Moonshine

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New Gaia, 18 Ottobre 2331

Diario di bordo del sovrintendente Rosalie Williams, giorno 1257 dal grande risveglio.
Giorno 1257, quanto odio contare il tempo in questo modo. Una volta contavamo il tempo in anni, poi tutto è cambiato. Sono passati tre secoli da quel fatidico giorno, il giorno in cui le nostre vite sono cambiate per sempre.
Non sono solita fare queste digressioni, non mentre registro il mio diario, dovrebbe essere un documento “ufficiale”, ma oggi è diverso. Oggi trecento anni fa esatti, compivo trent’anni.

Riverton, Wyoming, 18 Ottobre 2031

Rosalie aveva appena finito di sistemare la tavola per la festa di quella sera. Trent’anni, un traguardo importante. Non era mai stata tipo da festeggiare troppo, ma quella volta sua mamma aveva insistito così tanto che per non sentirla più aveva deciso di accettare.
Come al solito le cose a sua mamma erano sfuggite di mano e quella che doveva essere una festicciola in famiglia era diventata un vero e proprio evento di quartiere, con oltre cinquanta persone invitate.
«Mamma puoi ricordarmi come abbiamo fatto ad arrivare a cinquanta invitati? Non avevamo detto una cosa intima?»
«Stai sempre a lamentarti Rosalie, pensa a goderti la festa e non rompere troppo le scatole» rispose sua mamma indaffarata in cucina tra pentole e tegami.
Rosalie sorrise e uscì in giardino, si sedette sul penultimo gradino del vecchio portico e iniziò ad accarezzare Rufus, il vecchio persiano che si stava crogiolando al sole. Alzò lievemente la testa per capire chi fosse a disturbare il suo riposo e quando vide che era lei si rovesciò sulla schiena e iniziò a fare le fusa rumorosamente.
«Sei un vero paraculo Rufus, lasciatelo dire» gli disse la ragazza ridendo.
Passarono giusto pochi minuti quando sua mamma uscì di corsa a chiamarla.
«Rosalie hai sentito il notiziario?»
«No mamma, che succede?»
«Corri vieni a vedere!».
La ragazza corse in casa per cercare di capire cosa stesse accadendo.
Su tutti i canali trasmettevano le stesse immagini, si parlava di attentati. Anche se sul momento definirli attentati era azzardato. Non c’erano state vittime. Una serie di ordigni in tutto il paese e, secondo le prime indiscrezioni, in tutto il mondo si stavano attivando. Veniva rilasciato un gas, totalmente inodore e dal colore grigio verdognolo. Sembrava non avere effetti né sulle persone né sugli animali, ma i centri il CDC aveva già mobilitato tutte le forze possibili e migliaia di operatori in tutto il paese stavano allestendo dei Triage di emergenza.
«Chi può aver fatto una cosa del genere mamma? E che cosa ci farà quel gas?»
«Non lo so piccola mia, non lo so, ma temo che dovremo annullare la festa di stasera»
«Mamma, siamo sull’orlo di una crisi mondiale, non sappiamo neanche se quel gas possa essere nocivo in qualche modo e ti preoccupi della mia festa di compleanno? Al diavolo! Chiama subito papà e Gioele e andiamo nel rifugio. Poi decideremo il da farsi»

New Gaia, 18 Ottobre 2331

«Rosalie che hai oggi? Ti vedo triste»
«Martin, ciao! Ma no tranquillo, non sono triste, sono solo un po’ pensierosa, ma mi passerà in fretta. Tu piuttosto che hai? Ti vedo fin troppo euforico» rispose la ragazza accennando un sorriso
«Si vede così tanto è?» disse il ragazzo contenendo a stento la sua felicità
«Beh direi di sì, guardati non stai più nella pelle. Avanti raccontami tutto»
«Ha detto di sì! Iulian ha detto di sì!»
«Cosa? Veramente? Vieni qui, ragazzone abbracciami, questa sì che è una grande notizia!»
Martin non se lo fece ripetere due volte e si gettò letteralmente al collo di Rosalie.

I due ragazzi si erano incontrati per caso in mensa pochi giorni dopo il risveglio su New Gaia ed erano entrati subito in sintonia. Rosalie, la ragazza schiva, timida e riservata del Wyoming e Martin, l’esuberante ragazzo di Chicago, intraprendente e spigliato. A vederli separati nessuno avrebbe scommesso un singolo dollaro su di loro, ma quando stavano insieme era tutta un’altra storia.
Un giorno Martin mentre scherzavano tra loro si fece serio e le disse «Rosalie, devo confessarti una cosa».
Alla ragazza si gelò il sangue, convinta che le stesse per rivelare il suo interesse per lei. Erano così affiatati come amici e per quanto gli volesse bene non riusciva proprio a vedersi insieme a lui.
«Aspetta Martin, non credo che sia il caso...» si era presa una piccola pausa per riordinare le idee e poi aveva continuato «Forse è meglio che restiamo solo amici». Temeva di rovinare tutto, di ferire il cuore del suo amico, ma con sua grande sorpresa la guardò e scoppiò a ridere.
«Che accidenti hai da ridere?» gli disse dandogli un colpo sulla spalla
«Niente, niente scusami! È che non volevo dirti che sono innamorato di te Ros»
«Ah no? E che volevi dirmi allora?» rispose mentre le guance le avvamparono per la vergogna
«Volevo dirti che sono gay e che sono innamorato di Iulian»
Si erano guardati per qualche istante, poi lei dopo averlo mandato al diavolo era scoppiata in una fragorosa risata e l’aveva abbracciato.
Da quel momento erano diventati l’una la spalla dell’altro.

EDS8 LOVE'n'WINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora