Capitolo IV- Mercoledì, prima dell'alba

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Langa's pov

Trasportare Reki sulle spalle, a conti fatti, fu un'esperienza estremamente più facile di quanto avessi immaginato fino al secondo prima di prenderlo da sotto le ascelle e tirarlo su dalla panchina su cui si era addormentato. Il ragazzo doveva o avere un sonno pesantissimo o essere stanco fino dentro al nucleo dei capelli, perché non si accorse di nulla e restò quieto a dormire. Aveva le labbra socchiuse e si intravedevano i denti, i muscoli rilassati ed un brufolo sulla guancia. Nel complesso, sotto la luce della luna, non potei non pensare che fosse adorabile.

Il mio amico si mosse poco, sulle mie spalle, ed il viaggio risultò semplice e veloce, privo di qualsivoglia complicazione. Reki non pesava neanche tanto, data la sua ossatura magra paragonabile a quella di un volatile. 

Il viaggio proseguì nel silenzio della notte, e per strada l'unico essere che incrociai fu un vecchio gatto randagio color tartaruga sdraiato su di un muretto di cemento posto a recinzione di un piccolo condominio. Il gatto mi osservò per un attimo dal profondo dei suoi occhi felini, come a chiedersi perché un umano stesse portando sulle proprie spalle un altro umano nel bel mezzo della notte, ma poi storse il muso e si nascose dietro un cassonetto. Nel giro di una manciata di secondi ricominciai a camminare, lasciandomi il randagio alle spalle. Ebbi come l'impressione di essere stato reputato poco interessante da un gatto. Non seppi se prenderla come un'offesa, quindi scelsi di lasciar correre la questione e basta. Non potevo mica arrovellarmi sui problemi di una palla di pelo con le zampe. 

Prima delle due del mattino ero fuori dal giardino di casa Kyan. Già da lontano potei intravedere la sagoma della mamma di Reki, riconoscibilissima, seduta sul porticato, davanti ad un tavolino. Fumava una sigaretta, e aveva l'aria di essere un po' in ansia. Vedendola, accelerai il passo e mi diressi spedito verso il suo cancello. Sicuramente l'avevamo fatta preoccupare, e solo allora realizzai che neanche mia madre aveva ricevuto mie notizie nell'arco di tutta la serata. Probabilmente, a meno che non si fosse addormentata e non si fosse accorta della mia assenza, l'indomani mi avrebbe rimproverato.

Reki continuò a dormire come un ghiro; cominciai ad aver paura che stesse entrando in una fase di letargo o qualcosa del genere. 

Appena sua madre ci notò, si tolse la sigaretta di bocca e corse verso di noi; mi aprì il cancelletto di casa, consentendomi quindi di entrare all'interno.

<<Hasegawa-kun..!>> esclamò, sorpresa di vedermi ma visibilmente rincuorata nel vedere che suo figlio fosse tornato a casa tutto intero. <<Menomale che siete qui, iniziavo a preoccuparmi!>>

Io le rivolsi un sorriso gentile ma non le risposi a voce, accennando a suo figlio, addormentato dietro la mia testa. <<Sssh...>> feci, portandomi piano un dito sopra le labbra. <<Dorme.>> aggiunsi così piano che forse nemmeno mi sentì. 

<<Oh>> sussurrò, incuriosita, e mi invitò ad entrare dentro la vecchia casetta in stile tradizionale. Dentro, l'esercito di sorelline di Reki si era addormentato sul divano, sotto una coperta, guardando probabilmente qualche cartone animato alla televisione ora spenta. 

La donna mi indicò la stanza del mio amico ed io ve lo portai, appoggiandolo con cura sul suo futon. Il ragazzo dai capelli rossi mormorò qualche parola incomprensibile, poi si voltò dall'altro lato e si ricadde nel suo sonno profondo. 

<<Buonanotte>> gli augurai, anche se naturalmente non poteva rispondermi.

Uscii da lì e tornai da sua mamma, ancora seduta nel portico, la sigaretta ormai spenta nel posacenere. Schioccai due dita per attirare la sua attenzione; funzionò. La donna si girò a guardarmi, in attesa che parlassi. 

Impossibile ~LangaxRekiWhere stories live. Discover now