Erano tutti così felici, così in pace con se stessi.
E lui sembrava il solo ad essere irrequieto quella sera. Era il primo anno in cui non avrebbe potuto fare affidamento sulla presenza di Monica, la madre di suo figlio.

«Sei stato bravissimo!» Beth fu la prima a congratularsi con lui.

«È stato davvero bello sentirti suonare un'altra volta...» la zia gli si avvicinò e mentre con una mano gli accarezzava un braccio, con l'altra toccava la superficie lucida del pianoforte.

Sorrise a tutti loro, un sorriso falso però.

Non sapeva cosa gli prendesse quel giorno, ma sentiva dentro di sé qualcosa rompersi e non capiva cosa.

Per quanto l'ultima settimana d'agosto per la famiglia Lawrence aveva sempre portato a galla orribili ricordi, quell'anno avevano affrontato la cosa diversamente.

Andava tutto bene in fondo. Ma non per lui.

«Gideon...» lo richiamò Aria mentre camminava come se fosse un corpo senza vita verso il tavolo che Lisa aveva fatto allestire dai camerieri accanto alla piscina.

Il fratello si voltò nella sua direzione e le rivolse un cenno della testa.

«Ti senti bene?»

«Si» mentì accennando un sorriso forzato «Tutto bene»

«Ne sei sicuro?»

«Non preoccuparti Riri»

Lei annuì incerta, non credendo neanche ad una sua mezza parola.

Presero tutti posto intorno al lungo tavolo. Mangiarono i loro piatti preferiti, quelli che Jordan era solito far preparare allo staff quando c'era da festeggiare qualcosa.

Risero di gusto ai soliti battibecchi tra Aria e Dimitri e ascoltarono con attenzione il lungo e dettagliato racconto di Beth e Nick sulla bellezza idilliaca delle Hawaii.

Poi arrivò il momento delle tradizioni.

Cinque anni prima, quello stesso giorno, in memoria ed in ricordo di Adua e Jordan si riunirono per la prima volta tutti insieme nel giardino di Villa Lawrence e lanciarono tante di quelle lanterne che le stelle nel cielo sembrarono moltiplicarsi.

«Dimitri ne sei capace?» domandò ironicamente Aria, notando come tutti i suoi tentativi di accendere la candela all'interno della lanterna non fossero andati a buon fine.

«Ecco qua» le rivolse un'occhiataccia per rinfacciarle la poca fiducia che riponeva in lui.

«James ci avrebbe messo meno tempo di te»

L'uomo sbuffò contrariato «Dai forza» le fece segno di stringere i bordi tra le dita ed aspettare il segnale da parte di Lisa.

«Ti devo dire una cosa» sussurrò lei, nel mentre gli altri intorno a loro non gli prestavano attenzione.

Erano divisi solamente da quella lanterna tenuta ferma ai lati opposti.

«Dimmi»

«Sono andata dallo psicologo... per imparare a controllare la rabbia» gli confessò.

«Davvero?»

Aria annuì e sorrise nel vedere la sua espressione fiera di lei.

«E cosa ti ha detto?»

«Che ogni qual volta mi capita di rompere qualcosa, qualsiasi cosa essa sia, poi devo ripararla»

«Cioè?»

«Se per esempio rompo un oggetto, anziché sostituirlo devo impegnarmi a ripararlo nel migliore dei modi»

Sorrise un'altra volta nel ricordare quando quel pomeriggio in cui aveva distrutto la sua camera, era corsa da Dimitri per riparare il loro legame. Se l'era ripetuto fino allo sfinimento: riparare non sostituire, ed aveva funzionato.

«Siete pronti?» urlò Lisa per farsi sentire da tutti, e senza attendere una reale risposta, cominciò il conto alla rovescia «Tre... due... uno... via!»

Lasciarono andare le lanterne ed ognuno seguì con lo sguardo la traiettoria della propria.
Volarono lontano, arrivarono in alto, talmente tanto in alto che Aria, Gideon e Nicholas pensarono ingenuamente che fossero arrivate fino ai loro genitori.

I due fratelli si avvicinarono a lei e la strinsero entrambi dalle spalle.

«È bello» la più piccola lasciò andare un sospiro che tratteneva da fin troppo tempo.

«Loro sono lì da qualche parte...» cominciò a dire Nicholas, venendo poi interrotto dal maggiore.

«Ci stanno guardando senza dubbio. Me li immagino che sorridono nel vederci di nuovo tutti e tre insieme» concluse Gideon.

Aria continuò a tenere lo sguardo puntato verso il cielo scuro della notte e le sembrò bello credere che ogni anno, in quel giorno di fine agosto, quando puntualmente alzava il volto verso l'alto dall'altra parte del mondo, era sempre riuscita a scorgere più stelle nel cielo per merito loro.

Se solo avesse avuto l'incredibile e straordinario potere di fermare il tempo l'avrebbe fatto senza neanche pensarci un secondo in più, per poter vivere in quell'istante perfetto per l'eternità. Aveva tutto ciò di cui aveva bisogno per essere veramente felice e ritenersi fortunata: i suoi fratelli, i suoi zii, suo cugino, il suo nipotino, la sua migliore amica e il suo fidanzato.

«Signorina Aria» Samantha la chiamò e la scosse dalle spalle per richiamare la sua attenzione «È appena stata consegnata questa per lei»

Aria guardò prima la cameriera difronte a sé e poi spostò i suoi occhi sull'oggetto che le stava porgendo.

Deglutì, ma si ripeté che era categoricamente impossibile.

La afferrò con le mani che le tremavano e la aprì con naturalezza per non destare sospetti negli altri, ma quando vide quello stesso inchiostro nero e quella stessa elegante grafia, una terribile sensazione di vuoto prese a farsi strada dentro di sé. Il prato sotto ai piedi sembrò non essere più tanto stabile come lo era stato fino a quel momento ed avvertì un'enorme voragine aprirsi sotto di lei.

«Aria?» Nicholas fu il primo ad accorgersi di come il suo respiro fosse diventato del tutto irregolare.

«Oh, Aria!» anche Gideon, subito dopo, la scosse dalle spalle.

Dimitri si precipitò immediatamente al suo fianco e nell'adocchiare la lettera che stringeva senza troppe forze in una mano, capì a cosa fosse dovuto quel suo improvviso attacco di panico.

«Aria ascoltami...» le prese il volto tra le mani «Lui è in prigione, è impossibile, capito?»

Ma lei scosse la testa, cercò di parlargli, di parlare a tutti loro, di avvisarli, ma la voce non usciva dalla sua bocca, come se intrappolata nella sua gola.

Il foglio bianco le volò dalle mani e andò a finire ai piedi di Nicholas. Lui lo raccolse e lesse quelle poche parole ad alta voce.

«Ricordi quel conto alla rovescia che avevo cominciato un po' di tempo fa? Bene, finisce oggi, in questo preciso momento»

AriaWhere stories live. Discover now