Margaret Hospital

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Qui è sempre così triste.
Credo di essere l'unico sano di mente di tutto l'intero manicomio...
Anche i miei genitori a forza di stare anni ed anni qui sono impazziti con i loro pazienti e fra un po' succederà anche a me.
Ormai il mio destino è questo, anche se non mi piacerebbe l'idea di diventare come mia madre e mio padre, ormai è stato tutto programmato prima che nascessi 15 anni fa.
"Margaret hospital, ospedale psichiatrico per ragazzi e adulti di Whitby.
La tua felicità è dominata dalla tua pazzia e ciò che ti rende felice è frutto della tua immaginazione" questo è il motto dell'edificio, nonché l'enorme scritta impressa in altro tra le mura e colorata di rosso.
Comunque tra poco arriverà l'autunno e con lui gli alberi spogli perfetti per arrampicarsi e guardare dall'alto la gente che passa di li e guardare meglio la bellissima Alice che torna a scuola sempre con quei vestiti retrò, le sue gonne e le camicette la rendono una bambola insieme i suoi lunghi capelli lisci color nocciola proprio come i suoi occhi e la pelle bianca chiara; in poche parole è così perfetta.
Peccato che non possa conoscerla dal vivo, purtroppo lei non è a conoscenza nemmeno della mia esistenza.
Chiuso in questo orribile posto è difficile cercare di fare amicizie con persone oltre le sbarre sporche e polverose avvolte dal filo spinato che circondano il manicomio.
L'unica volta che ci avevo provato il ragazzo con cui stavo cercando di parlare scappò via terrorizzato dal posto in cui abitavo pensando fossi "uno di loro", un pazzo.
Non sono mai uscito da qui, sono sempre impegnato a dare medicine ai pazienti del manicomio, a subire brutali esperimenti condotti da mia madre e mio padre "Per la scienza!!" o "per trovare una cura per la pazzia e la schizofrenia!!!" e per poco non scambio gli antidepressivi con lo zucchero da mettere nel latte la mattina per colazione.
Cerco di condividere il mio cibo con tutti senza farmi vedere, finirei nei guai se arrivasse alle orecchie dei miei genitori che distribuisco cibo commestibile ai pazienti.
Ora rido, tutto d'un tratto mi sento libero e spensierato, corro per tutta la mia camera e tiro una testata alla porta della mia camera, la numero 53, per aprirla, non riuscendoci.
"MAMMAAAA!!!! È-È AUTUNNO???"
Mia madre apre leggermente la porta e mi guarda
"Si Axl, è autunno ma è notte fonda ora! Non vorrai uscire in giardino con tutti i pericoli che potresti incontrare durante la notte!"
"Invece sii!!!" ribatto guardandola.
"Oh no amore, aspetterai domani, ora fai la nanna o ti costringo io" indica delle corde sul letto, con quelle mi lega ogni notte quando non voglio dormire.
Scuoto la testa e vado a letto provando a dormire...
Mia madre se ne va socchiudendo la porta pensando che mi sia addormentato.
Ora che ci penso potrei uscire e vedere cosa succede fuori ma...
Da ciò che mi ha raccontato mia madre è un pochino pericoloso uscire di notte...
Però potrei scappare e andare da Alice per farmi conoscere, magari gli sto simpatico!
Poco dopo, immerso tra i miei pensieri, mi addormento.

Over the gate: but in the end... What it means to be normal?  Where stories live. Discover now