Capitolo 2 (Occhi verde smeraldo)

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(MACA's POV)

Un brivido mi percorre la schiena.
Sento freddo.
I miei piedi nudi avanzano su una superficie congelata, come se stessi camminando sul ghiaccio.
Sbatto gli occhi, cercando di intravedere qualcosa in mezzo a questa nebbia, mentre stringo le braccia intorno al corpo.
Dalla mia bocca esce fumo, a causa del freddo intenso che c'è.
Il mio respiro è affannato, e non capisco come io sia arrivata qui.
Non so di cos'ho paura, ma dentro di me sono terrorizzata.
'Macarena': il mio nome viene sussurrato, facendomi agitare maggiormente.
Sento una presenza alle mie spalle, così mi volto di scatto, intravedendo tra la nebbia quegli stessi occhi che vidi due sere fa.
Quello stesso pericolo, che sentii quella sera, mi percorre il corpo, facendomi tremare.
Un'ombra nera avanza verso di me, e indietreggia: prima lentamente, poi con più rapidità.
Mi giro, cominciando a correre in mezzo alla nebbia, al buio.
Non vedo niente.
Il mio respiro è affannato, i miei piedi scivolano sul ghiaccio, mentre sento il terrore dentro.
'Macarena'
Il mio nome viene sussurrato ancora, accompagnato da una risata, mentre mi ritrovo in un vicolo cieco.
Nessuna uscita.
Nessuna luce.
Sono intrappolata, e l'unica via d'uscita è quella verso quell'ombra che sentivo così vicina.
La vedo avvicinarsi, e mi rannicchio sul pavimento ghiacciato, tirando le gambe al petto.
'Macarena'
Urlo.

Mi sveglio nel mio letto, con il respiro affannato, la fronte sudata, e il cuore che batte all'impazzata.
Fuori i tuoni e i lampi padroneggiano il cielo, che è coperto da nuvole enormi.
Il tempo fa schifo in questo periodo dell'anno, e questa nottata non sembra essere diversa dalle altre gia passate.
Porto una mano sul petto, all'altezza dei battiti accelerati, per poi deglutire.
Mi tocco la testa, che mi sembra esplodere, per poi accendere la piccola abat-jour che ho sul comodino accanto al letto.
Quei dannati occhi.
Mi perseguitano da quando li ho visti, come se non fossi capace di dimenticarli.
Non ho visto particolari, dettagli, o altro di quel viso, perché è stato un contatto visivo troppo rapido per immagazzinare informazioni.
Ma quei due occhi...non escono dalla mia testa, come se fossero ancorati li, pronti a ricordarmi la sensazione di freddo e pericolo che ho provato.
Calmo il mio respiro, per poi uscire dal piumone caldo.
Sento subito il freddo invadermi le gambe nude, poiché indosso solo una maglietta, mentre mi dirigo verso la cucina.
Accendo la luce, per poi prendere un bicchiere d'acqua.
Mi siedo su uno sgabello dell'isola di marmo che ho in cucina, per poi notare i fascicoli del caso davanti a me.
Sospiro, per poi guardare l'orologio appeso al muro di fronte a me, notando che segna le 4:50.
Mi passo una mano sul viso, sapendo che non sarei più riuscita a riprendere sonno: domani sarà il grande giorno.
Domani inizierà la missione forse più importante di tutta la mia carriera.
Ho studiato questi fascicoli fino in fondo, imparando ogni dettaglio, ogni piccolo particolare.
Non voglio che qualcosa vada storto, perché non solo manderei a puttane una missione importante, ma probabilmente rischierei la vita.
Prendo i fascicoli, portandoli con me in camera, per poi sedermi a gambe incrociate sul letto.
Spargo davanti a me i fogli principali, per poi cominciare a ripassare il piano per filo e per segno.
Mi concentro, raccogliendo tutte le informazioni possibili su quel criminale: voglio essere preparata, per quanto possibile. Tutto quello che è in nostro possesso, è raccolto in questo fascicolo.
Purtroppo qui c'è un decimo di quello che dovrei sapere, ma me lo farò bastare.
Sfoglio ancora e ancora questa carta bianca, facendo trascorrere come minimo due ore.
Mi alzo, facendo un enorme sospiro, per poi andare in bagno per farmi una doccia.
Mi spoglio, per poi soffermarmi un secondo sul mio riflesso.
Vado verso il lavandino, continuando a guardarmi, per poi appoggiare le mani sulla superficie bianca e fredda.
"Tu sei in grado" mi dico, per poi abbozzare un piccolo sorriso.
Entro nella doccia, con la speranza che l'acqua calda smolli un po la tensione che si è riversata nei miei muscoli, leggermente contratti.

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