli quando sono legati"

Eirian non poté impedirsi di arrossire violentemente e andò verso la porta a passo spedito. "Grazie per l'informazione. Ma credo che me ne andrò."

Non era la prima volta che Bastian faceva commenti del genere. A questo punto, Eirian si era convinta che il pirata lo facesse apposta, per il semplice gusto di vedere le sue guance diventare rosse. Eppure, vedeva il modo in cui ghignava ogni volta che le sue osservazioni la coglievano di sorpresa, o come si incantava quando si stavo allenando, per osservare come metteva i piedi prima di lanciare un coltello. La maggior parte delle volte la squadrava in silenzio e quando si accorgeva di essersi perso nei suoi pensieri schiariva la voce e ricominciava a disegnare.

Erano poche le volte in cui decideva di combattere corpo a corpo, principalmente perché non gli piaceva sprecare le sue preziose energie con una principiante. Ma quando accadeva nessuno dei due sembrava intenzionato ad andarci piano. Per Eirian era un modo di affrontare i suoi demoni e immaginare la faccia del re quando colpiva Bastian la faceva sentire invincibile.

L'illusione, tuttavia, era effimera quanto l'effetto di una droga. Presto il pirata finiva per memorizzare la sua tecnica d'attacco e difesa, la disarmava e poi la bloccava le mani dietro la schiena e la faccia contro il muro.

Una sera, Eirian sbatté la testa così forte che la vista le si oscurò e il mondo sprofondò nelle tenebre. Le si bloccò il respiro per vari istanti e le orecchie fischiavano così tanto che la voce di Bastian le giunse ovattata.

Eirian aveva provato tanto dolore nella sua vita, ma spesso dimenticava cosa significasse una commozione cerebrale. Appena riacquistò la vista prese a gattonare per allontanarsi dal pirata. Riuscì a sentire la rabbia accumularsi dentro di lei e soffocare il dolore con il suo manto scarlatto.

Si voltò, guidata da rabbia e puro odio, non pensando alle tecniche che aveva appreso nelle ultime lezioni ma solo a come ferirlo. Alzò un ginocchio e lo colpì nel basso ventre con tutta la forza che aveva. Bastian si piegò in due colto alla sorpresa e le diede il tempo di prendere una delle daghe dal tavolo e scagliargliela contro. Prima che potesse fermarsi a pensare e realizzare che non c'era suo padre davanti a lei, la lama aveva già trafitto la spalla del pirata.

Eirian si portò le mani alla bocca e per poco non cadde in ginocchio davanti a ciò che aveva fatto. Il ragazzo abbassò lo sguardo sul punto in cui il manico della daga gli entrava nella carne. Una macchia scarlatta si stava espandendo sulla sua camicia ma lui non sembrava preoccuparsene.

Bastian alzò la testa e sorrise. "Spero ti sia divertita, perché se pensavi di farmi male ti sei sbagliata." estrasse la lama e la fece ricadere sul pavimento mentre il sangue gli colava dalla ferita

"Lascia che ti aiuti" sussurrò mortificata.

Il pirata indietreggiò dubbioso, poi si sedette e si sbottonò la camicia.

Eirian gliela tolse, prese la bottiglia di rum dal tavolo e imbevette il tessuto leggero di liquore. "Brucerà un po'. Evita di muoverti e ringrazia che non è profonda."

"Dovrei ringraziarti per non avermi pugnalato più affondo?" il pirata strinse i denti e storse il naso quando la ragazza appoggiò la stoffa sulla ferita.

Regno di Rovine 1Où les histoires vivent. Découvrez maintenant