°Katsuki Bakugou x male Reader bipolare°

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Piccoli avvisi prima di leggere: lo Yuuei non è una scuola per eroi! Dopo essermi arrovellata il cervello, ho deciso di non mettere i Quirk in questa xReader

Si erano incontrati per la prima volta in metropolitana. Katsuki se ne stava per i fatti suoi, incurante della gente che gli bisbigliava attorno, indicandolo quasi come fosse un dio. Inizialmente ne era stato contento, ma ora si era semplicemente rotto le scatole di quei bisbigli. Solo perché andava al prestigioso liceo Yuuei non significava che fosse un'animale allo zoo. Inizialmente era convinto fosse fantastico essere al centro dell'attenzione, ma ora voleva solo essere lasciato in pace. Essere considerato uguale a tutti gli altri. Come ogni giorno, si era messo le cuffie e aveva fatto partire la sua playlist al massimo volume, per non sentire il fastidioso chiacchiericcio degli altri. La metro si fermò per far salire gli altri passeggeri. Fu lì, in quella cabina della metro, in quel preciso istante che i suoi occhi annoiati incontrarono quelli di quel ragazzo. Forse era per la sua magnetica bellezza, non sapeva spiegarselo, ma non poteva togliere gli occhi di dosso allo sconosciuto. Doveva avere circa la sua età, pensò. Il ragazzo si mise seduto vicino a lui, dato che era l'unico posto libero rimasto. Lo sguardo brutalmente indifferente con cui lo scrutò sorprese il biondo, ma si sorprese ancora di più quando, una volta notato lo stemma della Yuuei della sua giacca, il misterioso ragazzo non cambiò completamente espressione: anzi, se possibile, divenne ancora più indifferente di prima. Qualche fermata dopo -durante quel lasso di tempo Katsuki non aveva staccato gli occhi di dosso allo sconosciuto- il ragazzo centro delle sue attenzioni si alzò e si preparò per scendere. Forse era per il suo aspetto, forse perché si era comportato come lui desiderava le persone si comportassero, o forse era per qualcos'altro, ma il Bakugou si sentì sprofondare al pensiero che quel ragazzo se ne andasse. Poco prima che le porte della metro si chiudessero, lui, spinto da chissà quale pensiero, si gettò verso l'uscita e verso il ragazzo misterioso. 

Una volta uscito dal veicolo, si guardò attorno per qualche secondo, per poi individuare il centro delle sue attenzioni. Si affrettò a raggiungerlo, correndo disperatamente verso la sua figura girata di spalle. Gli afferrò un braccio proprio nel momento in cui entrambi si ritrovarono alla luce del sole. "Ehi" Il ragazzo si girò con l'aria di uno a cui non potrebbe importare di meno cosa tu stia per dirgli. "Come ti chiami?" Capì la stupidità della sua domanda un secondo dopo averla pronunciata.  Si sarebbe aspettato una risposta del tipo: "Ma a te che te ne frega" o "Fatti i cazzi tuoi", ma ,sicuramente, non si sarebbe aspettato quella risposta. "T/n." 

T/n POV 

Il mio nome è t/n t/c. Il mio più grande desiderio è essere normale. Come tutti gli altri. Seguire le partite di calcio, uscire con gli amici, invitare fuori una ragazza carina. Senza farmaci. Senza crisi. Senza sentirmi improvvisamente diverso da un secondo all'altro. Ma non credo sia possibile. Non sarò mai una persona normale, con una vita normale. Il mio nome è t/n t/c, e sono affetto da bipolarismo. La ragione per cui non posso essere normale. Per chi non lo sapesse, il bipolarismo mi costringe ad essere due versioni di me di cui non ero a conoscenza. Una persona bipolare alterna momenti di depressione a momenti di euforia. Questi cambiamenti sono del tutto involontari, e avvengono all'improvviso. Devo prendere stabilizzanti dell'umore e antidepressivi, e spesso sono costretto a fare sedute da uno psicologo. Questo, qualche anno fa, non era il futuro che mi ero immaginato.

Dopo la diagnosi, avevo deciso di traslocare altrove. Non volevo vedere i volti con impressa la pietà delle persone che mi circondavano. Avvicinandomi al mio nuovo appartamento, mi veniva una voglia matta di correre. Non stavo più nella pelle per sapere che aspetto avrebbe avuto la casa dove avrei abitato! T/n. Devi calmarti. Mentre camminavo, udii qualcuno gridare il mio nome. Mi voltai, sorpreso. "Uhm, T/n! Non so se ti ricordi di me... ci siamo conosciuti sulla metropolitana circa un mese e mezzo fa..." Osservai il ragazzo che mi aveva parlato. Doveva avere circa la mia età, forse qualche anno in più. Cercai di sforzarmi... dove l'avevo già visto? Ma certo, T/n! è quel ragazzo della metropolitana! Quello carino!  Arrossii ricordandomi il nostro primo incontro. Quando ci eravamo incontrati ero in fase depressiva, per cui non lo avevo dato a vedere, ma quel ragazzo era piuttosto attraente. Soprattutto, mi risultava difficile distogliere lo sguardo dai suoi occhi, del colore che ha il sole al tramonto. Mi riscossi, rendendomi conto che ero rimasto zitto per tutto quel tempo. Perfetto, sono un cretino! Ora penserà che sono strambo... Mi affrettai a rispondere. "Uhm, si mi ricordo! Sono t/n t/c, piacere!" Di nuovo, ero troppo ottimista. Devo darmi una calmata! Lui mi strinse la mano. Le sue mani erano calde, al contrario delle mie. Siamo in primavera, e le mie mani sembrano ghiaccioli! "Sono Katsuki Bakugou, piacere." E ha pure un bel nome! Com'è che certa gente sia così perfetta io non lo so... "Beh, allora ci vediamo, Katsuki-kun!" 

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