Memories of happy days

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Non sapeva da quanto tempo stavano combattendo. Schivava i suoi colpi con grazia e lei faceva altrettanto. Sembrava stessero danzando. La osservava e i cambiamenti che il tempo e la prigionia le avevano inflitto gli causarono una stretta al cuore. Della ragazza che conosceva non era rimasto niente. Persino il colore degli occhi era diverso. Più spento, opaco. Non sapeva cosa provava. Non sapeva che cosa era giusto provare.

Schivò l’ennesimo incantesimo che lei gli aveva lanciato e la provocò. Come ai vecchi tempi.

-Avanti! Puoi fare di meglio!- le gridò, la voce echeggiante nella vastissima sala.

Vide il getto luminoso che puntava verso di lui e capì di avere esitato un attimo di troppo. Lo avrebbe colpito in pieno, non sarebbe mai riuscito ad evitarlo. Sarebbe morto. E a fermare il suo cuore sarebbe stata lei. Di nuovo.

°*°*°*°*

Da quando se n’era andato di casa aveva perso i contatti con la sua famiglia. Parte di essa era in quel castello ma lo ignorava. Narcissa era troppo presa dal suo fidanzato, ma d’altra parte non si erano mai parlati troppo neanche prima che lui se ne andasse di casa, un’anno prima, mentre Bellatrix probabilmente obbediva semplicemente agli ordini dei suoi genitori.

Gli dispiaceva. Loro due erano cresciuti insieme. Avevano la stessa età ed avevano condiviso i momenti più importanti dell’infanzia. Erano i combina guai della famiglia Black.

Per tutto il sesto anno lei aveva mantenuto un comportamento altero nei suoi confronti. Lo evitava. Come al solito insultava i suoi amici, li disprezzava ma a lui, invece che affetto, oramai riservava solo un’ostentata indifferenza. Non lo guardava nemmeno più negli occhi.

E lui aveva finito col farci l’abitudine, almeno quel tanto da non rimanerci troppo male. Ma non poteva negare che lei gli mancava. Loro due erano sempre stati come due metà di un intero. E ora lui non era più completo.

Ci aveva messo tanto a decidersi, ci aveva pensato e ripensato e alla fine, all’inizio del settimo anno era andato da lei. Voleva parlarle. Non avrebbe mai ammesso che la sua assenza nella sua vita lo turbava, era pur sempre un Black, ma doveva farla tornare. Almeno così nessuno avrebbe mai potuto dire che non ci aveva provato.

-Bella.-

-Sirius-

-Ti dispiace fermarti un attimo?-

L’aveva formulata come una domanda, ma era chiaramente un’ imposizione. E lei lo sapeva bene, lo conosceva.

-Veramente dovrei andare. Se però insisti…-

-Insisto.-

I toni tra di loro erano formali. Si conoscevano da tutta una  vita, una vita in cui si erano sentiti ripetere fino alla nausea che loro erano esseri superiori, migliori degli altri in ogni cosa, e che da persone di livello superiore si dovevano comportare, e questa educazione aveva condizionato il loro modo di porsi con gli altri. Il fascino e l’eleganza innata della famiglia Black, assieme al portamento fiero ed eretto erano le caratteristiche che più spiccavano in loro. Ma dietro la facciata a prima vista algida c’era di più. Sirius possedeva tutte le caratteristiche dei Serpeverde: purosangue, furbo e ambizioso. E tuttavia era finito a Grifondoro in quanto il cappello parlante aveva visto in lui coraggio e senso della giustizia. Quel senso della giustizia che lo aveva portato a dissociarsi dai suoi genitori e ad andarsene di casa.

Bellatrix era come lui, ma la sottomissione nei confronti della famiglia e la volontà di compiacerla a tutti i costi avevano fatto di lei una perfetta Serpeverde

Memories of happy daysWhere stories live. Discover now