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Non avevo in mente di ritornare dopo 4 anni con sta cosa ma non avevo altro modo di sfogarmi e diciamo che è servito un po' :)

Tobio è il mio comfort character quindi era ovvio che avrei usato lui e il suo passato per questa one shot owo

Volevo sottolineare il fatto che il concetto dei genitori di Tobio, che nel manga è stato toccato poco e niente, io l'ho ripreso e aggiunto qualcosa adattandola in modo che avesse senso, ma dubito che tutta sta cosa alla fine abbia effettivamente un senso, è semplicemente uno sfogo quindi sarà molto disordinato :')

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Tutti sapevano che la vita di Kageyama Tobio era perfetta. Tutti volevano vivere la sua vita. La gente sapeva della sua bravura e del suo intuito, sviluppato unicamente per le sue passioni, tra le quali ovviamente la pallavolo; sapevano che aveva entrambi i genitori, anche se spesso fuori casa, che aveva una premurosa sorella maggiore e che la sua vita scivolasse liscia come l'olio.

Nessuno però ha mai dubitato che ci potesse essere qualcosa di storto.

Sin da bambino ha avuto una grande passione per la pallavolo, sport che gli è stato introdotto dal suo adorato nonno Kazuyo. Ai tempi i genitori di Tobio e sua sorella Miwa erano poco presenti in casa, perciò Kazuyo si occupava dei suoi due nipoti.

La dedizione di Tobio per la pallavolo crebbe sempre di più con il passare degli anni, lo sport era diventato l'unica cosa che lo legava al mondo reale, ma soprattutto la cosa che più lo legava a Kazuyo, rappresentando ormai la persona più importante della sua vita.

Aveva solamente 13 anni quando gli venne strappato via.

Frequentava la seconda media, e i rapporti che era riuscito a creare con due dei suoi compagni di squadra, Kindaichi Yuutaro e Kunimi Akira, erano parecchio tesi già da parecchi giorni.

Molte volte Tobio rimaneva in palestra ad allenarsi oltre l'orario prestabilito per gli allenamenti, provò persino a chiedere se qualcuno voleva rimanere ad allenarsi con lui, ma nessuno mai accettò. Passando dalla palestra per tornare a casa, talvolta i compagni notavano il suo sguardo accigliato mentre cercava di migliorare il suo servizio, ma si sono sempre scrollati di dosso il problema pensando che la sua frustrazione dipendesse dall'allenamento.

Perciò nessuno ha mai chiesto niente, nessuno si è mai avvicinato a chiedergli come stesse, e quando non si presentò né a scuola, né agli allenamenti per qualche giorno, nessuno si chiese il motivo della sua assenza. Nessuno si avvicinò nemmeno quando si fece nuovamente vivo. Al suo ritorno, era evidente che ci fosse qualcosa che non andava, era palese che fosse successo qualcosa. Ma neanche a quel punto nessuno chiese niente. E neanche Tobio aprì bocca. O almeno, non sull'argomento.

Dopo il suo ritorno Tobio sembrava sempre ingrugnato e, soprattutto, facilmente irascibile. Aveva bisogno di essere in controllo di tutto, tutto ciò che faceva doveva essere perfetto, specialmente nella pallavolo. Iniziò quindi a sfogare la sua frustrazione e il suo risentimento nel gioco, concedendogli anima e corpo, allenandosi fino allo svenimento, pur di sfuggire ai suoi pensieri.

Sfortunatamente la pallavolo è un gioco di quadra, e nel momento in cui le sue alzate divennero sempre più difficili da gestire, i suoi compagni non esitarono a lamentarsene, ricevendo come risposta il solito, "SALTATE PIÙ IN ALTO, MUOVETEVI PIÙ IN FRETTA! NON MIGLIORERETE MAI RIMANENDO COSÌ COME SIETE!"

Il povero Tobio cercava solo di dare dei consigli per il buon andamento della squadra, ma purtroppo ciò che usciva dalla sua bocca non è mai stato ciò che voleva in realtà dire; perciò non era assolutamente pronto per ciò che i suoi suddetti compagni di squadra e amici, gli prepararono come sorpresa.

better off alone - ventWhere stories live. Discover now