11.thank you

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Light Yagami. Diciassette anni. Ormai non sentiva più niente.
Non sentiva la gola che bruciava.
Non sentiva il freddo della neve sulla pelle.
Non sentiva il vento gelido che gli rizzava ogni pelo sul corpo.
Il mondo girava, le auto passavano, il tempo scorreva, ma lui non lo sentiva. Se ne stava accovacciato sul ponte di un piccolo parco in mezzo alla neve, che tentava invano di avere dell'aria fresca e pulita da respirare. La lucidità era andata a quel paese. Aveva fatto le valige, si era messa un cappello da cowboy ed era andata via oer sempre, lasciandolo completamente sconvolto e con la vista ovattata nel momento in cui l'infermiera aveva pronunciato quelle parole:"Mi rincresce moltissimo, ma abbiamo fatto il possibile, purtroppo il suo corpo non-"
Si era fermato lì.
Non aveva ascoltato oltre.
Un po' perchè non voleva sentire oltre, un po' perchè non ci riusciva. Gli fischiavano le orecchie e si sentiva svenire. Come se gli fosse appena esplosa una bomba accanto.
Beh in una maniera figurata è quello che era successo. Una bomba colma di dolore era appena esplosa in lui trevolgendolo completamente e lasciandolo nella desolata landa della solitudine.E iniziò a correre, corse e corse per tempo immemore. Non gli importava del freddo, della neve, della pioggia, del raffreddore che si sarebbe probabilmente preso, nulla più importava.
Il suo viso si ritrovò improvvisamente a pochi centimetri dall'asfalto e le ginocchia bruciavano, era appena inciampato, ma nemmeno quello sembrava importargli mentre acide lacrime giacevano sulle sue guance.
"Sai..." cominciò, quasi come se Ryuzaki potesse sentirlo da chissà che posto in cui si trovava. "Non ricordavo che..." un singhiozzo "...perdere qualcuno facesse così male"
Le lacrime non avevano alcuna intenzione di smettere di scendere, bagnavano il viso di Light come pioggia autunnale esprimendo a fatti tutto il dolore che provava.
"E' passato solo un'anno...è troppo presto" quasi urlò
Non era pronto a dirgli addio
Forse, non lo sarebbe mai stato
I suoi ciuffi castani fluttuavano ribelli nell'aria gelida, il fiato caldo si scontrava con essa creando della docile condensa, i suoi muscoli fremevano per il freddo e la sua mente, come un flash, ricordò: la morte di suo padre, il viaggio, la nuova scuola e finalmente gli incontrò, di nuovo, i suoi occhi nero pece, spenti e contornati da pesanti occhiaie.
Un grido straziato abbandonò le sue labbra. Abbandonato al suo destino, al suo dolore, Light rimase lì finchè una dolce vecchietta preoccupata non lo riportò a casa.

"Ti aspettano gli angeli in paradiso...e il Signore ti accoglierà come figlio suo" concluse meccanicamente l'uomo dalla tunica violacea, forse davvero gli dispiaceva per quel ragazzo a cui la vita si era spenta a soli diciassette anni, ma ormai quella tiritera la ripeteva ogni volta e con il tempo aveva perso sensibilità.
Intorno alla bara, che veniva deposta sotto terra, vi erano poche persone: Light Yagami, compagno di classe, amico e amante della vittima; un anziano signore che gli faceva da padre e tre tipetti strani che il castano fissava con la coda dell'occhio. Uno di loro portava i ciuffi biondi lunghi fino alle spalle, un'altro incorniciava l'abito nero con dei googles abbandonati al collo e l'altro assomigliava molto ad un pupazzo di neve.
Light si asciugò una piccola lacrima che minacciava di squarciargli il viso, quando avvertì una mano afferrargli il polso, mentre una giovane voce gridava:"Mello!" quasi come un rimprovero.
"Tu...tu eri suo amico?" sussurrò il biondino. Light era sorpreso, perchè era andato a parlare proprio con lui?
"S-si, diciamo" rispose.
"Anche io ero suo amico. Eravamo all'orfanotrofio insieme, prima che Watari lo adottasse..." si voltò a guardare il vecchio "Proprio lui mi ha raccontato...che da un'anno a questa parte era felice come non l'aveva mai visto..." i suoi occhi più azzurri del cielo d'estate, ma non più accesi del mare in una giornata di sole, brillavano di luce piena di gratitudine "Volevo solo dirti...grazie. Grazie per averlo amato nonostante il suo aspetto, il suo carattere, la sua malattia, nonostante tutto" strinse i pugni e se ne andò, venendo preso sottobraccio dal rosso con i googles al collo.

Sick Bells ~ lawlightKde žijí příběhy. Začni objevovat